QUALE RUSSIA DOPO PUTIN?

Il voto del 18 marzo in Russia non è in discussione ed è scontata la rielezione di Putin, nonostante l'evidente e fisiologica erosione del consenso. In una Russia abituata a giocare a scacchi la partita è rinviata al dopo Putin, inevitabilmente per legge naturale.Il suo maggiore avversario, Navalny, in oggi fuori gioco del tutto, nonostante le sue affermazioni, ha già letto la storia russa e in questa prospettiva si muove. Un Paese, in cui ci si interroga sul futuro dal tempo di Pushkin, le dinamiche sono sempre due, tra l'anima tradizionalista e quella innovativa e il dopo Putin non si sottrarrà a tale logica . Sull'eterna dialettica tra la Russia del Cremlino e quella della piazza ha oscillato anche Putin, prima di scegliere la prima. Navalny, pur consapevole di finire un po' nelle patrie galere, ha in mente il proprio piano e con lui quanti si dovranno prima o poi misurare con il futuro. Spettatore interessato, l'Occidente sa che la caduta dell'ordine di Yalta non ha reso la Russia marginale come si pensava in un primo momento. Difficilmente però, con Navalny o chi per lui, la geopolitica ci porterà una Russia completamente integrata con l'Occidente. La Russia resterà sempre un attore a sé.
Casalino Pierluigi