giovedì 27 giugno 2019

Tonino Casula Video - Ottantott'anni? bonario borbottìo di un'allitterazione assonante



Da: tonino casula  
 
 
tonino casula
OTTANTOTT'ANNI? BONARIO BORBOTTIO DI UN'ALLITTERAZIONE ASSONANTE
 

I materiali, visivi e sonori, provengono da Arte come vestito elegante delle banalità, indisponibile in rete. La musica è di Sebastiano Meloni (pianoforte), Nicola Cossu (double bass) e Roberto Dani (drums)

 

 

POETI, PER ANDARE DOVE DOVETE ARRIVARE, SAPETE DOVE DOVETE ANDARE? di MARY BLINDFLOWERS


PHOTO  The Dolls' Room, mixed media on canvas by Mary Blindflowers© 


Ci sono oggi diversi tipi di poeti: i nostalgici stile Ottocento pieno che vorrebbero far rivivere ardori romantico-floreali con punte medioevali chiamando il cuore cor che si spaura, sollecitandone i tumulti con qualche svenimento stile romanzi alla Carolina Invernizio; gli pseudo-maledetti, che invece al contrario, pensano di proiettarsi nel futuro infarcendo i loro componimenti di parolacce varie, facendoli rassomigliare a deliranti fagotti turpiloqui post-sbornia d'assenzio o antidepressivi sintetici, stile "In quel caffè gremito di imbecilli" verlainiano "Omaggio dovuto"; la sublime specie degli elencatori, che compilano una sorta di elenco del telefono con parole più o meno difficili o inusitate saccheggiate dal vocabolario e buttate lì più o meno a casaccio; i prosatori, aborritori indefessi della rima di prima e tuttologi per cui la poesia contemporanea non deve assolutamente rimare che è una cosa volgare, volgarissima, da plebei. Si scrive dunque in prosa e la si fa andare a capo come capita capita, senza un senso logico, perché la tuttologia prevede che tutto sia poesia e che nessuno al mondo possa dire cosa sia e cosa non sia la poesia che rimarrebbe essenza indefinibile; i rimatori filastroccheggianti per cui la poesia è solo rima per lo più baciata e notevolmente abusata, in filastrocchine che van bene per la mente eternamente vuota che li quota e li vota likando e sorridendo con l'aquilone in mano. Ma nel nostro acquaio poetico ci sono anche gli intoccabili tradizionalisti tesserati, che cercando malamente di imitare i grandi poeti del novecento stile Montale o Quasimodo, tossetta di prammatica nei readings e dandosi un tono pomposo-sacrale, scrivono due righe come se fossero oracoli venuti al mondo a miracol mostrare, perle di saggezza da diffondere alla brezza perlopiù fetente dei loro estimatori di partito che plaudono al miracolo come se avessero visto liquefarsi il sangue di San Gennaro venuto a salvare da mali e disgrazie. E non dimentichiamo i poeti instagram, che le grandi case editrici dicono di pubblicare perché le loro facezie da quinta elementare presa di sera dopo aver battuto la testa contro il nulla, avrebbero un seguito spaventoso, un numero di followers prodigioso. Non dicono gli editori che quelle pecorelle followers sono state pilotate precedentemente da una grande operazione di marketing che fa sempre tanta presa sulle masse perché si sa i lettori sono pochi, bisogna pur mangiare a questo mondo, costi quel che costi. Poi ci sono i poeti nati per gemmazione, quelli che sono poeti perché il padre loro era poeta, e quindi essi non possono con un simile sangue nelle vene e una siffatta eredità, che proseguire facilmente e senza intoppi, la mirabolante carriera del padre.

Ancora più curiosi dei poeti son gli estimatori e i detrattori dei poeti che a parte rari e odiatissimi casi, sono praticamente delle amebe, sorta di organismi unicellulari che con un solo tasto-cellula svolgono due funzioni separate, ammirare, disprezzare. Le due funzioni si attivano soltanto a comando, quando un signore o una signora che scrive in qualche testata importante esprime un giudizio positivo su un poeta, essi fanno sì e plaudono, e ridono e gioiscono e portano il poeta citato in trionfo sulla loro monocellula grigia polifunzionale al potere. Quando un critico dice no ad un poeta, la monocellula si attiva nella funzione di disprezzo e tutte le amebe all'unisono cominciano a criticare quel poeta, parlandone il peggio possibile. Dei poeti di cui la critica che conta non si occupa, perché pubblicano con editori piccoli, le amebe, non avendo nessun pensiero proprio, interdipendente dal super ego dominante, non si occupano e sospendono il giudizio per evitare compromissioni future. Non hanno praticamente parere, mettono il povero poeta sconosciuto nella lista dei non classificati e si guardano bene dall'esprimere un giudizio sia nel bene che nel male. L'unico caso in cui la loro micro-monocellula può subire una sorta di attivazione automatica, è come risposta pavloviana ad un insulto, ad un'offesa, allora l'ameba mediterà vendetta e potrà posizionare il suo giudizio sul tasto disprezzare. Al contrario in caso di lode sperticata al suo operato, potrà posizionare la sua unica cellula in modalità riconoscenza utile, lode lode lode ricambiata. Così il voto di scambio poetico può stare tranquillo per una futura carriera d'innocuità programmata e di mente dilavata.

