giovedì 10 febbraio 2022

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Da: Secolo d'Italia 



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STEFANIA ROMITO: Recensione libro su Eva Kant di P. Bruni


Da: Stefania Romito giornalista <stefaniaromitogiornalista@gmail.com> 

* recensione al libro di Pierfranco Bruni "Mi sono innamorato di Eva Kant" di Stefania Romito 

Stefania Romito
giornalista e scrittrice
mobile +39 3493989164
stefaniaromitogiornalista@gmail.com
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https://romis2016.wordpress.com/biografia/



Mi sono innamorato di Eva Kant di Pierfranco Bruni

L'Epifania di un vissuto
 nel dialogante dialogo con la Bellezza




di Stefania Romito

"Mi sono innamorato di Eva Kant", edito da Pellegrini Editore, non è il primo libro di Pierfranco Bruni che leggo. A dire la verità, ho vissuto molti suoi libri e di alcuni ho abitato le parole dall'interno. Ma sebbene, da un tempo che pare infinito, mi incontri quotidianamente con le sue emozioni scritte, la sua ars scribendi non diviene mai abitudinarietà perpetuando una magia che si infinita in ogni riga di spazio, donando al tempo il sapore dell'eterno.
Pierfranco Bruni sublima la realtà trasfigurandola in incanto onirico nel convincimento che nulla è più vero del sogno che non conosce l'impossibile. Le leggi fisiche si annullano e a regolare il tutto è l'immaginario. E da questa realtà sublimata, così tangibile nella sua metafisicità, non ci si vorrebbe mai congedare, perché solo in questa dimensione trascendente, che in Bruni diviene sensualità d'anima, si vive quella fisicità di spirito avulsa alla pragmaticità del quotidiano.
Mi sono innamorato di Eva Kant è un compendio di sentimenti d'emozione. Quei sentimenti ed emozioni che hanno costruito il vissuto dell'io narrante il quale, come Virgilio nella commedia dantesca, accompagna il cammino del pellegrino Bruni dal suo incipit di vita fino a quell'età in cui l'evoluzione intellettuale giunge all'estrema compiutezza. Una testimonianza che diventa confessione in un percorso dialogante con l'altro da sé tra i miti e leggende che hanno reso incommensurabile e profondo il pensiero dell'autore. Così quel "caro lettore" al quale l'io narrante si rivolge diviene un compagno di viaggio che si riflette nello specchio del doppio. Perché chi meglio di se stesso, e Bruni lo sa bene, può accogliere le confidenze nella devozione di complici segreti?
Un diario emozionale? Un tentativo di ripercorrere le tappe della propria vita attraverso le figure chiave, reali e simboliche, che l'hanno costruita? Certamente sì. Ma non solo.
Mi sono innamorato di Eva Kant è il tentativo di catturare il mistero per definirlo nella condivisione pur sapendo che è incatturabile. Quello stesso mistero che fa vivere lo scrittore costantemente in bilico tra realtà e finzione. La Eva Kant del titolo non è soltanto l'ammaliante donna di Diabolik. È quella figura archetipica che riporta l'autore all'età della gaiezza. Eva Kant, icona di bellezza eleganza e raffinatezza, assume i molteplici volti delle altre donne presenti nel libro, prima fra tutte Riccioli biondi. Ma mentre Eva Kant sembra assumere il ruolo di Beatrice nella sua azione salvifica, riconducendo l'autore all'Eden irrimediabilmente perduto, Riccioli biondi è l'amante immaginifica e idealizzante alla quale Bruni assegna una connotazione di carnale sensualità. Entrambe simboleggiano l'amore incondizionato, in una devozione che è dedizione.
«Mi sono innamorato di Eva per la raffinatezza e la sensualità oltre che per quel fascino del mistero che la caratterizzava ma anche per la sua fedeltà e il suo saper restare in ombra».

