domenica 15 novembre 2020

Dante mistico



Da: Pierluigi Casalino 

"Oltre la spera che più larga gira" arriva il sospiro d'amore di Dante per la gentile e onesta Beatrice, che ormai si trova beata nel celeste empireo. Ma l'amore di Dante per la sua donna prima di diventare amore spirituale attraversa due fasi. Nella prima fase abbiamo un' amore cortese, il poeta è innamorato di una Beatrice il cui saluto lo risolleva interiormente e spiritualmente. Dante nel suo poetare nasconde il nome della sua amata, ma ciò suscita le chiacchiere della gente, che portano Beatrice a togliere il saluto all'innamorato .
Nella seconda fase abbiamo inizialmente un Dante disperato, poiché l'unica sua fonte di beatitudine gli è stata strappata via, ma successivamente il poeta capisce che la felicità non si trova nel saluto della donna ma nel lodare interiormente l'amata. Nella terza è ultima fase Beatrice è morta, ma neanche la morte ferma l'amore di Dante per Beatrice, anzi l'ardore aumenta e da passione bassa e terrena diventa sentimento puro e celeste. L'amore per l'amata, ormai beata in paradiso, innalza l'anima di Dante fino alla contemplazione di Dio, la donna diventa ponte fra il poeta e il Creatore. L'amore di Dante per Beatrice è un esperienza mistica, che riprende le tre fasi dell'amore verso Dio descritte da San Bonaventura.Secondo il Santo la prima fase è l'amore verso Dio attraverso la lode delle cose create, la seconda fase è amare Dio per il piacere di amarlo, la terza fase è l'amore mistico che trasporta l'anima sopra ogni cosa fino al raggiungimento di Dio.Il pensiero di San Bonaventura si basa sulla filosofia di Sant'Agostino, che considerava l'amore di Dio per gli uomini come assoluto, libero e infinito."Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna" (Giovanni 3:16).

Casalino Pierluigi 

Vitaldo Conte: “Rumore Pulsione tra Poesia Suono Arte (Storie)

 

Il testo è su 'Arte e Musica', Dionysos n.10 (Ed. Tabula fati, 2020). Un estratto è su 'Critica Impura':
https://criticaimpura.wordpress.com/2020/11/14/rumore-pulsione-tra-poesia-suono-arte-storie/

La vita antica, come scrive Luigi Russolo nel suo manifesto futurista su L'Arte dei rumori (1913), "fu tutta silenzio. Nel diciannovesimo secolo, coll'invenzione delle macchine, nacque il Rumore"...

Le scritture del desiderio si estendono sulla pelle di ogni possibile supporto. Le loro imprevedibili segnaletiche si animano nei propri interni ritmi, nelle proprie distorsioni, nel proprio essere lingua e brusio di infinite lingue: fino alla fuoriuscita sonora come polifonia.
Meredith Monk dice: "Credo che la voce, oltre ad essere il primo strumento dell'uomo, possieda un linguaggio in sé".
(…) Demetrio Stratos (musicista e cantante) scrive: "Tra le pieghe-piaghe del linguaggio esiste comunque un microcosmo sonoro inesplorato". La voce diviene un vero e proprio strumento musicale per Suonare la voce (1978), con cui rintraccia il predominio del significante fonico rispetto al significato.

..Il rumore del corpo-poesia non può che essere pulsionale. Ha la vocazione d'incontrare il proprio e l'altrui desiderio, magari per condividerlo in un evento. ...La voce e gli strumenti sonori diventano, attraverso il ritual del rumore, una musica pulsionale che percorre esorcismi e seduzioni per ascoltare i richiami dell'origine. Il rumore degli strumenti dialoga con quello diffuso dalla voce e dalle sonorità del corpo, cercando anche i brusii dell'oltre. In questi "con-testi" di parola-suono-rumore convivono i concetti di tradizione come origine e di avanguardia come piacere di sperimentare, fluttuando in un continuum di richiami e suggestioni che oltrepassano la catalogazione.

...Ho cercato di suonare il Ritual Rumore bianco con le T Rose: come "dispersione ultima" davanti al mare. Vestiti di bianco, al III Festival Bande a Sud presso la Marina di Casalabate (2014) nel Salento: concludo l'azione lanciando, nell'acqua, una bottiglia contenente una bianca poesia d'amore...

Vitaldo Conte

Ferrara in Zona Arancione, ma per il PD il sindaco Fabbri deve stare zitto su 2 "Ordinanze" in 24 Ore!

