lunedì 24 ottobre 2022

BOOK TRAILER PER L' E-BOOK "PILLOLE DI LIBERTÀ"



Secolo d'Italia: Lunedi 24 ottobre - Leggi le principali notizie



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Poesia stupenda di W. B. Yeats (Quando sarai vecchia da The Rose, 1893)



Da: Sylvia Forty  

estratto MINIMO qua  

come l'amore ....vagò alto sopra le montagne,

e nascose il suo viso in uno sciame di stelle.

  .....bellissima,soprattutto in lingua originale

When you are old and grey and full of sleep,
And nodding by the fire, take down this book,
And slowly read, and dream of the soft look
Your eyes had once, and of their shadows deep;

How many loved your moments of glad grace,
And loved your beauty with love false or true,
But one man loved the pilgrim soul in you,
And loved the sorrows of your changing face;

And bending down beside the glowing bars,
Murmur, a little sadly, how Love fled
And paced upon the mountains overhead
And hid his face amid a crowd of stars.  


ESTRATTO

C'è una poesia in particolare che pare incarnare l'essenza più pura della malinconia: parla della vecchiaia, dunque della vita che lentamente sfiorisce, ma anche di un amore immortale. Si intitola When You Are Old, traducibile in italiano come Quando sarai vecchia e nel testo originale è lenta come una ballata, sembra essere suonata dalle corde struggenti di un violino.
Procede per immagini folgoranti: c'è un camino acceso e una donna seduta in poltrona con un libro in mano; la donna è ormai anziana, le sue mani sono solcate da rughe, gli occhi hanno perso la luce di un tempo; in seguito la poesia si eleva a un livello spirituale, metafisico sino a chiudersi dinnanzi all'immensità indefinibile di un cielo stellato, "uno sciame di stelle" eternamente luccicante come una passione che sempre brucia nel cuore e non lo consuma.

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MARCO VANNINI: In libreria: Beati pauperes spiritu. Attualità di Meister Eckhart



Da: Marco Vannini <newsletter@marcovannini.it>
 
 
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Beati pauperes spiritu. Attualità di Meister Eckhart

Beati pauperes spiritu. Attualità di Meister Eckhart, Lindau, Torino 2022, pp. 172, € 19.

Nel suo sermone più profondo, che spiega la prima delle Beatitudini, Beati i poveri nello spirito (Mt 5, 7), Meister Eckhart descrive la vera povertà evangelica, che non consiste nella privazione dei beni materiali, ma nel niente volere, avere, sapere, essere. In questo radicale distacco ci si libera da tutti i legami, compresi quelli religiosi (di qui la celebre espressione: «Prego Dio che mi liberi da Dio») ovvero da ogni forma appropriativa dell'egoità psichica, e, al di sopra dello spazio e del tempo, si scopre lo spirito, nostra realtà essenziale e realtà stessa di Dio, con la sua beatitudine.

Mentre dal confronto con la cultura contemporanea appare evidente come da un lato la religione positiva sia naufragata nel mare della demitizzazione e, dall'altro, filosofia e psicologia siano impotenti a rispondere alla prima e fondamentale esigenza, quella della conoscenza di noi stessi, l'insegnamento del magister medievale, riemerso dopo secoli di oblio, si mostra ai nostri giorni in tutta la sua verità.

«Non esiste separazione tra Dio e il tutto, perché Dio è in tutto:
egli è più intimo a tutte le cose di quanto esse lo siano a sé stesse.
Nello stesso modo, non deve esistere separazione tra l'uomo e le cose;
l'uomo deve essere niente in sé stesso, completamente distaccato
da sé stesso: così non c'è più separazione tra lui e le cose
ed egli è tutte le cose. Perciò, nella misura in cui sei niente
in te stesso, sei tutto e non c'è separazione tra te e le cose.
Per questo stesso motivo, nella misura in cui non sei separato dalle cose,
sei Dio e tutte le cose, dato che la Divinità di Dio sta nel fatto
che egli non è separato da cosa alcuna.»

