"Noi Evoluzionari" ORIENTE E OCCIDENTE: NUOVO RINASCIMENTO

di Davide Foschi


"NOI EVOLUZIONARI" 
ORIENTE E OCCIDENTE: NUOVO RINASCIMENTO
L'Impero Romano è nato e cresciuto grazie al continuo apprendimento dell'enorme e antica cultura proveniente da oriente, in primis quella dei Greci ma non solo: dei Fenici, dei Cartaginesi, degli Egiziani. I Romani hanno, permettetemi il termine, "occidentalizzato" i Greci, i quali avevano "occidentalizzato" a loro volta il sapere millenario del medio oriente. E dietro a questi ultimi? ecco comparire la culla della civiltà, l'antica Mesopotamia, ancora più a Oriente.
Come da un cuore pulsante che poi ha pompato "sangue spirituale e conoscitivo" verso la Turchia, verso il nord Africa a ovest e a est verso la Cina, in Mesopotamia troviamo l'inizio di tutto cio' che l'uomo ha fatto in seguito, esotericamente ed exotericamente: i culti, la magia, la filosofia, l'epica, la scienza, la matematica e in campo esperenziale l'agricoltura, l'allevamento, l'architettura. Anche l'arte della guerra, eh si, anche quella, occorre ricordarselo.
L'impero romano con il classico andamento parabolico del tutto normale per ogni movimento storico, militare e culturale (anche se quando lo si vive ne appare improbabile la fine) secoli dopo è imploso su se stesso; lo ha fatto non per colpa degli invasori (gli invasori son sempre esistiti, è che fino a poco prima gli stessi non riuscivano a superare il "limes" dell'impero per l'invalicabile potenza romana) ma per colpa del progressivo spegnimento della scintilla primordiale di civiltà, di voglia di progresso e benessere e soprattutto di "cultura" dei Romani.
Già perchè le conquiste dei Romani hanno sempre avuto, fin dai primi sette storici re primordiali di pastorale memoria, la caratteristica di essere spinte dalla volontà di "conoscenza" dei popoli vicini, inglobandone usi e tradizioni, trasformandosi in base ad essi e non viceversa dal punto di vista culturale.
I romani sono diventati grandi inglobando la cultura degli "altri" e crescendo grazie ad essa.
Hanno invece posto la parola "fine" alla loro storia quando hanno terminato di inglobare la cultura altrui, quando hanno posto limiti e muri al proprio Impero senza cercar più di espanderlo, quando le uniche lotte al potere erano restate quelle interne che avvenivano tra gli aspiranti imperatori, tra le famiglie contrapposte, tra i comandanti rammolliti e i senatori corrotti.
Ci sono voluti secoli e secoli di horror vacui per tornare ad un processo evolutivo culturale che non fosse solo rappresentato da quei pochi monumenti umani che hanno caratterizzato quello che poi abbiamo successivamente definito Medioevo; abbiamo dovuto aspettare il nuovo e decisivo incontro con l'Oriente per veder fiorire nel cuore di quello stesso territorio che una volta era il centro dell'Impero, l'Italia, un movimento culturale capace di riaccendere la scintilla evolutiva dell'essere umano a livello globale. Quel movimento, nato contestualmente e non casualmente in diverse zone d'Italia, si chiamava Umanesimo.
L'Umanesimo, il cui frutto è stato l'antico Rinascimento, non sarebbe mai nato e cresciuto senza l'immensa cultura proveniente da quell'Oriente che per secoli visse lontano e separato dall'Europa d'allora.
Dante Alighieri, il dolce Stil Novo mai avrebbero potuto fare quello che han fatto senza la riscoperta dell'antico sapere che proprio l'Oriente ci ha riportato.
Le nostre Origini, le nostre radici, la filosofia greca, la filosofia araba, la filosofia zoroastriana non le avremmo mai altrimenti recuperate e riscoperte.
Abbiamo avuto bisogno di uno "specchio" per ritrovarci e quello specchio ce l'ha messo a disposizione l'Oriente, inizialmente in modo violento, con quella sanguinaria esperienza infinita che sono state le Crociate. Eppure dalle Crociate i "migliori" orientali e i "migliori" occidentali hanno saputo trarne beneficio: si sono incontrati, si sono scambiati conoscenze, sono cresciuti.
Ancora una volta da una guerra inizialmente di conquista si è arrivati ad inglobarsi e crescere.
Questo è l'essere umano.
Un po' come quando si ricorda che occorre soffrire per imparare. Un po' come quando cerco di spiegare a cosa serve il male, il dolore, la malattia.
Riportando il discorso ai nostri giorni, oggi l'occasione per un Nuovo Rinascimento è grande, formidabile.
Il dolore che tutti noi proviamo da anni, paradossalmente, puo' avvicinare i "migliori" d'occidente e i "migliori" d'oriente affinchè ricomincino ad imparare, e crescere, ed evolvere.
Occorre sempre, e lo insegna la Storia, uno specchio per
"ri-flettere" davvero.