LE GRANDI POTENZE NUCLEARI E IL TRATTATO DI NON PROLIFERAZIONE NUCLEARE

L'incognita nordcoreana sul piano delle armi strategiche è certamente motivo di preoccupazione non solo nel segreto delle cancellerie mondiali, ma anche in maniera crescente presso la pubblica opinione internazionale. E tutto questo nella prospettiva terribile di un'infausta accelerazione del Doomsday clock in vista dell'Armageddon ovvero dell'olocausto nucleare. Tuttavia, assai più delle gesta da Capitan Fracassa del dittatore di Pyonyang, crea ansia il perseguire da parte della Russia e dell'America l'obiettivo di ridurre la logica dell'equilibrio del terrore, abbassando il livello che ha consentito al pianeta di scongiurare all'epoca della Guerra Fredda l'apocalisse bellica dell'umanità. Già, peraltro, la progressiva introduzione delle cosiddette armi di teatro e l'adozione della sconvolgente ipotesi di un conflitto che possa avere un vincitore costituisce un precedente inquietante per un futuro sempre più pervaso dai demoni dell'orgoglio nazionalista e delle ambizioni e volontà di potenza. Si apre dunque un capitolo di geopolitica problematica che nulla di buono fa sperare per il nostro futuro. Un futuro su cui pesa il gioco delle tentazioni irresponsabili anche da parte di coloro che, in tempi ben più insidiosi, avevano cercato di circoscrivere gli istinti di sopraffazione. A che serve rimproverare Kim Jong un se poi russi e americani e a ruota anche le altre potenze nucleari decidono una nuova corsa al riarmo ovvero ad una nuova spirale di proliferazione nucleare.
Casalino Pierluigi