Meister Eckhart

ARTICOLO 21 o quasi da T.S.O? INNEGGIA ALLA CANCEL CULTURE

Nota di Asino Rosso1

Nulla Nulla da fare, persino il Nulla filosofico ormai s'arrende! Sconfitta epocale delle pseudosinistre alle recentissime elezioni politiche, trionfo democratico di G. Meloni e Flli d'Italia, a sinistra continuano a non capire un cazzo (scusatemi se ci ripetiamo ma anche il linguaggio si è stufato di parodiare persino i pappagalli "rossi", in disfatta sembra anche esistenziale (e in malafede!).

Hanno rotto il cazzo per mesi preelettorali con la fakenews del fascismo eterno alla Eco (il peggior Eco! Al di là del grande semiotico....) e ora, premier Meloni in carica, continuano a esprimere neppure un neurone, sempre il solito disco.

Continuano la fake news del Duce uguale a Hitler e il Fascismo storico (e sepolto) uguale al Nazismo. In barba al revisionismo critico di De Felice, Nolte e altri, anche di sinistra non fanatici e non ideologici. 

Il fascismo fino alle leggi razziali e quel di tragico e criminale che è accaduto dopo, fu nella contingenza storica del primo novecento fu quasi nei fatti una Repubblica Presidenziale e il Duce se non il fascismo scelto liberamente dal popolo italiano.

Riguardo all'Italia precedente pseudoliberale, fu un progresso nella modernità incompiuto e inedito in tutti i settori, al di là della propaganda, anche in certa arte o letteratura o architettura e dimensione strettamente creativa. 

Persino nel mondo del Lavoro, non a caso, molti intellettuali divennero comunisti solo nel secondo dopoguerra, non caso i comunisti di Togliatti attinsero a piene mani per il Lavoro proprio ai Progressi del Duce!

E oggi continuano, secondo copione della devastante nel mondo DEM cancel culture e nel linguaggio a mistificare-loro! la storia secondo i canoni comunisti sovietici di un tempo e orwelliani doc, riscrivere la Storia!

Persino il Duce fu il primo socialista italiano famoso nel mondo e a modo suo restò di sinistra almeno sino sempre alle criminali leggi razziali ecc., come noi stessi in Adesso Parlo Io (Armando Editore, 2019) abbiamo scritto!

Basta con le fake news comuniste fossili e pericolose, queste si, per il futuro italiano!

Si legga questo incredibile articolo di Articolo 21 recentissimo... Persino le photo del duce (note polemiche istituzionali di questo giorni) son secondo i tardi e estinti pseudocomunisti, sterco del diavolo in cifra psicotica!

estratto da Attenzione! La linea è tracciata: rifiutare il duce è 'cancel culture' - Articolo21 Che ci sia voluta la protesta di Pierluigi Bersani per far rimuovere l'effigie la dice lunga sulla coscienza antifascista di importanti rappresentanti dello Stato che pure hanno giurato sulla Carta Costituzionale. Se lo fanno loro, perché da Predappio in giù o in su non dovrebbero fare altrettanto? E perché, allora, non esporre foto del Duce da agricoltore nei locali del ministero delle Politiche agricole, del Duce da aviatore nei locali dell'Aeronautica Militare, con l'elmetto in testa al Ministero della difesa? O qui c'è già, così come pare ci sia anche a Palazzo Chigi?


Giova ricordare quanto quella pratica influenzò uno dei più appassionati imitatori del Duce, il Cavalier Berlusconi, nel mostrarsi operaio, ad esempio.

Pratica esagerata quella di sollecitare attenzione al pericolo? Non credo, anche perché si avvicina il 28 ottobre e vedremo cosa i nostalgici faranno in occasione del centenario della conclusione della Marcia su Roma e quale sarà la risposta dello Stato. E' bello sentire anche tanti cosiddetti democratici pontificare sul fatto che il fascismo non tornerà. Certo non userà più l'olio di ricino e le bastonature a morte, ma quando penserà a colpire i diritti che la Repubblica Democratica ha finora garantito nei primi 75 anni di vita? ....... E cosa ne sarà del reddito di cittadinanza, delle autonomie regionali che si tenterà di differenziare tra nord e sud, delle pensioni, delle garanzie alle donne in maternità, dell'autorizzazione ai padri a mettersi in aspettativa per accudire i figli? E chissà quante altre tutele saranno cancellate. Basterà per dire che, comunque, non viene usato l'olio di ricino? Oppure quello sarà l'alibi per chi sta già lanciando segnali in tal senso per fare da stampella quando il governo che fatica a nascere comincerà a zoppicare