Torna il concetto di mistero che abita l'ombra e che si percepisce nella Bellezza. Di un amore. Di un'opera d'arte. Soltanto un divin scrittore come Pierfranco Bruni poteva "raccontare", con così efficace suggestione, il mistero della genesi della Bellezza. È proprio nell'ultimo capitolo intitolato Le ombre, in cui inscena un visionario dialogo con l'Urbinate, che Pierfranco Bruni approda all'apogeo della sua analisi fenomenologica sul valore e la resa emozionale dell'oggetto artistico in sé, svelando la perfezione della Bellezza in quella dimensione invisibile che si frappone tra l'idea originaria dell'artista e la sua creazione. Quell'emozione che rimane "intrappolata" in questo spazio di tempo e che viene colta soltanto dagli spiriti sublimi. L'emozione è Bellezza fino a quando continua a esistere nella dimensione del mistero.

Leggere Bruni è ritornare al valore della vita, al senso del nostro esistere. È un ritrovare la preziosità del nostro essere erranti mediante la guida di chi è stato custode di Bellezza e che ha illuminato il nostro cammino. L'amato padre, i sufi, Jean Cocteau, Edith Piaf, Gabriele ed Eleonora, Asmà e Shadi, Cesare e Constance... Portatori di lungimirante bellezza che i valori della pazienza, dell'ascolto, del silenzio rendono eternamente endemica. Affinché la poesia non sia soltanto un attimo vissuto nell'istante della pragmaticità del reale (la maglia rotta montaliana), ma diventi il vivere stesso in un dialogo perpetuo tra anima e pneuma.
L'essenza poetica dell'io narrante penetra i destini di coloro che hanno vissuto le passioni e scritto la vita, facendosi travolgere dalla maestosità dell'amore nel canto di rime in cui la nostalgia, la disillusione e il disicanto cesellano parole. L'idillico dialogare nella fabula dell'estatico sogno di Gabriele ed Eleonora si intreccia alle orientali atmosfere di una Venezia moresca che si specchia nelle anime predestinate di Shadi e Asmà, abitanti dell'eterea soavità del Cantico dei Cantici. Emergono Pavese, D'Annunzio, Abshu, Lorca, Thomas Mann… fascinanti danzatori di un girotondo alchemico. Giuseppe Berto, con la carica sensuale degli amanti onirici che si lasciano e si cercano per ritrovarsi sempre. Un elastico emozionale che intreccia i fili di un sentimento che, tra maschere disillusioni e confessioni, vive l'essenza del vivere.
In questo cerchio magico delle passioni irrompono riferimenti specifici temporali che la scrittura bruniana evoca nel gioco di seduzione e voluttà. 10 agosto. San Lorenzo. Una ricorrenza religiosa che si incastra al suo pensiero di fede nel misticismo di un santo che gli cammina accanto. Anche nel dialogo contemplativo, Pierfranco Bruni rinviene la salvezza affidandosi alla sacralità di San Francesco di Paola che solca sentieri nel suo percorso spirituale. La calabresità, negli aspetti fondanti di coraggio, fierezza, pazienza e fortezza, si specchia non solo nel volto del santo ma anche in quelli di Campanella, Giordano Bruno, San Giuseppe Moscati. Misticismo che si fonde a considerazioni filosofiche antropologiche interpretate in un'ottica di fede autentica.
Ma Mi sono innamorato di Eva Kant è ancora di più.
C'è chi si atteggia a scrittore interpretando un ruolo, in totale assenza di vocazione. C'è chi ha la passione in sé ma necessita di acquisire gli strumenti che consentono alla parola di trasformarsi in emozione.
Per Piefranco Bruni la scrittura è un fattore endogeno. Egli è scrittura, nell'intimo esistere. Nel capitolo Ti scrivo dal mio suicidio il tema della volontaria fine esistenziale viene analizzato dal di dentro. Il valore immanente della scrittura bruniana emerge in tutta la sua sublimità, non solo nella forma ma anche nel contenuto.
Un tema affrontato dal punto di vista della poesia, perché è nella poesia che si rinviene il significato del tutto. Così Bruni, riallacciandosi a De André e alla tragedia personale di Cesare Pavese, che si affianca a quella di Tenco, Dalidà, Mia Martini, Luigi Vannucchi (anime che Dante avrebbe intrappolato negli ulivi della selva dei suicidi), rifugge la condanna cattolica al suicidio. Mirabile rappresentazione di un Dio che non respinge coloro che si tolgono la vita, assoggettati al giudizio di quei mal pensanti per i quali c'è solo condanna e mai assoluzione, ma che accoglie nel nome dell'amore. «Non può esserci l'Inferno tra le strade del buon Dio, ci ripete De André. E la morte verrà e avrà sempre i tuoi occhi…»".

