mercoledì 24 aprile 2019

Not new now. L'idea di nuovo alla prova dell'arte.



Da: Pierluigi Casalino 
 
Negli ultimi decenni la questione dell'impossibilità di realizzare qualcosa di nuovo nell'arte si è diffusa, esercitando una grande influenza. Sembra che tutti siano felici per la perdita della storia, dell'idea di progresso, del futuro utopistico: tutti momenti tradizionalmente connessi al fenomeno della novità. Così il mediologo russo-tedesco Boris Groys apre uno dei saggi raccolti nel suo Art Power, dove affronta l'idea di "nuovo" nell'arte, capovolgendo in parte la tradizione avanguardista che ci ha abituato a pensare che la novità risieda nella diversità e che il museo sia soltanto ed unicamente la roccaforte del vecchio. Al contrario, il museo è, secondo Groys, il luogo dove trovare, o meglio, prendere coscienza dell'innovazione attraverso il confronto con la storia e con ciò che già esiste, tenendo conto più delle uguaglianze che delle differenze. Molte occasioni di incontro artistico o mostre, quindi, spostano l'attenzione dell'anelito del nuovo, cioè al futuro, verso una maggiore consapevolezza del presente, dove ciò che davvero conta, in una prospettiva sociopolitica, è l'azione nel qui e ora. Una particolare iniziativa in tale direzione si distingue nei progetti di carattere pubblico, coordinati dal collettivo franco-marocchino "Awaln'art", la cui attività punta fin dagli esordi alla promozione dell'arte nel contesto urbano, estendendo il suo modello oltre i confini storici in cui si è formato in origine, affermandosi come elemento di analisi e di rappresentazione del rapporto dinamico tra città ed abitanti. In tale quadro, si individuano esperienze di un mondo culturale che non ti aspetti. Molti artisti appartenenti all'ambito culturale e geografico afro-mediorientale, ormai trattano senza infingimenti temi d'attualità, legati soprattutto all'intricata relazione tra mondo occidentale e mondo arabo. Tra essi nomi storici, quali il pittore Farid Belkhaia e il cineasta Ahmed Bouanani, entrambi marocchini e ora scomparsi, che, nella metà del secolo scorso, hanno presentato e contribuito a rinnovare l'identità del loro paese. Il primo attraverso una sorta di alfabeto berbero fatto di materiali tradizionali come il cuoio, la pelle, l'henne'; il secondo con un cortometraggio (e un solo lungometraggio del 1979, Mirage), dove la memoria storica si alterna ad un immaginario poetico dolce e ad un tempo amaro. Ad artisti di area araba, ormai celebri sulla scena internazionale, come il libanese Mouna Hatoum e il franco-algerino Kader Attia, si affiancano giovani emergenti, tea cui la marocchina Bouchra Khalili, che con i suoi video racconta metaforicamente la vita come un continuo viaggio e passaggio da un continente all'altro, il libanese Haig Aivazian, il cui racconto creativo è frutto di diverse sovrapposizioni linguistiche e semantiche, l'architetto siriano Khaled Malas, che ha partecipato anche alla biennale di Venezia del 2015, costruendo un padiglione temporaneo all'interno della sezione Monditalia alle Corderie, con un progetto di ricerca sui cambiamenti ambientali e paesaggistici che la guerra  ha provocato nel suo paese. 
CasalinoPierluigi

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Fazi editore: Novità in libreria, Gore Vidal e Chevi Stevens



Da: Fazi Editore  
 
Versione web
Inoltra
Care lettrici e cari lettori,
vi presentiamo le due novità di questa settimana, da oggi disponibili in libreria.
Buona lettura! 
non ti lascerò

Chevy Stevens
NON TI LASCERÒ

Dalla migliore autrice di thriller canadese, un romanzo che terrà avvinto il lettore dalla prima all'ultima pagina.