C'è un interscambio culturale continuo tra poeti emergenti ed editor, consistente nella lisciata strategico-funzionale dell'editor di turno, attraverso piccole garbatezze, like sui social, richiesta di autografi sotto poesie spesso orrende ma giudicate epocali, condite da complimenti vari elargiti a profusione, acquisto di libri dell'incensato, con inchini, minuetti, balletti e foto che dimostrino l'acquisizione del prezioso reperto, considerato importante come una reliquia di santo, con sorrisi per lo più ipocriti ma in compenso fortemente motivati dalla volontà di arrivare dove si vuole arrivare e dove non sempre, nonostante questi movimenti peristaltici d'ameba, si arriva, perché la concorrenza tra amebe è tanta.

Insomma poeti, per andare dove dovete arrivare, sapete dove dovete andare?

Io una risposta pronta ce l'avrei, ma non ve la dico per non farvi dire che sono volgare.

MARY BLINDFLOWERS 


Morgan/ Sgarbi: “Ospiteremo a Sutri, a Palazzo Savorelli, il suo studio”



Da: VITTORIO SGARBI - (Ufficio Stampa) < 
 

Morgan/ Sgarbi: "Ospiteremo a Sutri, a Palazzo Savorelli, il suo studio"

Poi l'appello al Governo: "Vincolare la casa di Monza: è museo"


ROMA - Vittorio Sgarbi trova casa a Morgan. Lo storico e critico d'arte ha messo a disposizione del musicista il secondo piano di Palazzo Savorelli a Sutri, la cittadina della Tuscia di cui Sgarbi è sindaco dallo scorso anno.

Il Palazzo, che ha una storia secolare, è immerso in un grande parco ed ospita attualmente le iniziative culturali promosse da Sgarbi.


"Ho impartito le necessarie direttive ai miei uffici  - spiega Sgarbi - perché, almeno fino alla scadenza del mio mandato (tra 4 anni) Palazzo Savorelli possa ospitare lo studio di Morgan. Qui potrà trasferirsi già nei prossimi giorni. L'arte e la creatività vanno sostenute in maniera concreta. Qui Morgan potrà insegnare il suo magistero ai giovani sensibili alla musica"


Contestualmente Sgarbi chiede al Governo di apporre un vincolo sulla casa di Monza andata all'asta e dalla quale Morgan è stato sfrattato alcuni giorni fa: "Quella di Morgan è una casa museo. C'è di tutto: dai suoi strumenti musicali alle bobine con le registrazioni di dire e ore di concerti e sessioni musicali con altri artisti. E poi libri, cimeli della storia della musica italiana e internazionale di artisti come Lennon o Byrne, vestiti, dischi, Cd, film e migliaia di libri.

Chiederò ai miei colleghi parlamentari di sottoscrivere una mozione che impegni il Governo  ad agire, presto, in questa direzione"


l'Ufficio Stampa

(Nino Ippolito)

+39 334 3265383

press@vittoriosgarbi.it



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L'altro punto di vista su Libra



Da: Newsletter Financecommunity.it 
 


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Newsletter N° 199 de l 26 giugno 2019

L'altro punto di vista su Libra


di laura morelli

Dalla scorsa settimana, i giornali economico finanziari (e non solo) di mezzo mondo hanno discusso, esaminato e dibattuto sulle conseguenze e sull'efficacia di Libra, la criptomoneta annunciata da Facebook e che dovrebbe essere disponibile al grande, anzi grandissimo, pubblico a partire dal 2020.

C'è chi ha subito puntato il faro sulla sicurezza della valuta, chi ha sollevato dubbi sull'effettivo rispetto della privacy dei fruitori e chi, come le autorità di vigilanza, si è subito messo in allarme per capire in che termini questa nuova moneta dovrà essere regolamentata. 

Nella scorsa newsletter (la trovate qui) avevamo provato a ragionare su quali potessero essere gli effetti sul sistema bancario e l'analisi che era emersa non era affatto positiva per gli istituti di credito (o almeno per quelli intenzionati a nascondere la testa sotto la sabbia). Tuttavia, poiché uno degli obiettivi di questo spazio è anche quello di stimolare il dibattito, chi scrive si riserva la possibilità di affrontare nuovamente l'argomento, ma da un altro punto di vista. 

Su The Banker, Brian Kapler scrive infatti che Libra è in realtà una grande occasione per le banche. Come? Perché potrebbe far avvicinare al mondo dei servizi bancari tutte quelle persone (1,7 miliardi quelle stimate dal social network) che a oggi non hanno nemmeno un conto corrente.

L'assunto è che, poiché Libra è più economica e capillare rispetto alle tradizionali valute e quindi è più accessibile a tutti, questo utilizzo potrebbe fare da apripista a ulteriori necessità finanziarie, soddisfabili solo attraverso i tradizionali sistemi bancari, ad esempio un prestito o un conto corrente. Inoltre, le oscillazioni di valore delle Libre potrebbero portare a una corsa al cambio in valute analogiche e quindi alla necessità di account bancari. In questo senso, una banca accorta sarebbe quella pronta a realizzare conti correnti Calibra (il portafoglio digitale che contiene le Libre) compatibili e a cercare di sfruttare l'eventuale onda della criptomoneta a suo vantaggio.

Si tratta di una view interessante che lascia spazio a molte riflessioni. I risvolti di Libra possono essere molteplici, così come le impressioni sul suo conto. Quale è la vostra?

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