Leggere Piefranco Bruni è guardare oltre la realtà, al di là della finzione. Cogliere il "nucleo" della vita, quello più profondo ed estatico. Nell'ideale platonico, il luogo delle emozioni sommerse in cui le percezioni non sono solo impulso d'anima, che si accendono e si spengono a intermittenza. Montale descrive quel "varco di natura", quella maglia rotta nella rete che consente di accedere a una dimensione altra in cui si rinviene la poesia, l'essenza del noi.
In Bruni ogni singola parola, lettera, spazio di scrittura, è essenza d'anima. Un angolo elettivo in cui la realtà diventa nobiltà di spirito. Pierfranco Bruni non ci indica come rinvenire quella "maglia rotta nella rete". Lui ci mostra quel mondo, che la nostra cecità sceglie di non voler contemplare, in cui la poesia è l'aria che si respira e l'amore è vita. Una visione totalizzante che oltrepassa la limitante montaliana.
Una dimensione "superiore" che non va ricercata all'esterno ma rinvenuta dentro di noi attraverso la socratica maieutica della memoria. Quella linfa vitale che scorre nel sangue dei ricordi. «Il dolore non è una piega del vento. È un vetro appuntito che penetra la memoria».
Dolore non come sofferenza, ma come nostalgia salvifica e ricchezza di rinvenimento interiore degli aspetti fondanti della vita. Nel ricordo miglioriamo noi stessi. E così la vecchia Feijoa, accudita e amata dal padre Italo, è la fragilità di una bellezza che solo l'amore rende eterna.
Qui la storia di una nazione si lega alla figura di un padre che è riferimento. La Storia è lo strumento che fa riaffiorare i valori, i punti cardine dell'io narrante. L'amore incondizionato e assoluto per un padre che aveva la pazienza dell'ascolto e coltivava il valore del silenzio. La Storia che mette in evidenza le contradditorietà di una politica che affoga la dignità nel tradimento.
Ma è nella nobiltà del Gattopardo che la scrittura rinviene la sua libertà. Lo scrittore deve essere libero di scardinare le regole precostituite e, al tempo stesso, deve farsi rappresentante dei tracciati che lo hanno formato, nei confronti dei quali deve porsi sempre in rivolta. Perché, come ci ricorda Pierfranco Bruni, "la lingua l'ha sempre fatta il poeta. Le innovazioni linguistiche sono nate dentro la poesia".
La poesia, però, è anche lo strumento primario per cantare l'amore. Solo un poeta vero come Pierfranco Bruni, che vive i sentimenti come poesia e la poesia come vita, può connotare la parola in estasi. Può denudare la scrittura della sua patina di realtà per lasciare che la semantica si trasformi in impulso sensoriale. Quell'ardore radicato nel substrato del nostro vissuto e che le sue parole, in un soffio d'estasi, sublimano nell'attrazione.
Sì, perché leggere i libri di Pierfranco Bruni, e ancor di più il suo ultimo capolavoro letterario Mi sono innamorato di Eva Kant, significa vivere l'esperienza dell'amore puro. Di quel sentimento che non conosce ostacoli materiali, temporali e spaziali e che si alimenta solo di quell'amore dal quale è alimentato.
Un libro che possiede la malinconica ironia e la magica attesa della lontananza in cui la nostalgia non è tormento ma opportunità per rinvenire quei valori che danno un senso al nostro esistere. Rimembranze che hanno il sapore salvifico di quell'ultimo caffè...
Tale è la scrittura di Pierfranco Bruni.
Epifania dell'essenza di una Vita.






TIEMME DIGITALI/TED su AMAZON international (Collana...) - Ferrara



Da: Riccardo Roversi <ricroversi@gmail.com>
 
  ,

Giuliana Berengan: Frammenti nel tutto- sul Wall Street International Magazine


Da: Giuliana <berengan.giuliana@libero.it>
 

Care amiche, cari amici,

 

quello della condivisione è

un linguaggio amorevole.