Un uomo molto attraente che ti porta in vacanza in un resort di lusso: il mare cristallino, la spiaggia bianchissima, un luogo paradisiaco. Un sogno, per Lindsey. Almeno in apparenza. Nella realtà, il matrimonio di Lindsey è un incubo. Andrew è un uomo morboso: qualunque gesto della moglie, anche involontario, può scatenare la sua rabbiosa gelosia e farlo diventare violento. Beve molto e ha minacciato di ucciderla, se scappa. Una notte, Lindsey riesce finalmente a fuggire portando con sé la figlia. Non torneranno più. Il marito verrà arrestato in seguito a un incidente e per lei e la bambina inizierà un periodo di pace. Undici anni dopo, Lindsey è una piccola imprenditrice, e la sua vita e quella della figlia adolescente scorrono tranquille in una nuova città. Lei frequenta un gruppo di sostegno e ha un nuovo fidanzato, Greg, che la ama più di quanto lo ami lei. Fino a quando Andrew non viene scarcerato e cominciano ad accadere cose strane, una serie di incidenti sempre più misteriosi.
Lei e Sophie sono nei guai o si sta solo suggestionando? È Andrew che vuole fargliela pagare per ogni giorno trascorso dietro le sbarre? È tornato per mantenere la sua promessa? D'altronde, chi altro potrebbe essere…? Con una scrittura accattivante e frenetica, che avvolge il lettore e lo lascia senza fiato, Chevy Stevens ci porta negli abissi dell'ossessione amorosa e dei legami sbagliati.

«La scrittura tesa di Stevens e la sua fredda descrizione dell'amore malato rendono questo romanzo una lettura avvincente dall'inizio alla fine».
«Publishers Weekly – Starred Review»

«Il ritmo non rallenta mai, finché un omicidio fa impennare la narrazione… Dallo sguardo di Stevens su una donna perseguitata da un uomo violento scaturisce un thriller dal ritmo serrato con un colpo di scena finale imprevedibile». 
«Kirkus Review»

«Appassionante… Indimenticabile».
Gillian Flynn, autrice di L'amore bugiardo. Gone girl

«Vi lascerà stupefatti».
Karin Slaughter

«Un thriller che dà i brividi: riserva continue sorprese».
«The New York Times»

impero

Gore Vidal
IMPERO

Dopo L'età dell'oro e Emma, 1876 prosegue il ciclo Narratives of Empire: sette romanzi che, tra feroci polemiche e grandi consensi, hanno accompagnato Gore Vidal per oltre trent'anni. Una vera e propria controstoria dell'America, dalla costituzione degli Stati Uniti d'America fino al secondo dopoguerra, in cui s'intrecciano magistralmente episodi e personaggi reali e d'invenzione.
Con Impero, Gore Vidal ci trasporta dal diciannovesimo al ventesimo secolo, dalla repubblica di Lincoln alla nazione che vuole estendere il proprio dominio nel mondo, prefigurando quella che sarà la storia americana futura. Attraverso gli occhi di John Hay, segretario di Stato sotto i presidenti William McKinley e Theodore Roosevelt, assistiamo alla nascita della politica espansionista degli Stati Uniti, che decreta la fine degli antichi ideali su cui si fondava la repubblica di Lincoln e l'inizio dell'Impero Americano. Con il ventesimo secolo, inizia la conquista del mondo, che vede gli USA in competizione con l'Europa, il Giappone e la Russia. Oltre a John Hay, Henry James, lo scrittore che denuncia la politica espansionista americana; Henry Adams, nipote e pronipote di presidenti, grande storiografo, simbolo di antichi ideali che non esistono più; Caroline Sanford, ambiziosa e anticonformista proprietaria del «Tribune», il giornale di Washington, in lotta con il fratellastro Blaise per l'eredità paterna. Ma emergono, fra tutti, i ritratti magistrali di due importantissimi protagonisti del periodo, simboli dell'anima contraddittoria degli Stati Uniti: Theodore Roosevelt e William Randolph Hearst, proprietario di ben otto giornali nazionali, astuto inventore e abile manipolatore di notizie, pubblico moralista dalla vita privata dissoluta. Entrambi diventano nel romanzo la personificazione di due archetipi centrali in tutta l'opera di Vidal: il detestato imperialismo americano e il potere pernicioso dei media.

«Vidal è il maestro del romanzo storico americano… La sua visione della politica americana, passata e presente, è talmente potente da destare ammirazione».
Harold Bloom



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Sgarbi su Ingroia: “Commovente la sua battaglia ‘per la verità e la giustizia’, ora che da avvocato difende anche presunti prestanome di Matteo Messina Denaro e finti paladini dell’antimafia”



Da: VITTORIO SGARBI - (Ufficio Stampa) 
 

Sgarbi su Ingroia: "Commovente la sua battaglia 'per la verità e la giustizia', ora che da avvocato difende anche presunti prestanome di Matteo Messina Denaro e finti paladini dell'antimafia"


ROMA - Vittorio Sgarbi replica all'ex Pm Antonio Ingroia che dall'America Latina, nel tentativo di difendersi dalle accuse di essersi presentato all'imbarco di un volo Air France in "stato di ebbrezza",  ha detto: "Questa fake news ha ridato fiato ai nemici del processo sulla trattativa Stato/Mafia, come Vittorio Sgarbi, che ne hanno approfittato per accanirsi contro di me".