Il sindaco di Ferrara Alan Fabbri chiede alla Regione di revocare subito l'ordinanza emessa e in vigore dal 14 novembre ....

https://www.ilrestodelcarlino.it/cronaca/zona-arancione-emilia-romagna-regole-1.5712674


? Il Governo in 24 ore dall'Ordinanza regionale di Bonaccini, controfirmata dal Ministro Speranza ci declassa in Zona Arancione( e sempre Speranza) e anziché stigmatizzare certi consiglieri dell'opposizione l'ennesima incongruenza (poi spiegano con 21 criteri incontrollabili a tutti) del Governo,  davvero criteri scientifici (Sic!) le due ordinanze in 24 ore, la seconda arancione... (che nei fatti elide l'altra, un record nazionale!) attaccano Fabbri che ha chiesto di revocare giustamente la prima ordinanza persino plus rispetto alle altre zone arancioni in Italia? Un consiglio, almeno leggetevi  la Teoria dei Colori di Goethe, che invece  Sgarbi certamente conosce e da 50 anni! E tre cose almeno sono certe nello specifico: il virus era e resta pericoloso come la Libertà è inalienabile (certe restrizioni a volte sono necessarie ma dovrebbero essere intelligenti e in questo paradigma). Fabbri dovrebbe stare zitto perchè negherebbe il Senso e il Bene Comune? Tutte le guerre sono ste fatte in nome del Bene Comune!  Zaia - Centro Destra- ha tenuto il Veneto in Zona Gialla. Bonaccini- comunista- per l'Emilia Romagna no!
 

I Promessi Sposi. Ripensato e Riscritto.. di Guido da Verona (TED-Tiemme Digitali)

Pubblicato nel 1929, questo libro è una rivisitazione "goliardica" della celeberrima opera di Alessandro Manzoni trasposta nell'attualità degli anni Venti. Guido da Verona sostituisce nel romanzo di Manzoni gli elementi manieristici e futili con passaggi erotici e politici. Lucia è una tipica bellezza di provincia, parla francese e, per farsi strada a ogni costo, non si rifiuta a nessuno, tranne che a Renzo… Quest'ultimo viaggia su una Fiat 525, mentre Don Rodrigo su una Chrysler e Don Abbondio va a letto con la "perpetua"… La monaca di Monza, infine, è lasciva e un po' lesbica.

Bellissima revisione goliardica evoluta di Guido da Verona (1929!) rilanciato on line da Tiemme Digitali da Ferrara, a cura di Riccardo Roversi. Un testo sacro della letteratura italiana, desacralizzato, demitizzato, de-italianizzato , dopo ormai secoli di esegesi covenzionali- che spesso- sia ben chiaro al di là dei Promessi Sposi originali di Manzoni- l'hanno trasformato, nella percezione nazionale, in un simblo, come disse Piero Angela, nella Cultura passatista di Manzoni anzichè di Marconi, per indicare l'eterno medioevo del Bel Paese...   A suo modo, questo Promessi Sposi adattato ai tempi (e persino quelli del fascismo, culturalmente piu aperto di ogni altro regime  di ieri e di ...oggi..., un omaggio all'edizioe originale e al Manzoni stesso. (R.G.)


Sgarbi: “Nessuna aggressione a casa mia. Fiducia in Nino Ippolito, responsabile del mio Ufficio Stampa”



Da: VITTORIO SGARBI - (Ufficio Stampa) 


Sgarbi: "Nessuna aggressione a casa mia. Fiducia in Nino Ippolito, responsabile del mio Ufficio Stampa"


ROMA - Lo storico e critico d'arte Vittorio Sgarbi replica alle dichiarazioni espresse da Giulio Borgognoni che, in una nota diffusa alla stampa, ha accusato di essere stato aggradito dal responsabile del suo Ufficio Stampa, Nino Ippolito. 


"Escludo - sottolinea Sgarbi - che il responsabile del mio Ufficio Stampa Nino Ippolito abbia potuto aggredire qualcuno, tanto meno a casa mia; probabilmente l'alterco è nato dall'equivoco determinato dallo spirito provocatorio di Borgognoni che bisogna conoscere senza prenderlo sul serio.

D'altra parte le capacità professionali di Nino Ippoloto non sono in alcun mondo in discussione, e sono testimoniate dagli evidenti risultati di questi anni, sopratutto nella gestione dei miei profili social"

Probabilmente Ippolito ha agito in modo scomposto, ma certamente non violento.

Io ero lontano e non ho potuto intervenire, ma chiederei ai due di riconciliarsi. Spero che il dissidio si componga"


Sulla vicenda Nino Ippolito aggiunge: "Quella di Borgognoni è una grave diffamazione: mi accusa di una cosa inventata, cioè un'aggressione mai avvenuta.  Nell'attesa delle sue scuse, non mi resta che procedere per calunnia



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