Attraverso la condivisione

l'anima si apre la strada

verso il suo scopo, verso il compimento

del suo destino che è quello di

tracciare un segno d'amore grazie

al quale lingue differenti si parlino,

si incontrino per far nascere il tessuto

che accoglie, riscalda, guarisce, cura.

 

Su questo tema incontrerete le

mie parole sul Wall Street International Magazine

da questo 9 di febbraio con il

seguente link:

 

https://wsimag.com/it/arte/68553-frammenti-nel-tutto

 

Grazie se vorrete condividere

con i vostri amici di rete

Un cordiale saluto

Giuliana Berengan

 

 

 


Mail priva di virus. www.avast.com

[comunicato stampa] Sabato 12/02 ore 21 prove aperte dello spettacolo in costruzione al teatro Ferrara Off


Da: Comunicazione Ferrara Off Teatro <comunicazione@ferraraoff.it>
  
in allegato comunicato e foto sulla ripresa delle attività in presenza del teatro Ferrara Off sabato 12/02 alle ore 21 con le prove aperte dello spettacolo "Solo quando lavoro sono felice. Conversazione sulla disperazione" che gli autori e attori Lorenzo Maragoni e Niccolò Fettarappa stanno studiando proprio in questi giorni, nell'ambito della residenza artistica che li vede ospiti degli spazi di Viale Alfonso d'Este 13 a Ferrara. 

PROVE APERTE DELLO SPETTACOLO IN COSTRUZIONE A FERRARA OFF 

 

Durante il 2022 Ferrara Off ospiterà una selezione di compagnie che vivranno in città l'esperienza di una residenza artistica, potendo provare nuove produzioni nella sede del teatro, all'interno del Centro Culturale Slavich, in viale Alfonso I d'Este 13 a Ferrara.  

La prima delle compagnie in residenza, formata dagli artisti Lorenzo Maragoni e Niccolò Fettarappa, è già al lavoro in questi giorni per creare il nuovo spettacolo, di cui proporrà un primo studio sabato 12 febbraio alle ore 21.  

"Questi attori resteranno con noi due settimane e torneranno per un secondo periodo in giugno quando presenteranno la versione finale dello spettacolo - ha spiegato Giulio Costa, direttore artistico di Ferrara Off - Con la chiamata OFFline sono pervenute oltre 400 candidature da tutta Italia per collaborare con il nostro teatro. Dato l'alto livello dei lavori presentati, non è stato facile scegliere e ora siamo felici di poter proporre al nostro pubblico delle proposte significative in anteprima assoluta, perché stanno prendendo vita proprio qui in questi spazi del Comune di Ferrara, che gestiamo dal 2013". 

Il sodalizio tra gli autori e performer Fettarappa e Maragoni - nato nella scuola di drammaturgia Scritture, diretta da Lucia Calamaro - è relativamente recente, ma molto prolifico. Nel 2021 con i rispettivi spettacoli "Apocalisse Tascabile" e "Stand up poetry", sono stati selezionati per il 'NoLo Fringe Festival' e hanno ricevuto il premio e la menzione speciale della critica. Al teatro di Roma Carrozzerie n.o.t hanno condotto il laboratorio per studenti universitari "Vale Tutto" e ora approdano in città per provare il loro nuovo spettacolo "Solo quando lavoro sono felice. Conversazione sulla disperazione". Una riflessione tanto ironica quanto tagliente sul ruolo del lavoro nella nostra vita.  
Quanto ci definisce il lavoro? Chi siamo fuori dal lavoro? Quanto riesci a resistere in una conversazione prima di chiedere all'altra persona "E tu nella vita che fai?", sono alcune delle domande da cui parte il dialogo tra i due attori, che sabato sera proporranno una serata di prove a porte aperte.  

"È lo spettacolo giusto - raccontano Maragoni e Fettarappa - per chi ama il proprio capo, per chi lo odia, per chi è il capo di sé stesso e si ama e si odia, per chi lavora troppo, per chi lavora troppo poco, per chi sta aggiornando il curriculum inventando lavori, per chi sta pensando di sbattere finalmente la porta e andare via. Un primo momento di apertura e di confronto con il pubblico, una conversazione sul lavoro, sulla vocazione, sui soldi, sul capitalismo, sul tempo di vita e il tempo di lavoro, sui pranzi di lavoro con sé stessi, sulla disperazione".  