"È commovente - replica Sgarbi - la battaglia di Ingroia 'per la verità e la giustizia" ora che da avvocato penalista difende, senza particolari scrupoli di coscienza,  presunti prestanome di Matteo Messina Denaro e finti paladini dell'antimafia. ( Si leggano qui i particolari: https://www.lasicilia.it/news/cronaca/224427/mafia-scommesse-politica-e-lingotti-d-oro-le-trame-dei-clan-trapanesi.html)


E comunque, la nota di Air France di pochi minuti fa - aggiunge Sgarbi - è assai chiara: "Non rifiutiamo, senza una valido motivo, a bordo dei nostri aerei, passeggeri che sono in possesso di un biglietto"


Sono certo, comunque, che Ingroia - conclude Sgarbi - abbia letto Umberto Saba: "La vita è così amara, il vino è così dolce; perché dunque non bere?"


L'Ufficio Stampa

(Nino Ippolito)

+39 334 3265383

press@vittoriosgarbi.it





Sgarbi aggiunge: l'ex Pm ora avvocato ha dimenticato di essere anche un difensore di Mmici, finto esponente dell'antimafia e di numerosi

Tutte battaglie per L verità è per la giustizia 



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Ferrara: Pubblicazioni TED: C'era una volta il PCI



Da: Riccardo Roversi 

Il PCI nel 1956: Elezioni Amministrative a Ferrara Formato Kindle

di Autori Vari (Autore)

"Questo libro contiene la riproduzione anastatica integrale dell'opuscolo originale dal titolo Come abbiamo amministrato e come amministreremo Ferrara e il suo forese, con il sottotitolo Più voti al P.C.I. perché le cose cambino in Italia, pubblicato in occasione delle Elezioni Amministrative. Ferrara - Maggio 1956. Al lettore ogni libero giudizio, commento e critica" .

Altri tempi... quando il PCI di Togliatti mirava al futuro e al progresso e   modernizzava la pur democratica ma passatista neorepubblica italiana post seconda guerra mondiale: certo l'ombra di Mosca restava, ma già quel comunismo all'italiana  che  esprimeva i lavoratori (e  non i radical chic odierni dei poteri forti e le banche e l'euro totalitario...)  nella sostanza era un socialismo radicale: poi Togliatti doveva giocare a nascondino per forza con la potente Urss.  Anche  Ferrara all'epoca esprimeva quello spirito  progressista. Ottimo "risveglio" web quindi per questo testo prezioso che ricorda la memoria che fu  ai cialtroni di oggi....Altri Tempi..  R.G.



ecco qua i link di altre nuove pubblicazioni di Tiemme Edizioni Digitali 


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Gol, Rendine lancia la squadra: "Riteniamo di interpretare le necessità dei ferraresi" | estense.com Ferrara

Gol, Rendine lancia la squadra: "Riteniamo di interpretare le necessità dei ferraresi" | estense.com Ferrara: di Simone Pesci 'Un lista che vede la più giovane candidata della compagine elettorale (Marika Zanella, 18enne studentessa al quinto anno del Bachelet, ndr), che ha più donne che uomini e che è uno spaccato del territorio ferrarese'. Il candidato sindaco di Gol Francesco Rendine lancia la sua squadra, presentata in quello che 'fra qualche tempo speriamo sia il bar Gollery' dice con ironia Massimo Masotti, coordinatore provinciale del movimento e fra i 32 in corsa per un posto da consigliere comunale. E' ancora Rendine a parlare a proposito delle 17 donne e dei 15 uomini che hanno deciso di mettersi in gioco: 'Ci sono tante persone del commercio, imprenditori, studenti, laureati che hanno appena iniziato a lavorare, e persone che che lavorano da lungo corso. Riteniamo di interpretare quelle che sono le necessità del cittadino ferrarese'. Leggendo uno per uno i nomi dei propri sostenitori, e prima di lasciare spazio a Masotti che illustra alcuni punti salienti del programma elettorale,