"Siamo felici di riaprire le porte del teatro - racconta Marco Sgarbi, direttore organizzativo di Ferrara Off – per questo evento che inaugura le attività in presenza del 2022 e a cui seguiranno presto nuove date. Intanto sono aperte le iscrizioni per i nuovi corsi on line".  

Tutte le informazioni sono sul sito www.ferraraoff.it, la mail di contatto è info@ferraraoff.it 

Sabato lo spettacolo è alle ore 21.00, l'ingresso è a partire dalle 20.30 per il controllo dei Green Pass obbligatori e il biglietto è al prezzo speciale di 2 €.  

 

 

FERRARA OFF 

Ferrara Off è un'associazione di promozione sociale che opera nel settore delle arti performative. Dal 2013 ha sede all'interno del Centro Culturale Slavich – sulle Mura della città di Ferrara – presso due spazi industriali, ex magazzini Amga, di proprietà del Comune. La collocazione risuona con la mission dell'associazione che mira a essere baluardo in difesa della cultura, punto di riferimento per la comunità e luogo di aggregazione. 

L'impegno di Ferrara Off si articola principalmente in tre ambiti: produzione, programmazione, formazione, con un'attenzione particolare a promozione dell'arte e della cultura, sostegno alla creatività emergente e alla sperimentazione artistica, educazione del pubblico, con specifico riguardo all'inclusività e al dialogo intergenerazionale, costruzione di reti e collaborazioni con altre realtà, a livello locale, nazionale ed europeo. 



Cogliamo anche l'occasione per ricordare il calendario delle prossime presentazioni dei nostri corsi on line, con la richiesta di darne spazio sulle vostre testate. 

10 FEBBRAIO

Giovedì 10 febbraio alle 19 proseguono gli incontri on line di presentazione dei corsi del teatro Ferrara Off. In diretta sul canale Youtube e sulla pagina Facebok di Ferrara Off gli organizzatori dialogano con la danzatrice, coreografa e performer Cora Gasparotti, docente di "Tersicore 2.0", laboratorio teorico e pratico sul rapporto tra danza e media digitali. I partecipanti alla diretta potranno interagire scrivendo le loro domande sui social. Le iscrizioni sono aperte fino al 17 febbraio, il corso inizia il 24 febbraio. Per informazioni: 3336282360, info@ferraraoff.it, www.ferraraoff.it.

11 FEBBRAIO

Venerdì 11 febbraio alle 18 proseguono gli incontri on line di presentazione dei corsi del teatro Ferrara Off. In diretta sul canale Youtube e sulla pagina Facebok di Ferrara Off gli organizzatori dialogano con la drammaturga e regista Francesca Merli, che introdurrà il suo percorso laboratoriale di regia teatrale "Regista – Primo spettatore?". I partecipanti alla diretta potranno interagire scrivendo le loro domande sui social. Le iscrizioni sono aperte fino al 19 febbraio, il corso inizia il 25 febbraio. Per informazioni: 3336282360, info@ferraraoff.it, www.ferraraoff.it.

16 FEBBRAIO

Mercoledì 16 febbraio alle 18 proseguono gli incontri on line di presentazione dei corsi di Ferrara Off. In diretta sul canale Youtube e sulla pagina Facebok di Ferrara Off gli organizzatori di Ferrara Off dialogano con l'attrice, autrice e regista Diana Höbel, docente del corso di "Lettura espressiva", per chi ama leggere e desidera farlo a voce alta.
I partecipanti alla diretta potranno interagire scrivendo le loro domande sui social. Le iscrizioni sono aperte fino al 20 febbraio, il corso inizia il 23 febbraio. Per informazioni: 3336282360,
info@ferraraoff.it, www.ferraraoff.it.


Ringraziandovi per l'attenzione, restiamo a disposizione per ogni approfondimento.
Cordiali saluti,

Ufficio Comunicazione
Associazione Culturale FerraraOFF
www.ferraraoff.it
+39 333 6282360