lunedì 27 marzo 2017

Il figlio del Kaos e il figlio dell’Aspromonte sono un viaggio accanto di Pierfranco Bruni

  

di Pierfranco Bruni

Il figlio del  Kaos e il figlio dell'Aspromonte sono un viaggio accanto

 


 

Corrado Alvaro scrissi delle pagine singolari su Luigi Pirandello e aveva ragione quando ebbe a dire che "In Pirandello l'uomo si scopre parlando". La parola diventa la completezza di un processo linguistico che ha, nel suo interno, una sintassi ben articolata e una dimensione metaforica.

La parola, in Pirandello, è sempre linguaggio. Stiamo per celebrare gli 80 anni della morte di Luigi Pirandello e la lingua e il personaggio sono un incontro.

Il linguaggio del personaggio che si legge come destino. Il linguaggio che scava in un vocabolario di consistenze grammaticali. Il linguaggio che si lascia attraversare dalla storia e segna, emblematicamente, il tempo della scrittura.

C'è un'umanità che si fa scrittura. In questa umanità la lingua pirandelliana si confronta con la Oggettività e con la Soggettività in un processo di osmosi tra dialetto e lingua e, soprattutto, tra parlato e scritto.

In Pirandello anche la poesia si legge e si ascolta come una lingua parlata, intrecciando l'uso comune e il registro dialettale. Infatti, nel dialetto individuò sempre l'originalità di una lingua dialogante, appunto, tra dialetto e lingua. Le sue radici sono uno scavo nella metafora del sentimento del contrario.

La parola e tale sentimento creano, a loro volta, la condizione dell'uomo solo o la solitudine del personaggio, perché è in una visione di solitudine che lo scrittore recupera la sua eredità sia geografica che esistenziale. Nella metafora della condizione umana Pirandello vive la crisi del linguaggio che è la perdita e il recupero della parola – lingua.  Il Novecento è un secolo bizzarro e lo diventa ancora di più nel momento in cui la parola ritrova la sua metafisica a priori.

Pirandello è la grecità soffusa. Alvaro è un Mediterraneo esteso.

Le sue parole sono un testamento: "Io dunque son figlio del Caos; e non allegoricamente, ma in giusta realtà, perché sono nato in una nostra campagna, che trovasi presso ad un intricato bosco, denominato, in forma dialettale, Càvusu dagli abitanti di Girgenti… corruzione dialettale del genuino e antico vocabolo greco Xàos".

Pirandello ha fatto della "corruzione dialettale" un linguaggio universale nel quale la metafora trionfa tra l'ironia, l'umorismo e la classicità.

Ci sono origini, radici, identità che non si perdono. Restano custoditi nel labirinto della memoria e ritornano, si ritrovano, rivivono come fantasmi e non sono fantasmi. Sono riferimenti. Anzi sono miti o archetipi che si individuano nella pronuncia di un tessuto territoriale che è una reale linea etnica.

Il mythos è poesia e diventa un romancero. E' Corrado Alvaro che sa raccontare il viaggio di Pirandello. Uno scavare nelle memorie del mondo sommerso.

I simboli stringono la terra nella lingua. Così avviene, in Pirandello, a partire proprio dalla poesia che non solo è il nucleo di partenza della lingua intrecciata alla grecità e alla mediterraneità, ma è il nucleo della sintesi e delle relazioni tra la recita della parola e la teatralizzazione dei linguaggi in una nostalgia di voci che hanno il suono del mare.

In Pirandello il mare ha il suono di echi che fanno di Mal giocondo il destino di un uomo che si trasforma in destino del personaggio. Uno scavo che non è soltanto tematico (considerata la presenza del mare), ma si incentra in una questione che costantemente chiama in causa sempre la lingua.

Le parole (o la parola) pongono una situazione di crisi che si catalizza nella versione dei contrari. Ma in Pirandello l'essenzialità è l'estremo limite del possibile che ha bisogno dell'impossibile per reggersi.

L'impalcatura poetica è il sistema letterario di un poeta che pur abbandonando la sua terra vi rimane dentro, e quella sua terra viaggia con lui attraverso la lingua, il linguaggio e la parola. La terra viaggia attraverso la parola. E viaggiare è, in Pirandello, conquistare le radici.

Quella "corruzione dialettale" è una interscambiabilità tra lo scavo della parola nella grecità del vissuto pirandelliano e le eredità dei linguaggi arabi di Girgenti. Il tutto in un dialogare tra il personaggio "io" e i personaggi nell'io. Il figlio del Kaos e il figlio dell'Aspromonte sono un viaggio accanto.

 



domenica 26 marzo 2017

La Spal perde il primato: penalizzata dall'arbitro decisivo, ma Frosinone da Serie A

di M. Cremonini


O-2 in certo senso imprevisto contro un sontuoso Frosinone nel secondo tempo, dopo una prima parte con la Spal sfortunata (palo di Antenucci) e penalizzata dall'arbitro che non vede un goal per nulla fantasma. Poi sullo 0-2 arbitro e guardalinee si ripetono negando una possibile rimonta della Spal, non concedendo un rigore netto su Lazzari in piena area di rigore. Ma così è il calcio.  In certo senso la Spal ha perso il primo incontro in Serie A, il Frosinone alla lunga ha chiaramente meritato (un palo anche di Dionisi che poteva essere un non banale per lo "spirito" 0-3), gestendo bene il vantaggio, raddoppiando subito e in questo caso ha pesato l'esperienza dei laziali, retrocessi dalla A appena una stagione fa, e l'inesperienza al contrario della Spal, neopromossa in B.  Ma l'incontro clou di oggi che costa il primato ai biancazzurri consegnandolo al Frosinone, probabilmente è un arrivederci per entrambe nella massima serie. Infatti il Verona  arranca in casa con il Pisa a 3 lunghezze quindi dalla Spal. E le quarte sono a 10 punti, distanza che potrebbe essere interessante a fine campionato, eventualmente, se confermata. E così, ribadiamo, é il calcio: con un altro arbitro la Spal forse avrebbe vinto, l'1-0 negato sul goal fantasma è stato un bivio per la partita, la società merita più attenzione e qualche protesta ufficiale sarebbe legittima, senza togliere nulla all'ottimo e lanciatissimo Frosinone.


http://www.estense.com/?p=606064


 

Al “Mazza” esulta il Frosinone | estense.com Ferrara

Al “Mazza” esulta il Frosinone | estense.com Ferrara: (foto di Alessandro Castaldi) Grazie alle reti di Ciofani ed Ariaudo, il Frosinone sbanca il 'Mazza' nel big match del 32° turno del campionato di serie B. La Spal si arrende alla squadra ciociara nella ripresa, dopo una bella prima frazione ed il palo colpito da Antenucci: non mancano le recriminazioni per i biancazzurri, con alcune decisioni arbitrali dubbie ed un possibile gol non convalidato dal direttore di gara. Il Verona pareggia in casa con il Pisa, i biancazzurri nonostante la sconfitta rimangono così soli al secondo posto della classifica ed ancora vicinissimi al vertice. LA GARA. Sole, terreno splendido e soprattutto una cornice da oltre 9mila spettatori. Non si poteva davvero chiedere di più e di meglio per una partita, quella tra Spal e Frosinone, che raccoglie emozioni difficilmente raccontabili e ricordabili nel recente passato della storia biancazzurra. Estensi e ciociari, prima contro seconda, una sfida che se non decide ovviamente oggi il futuro del torneo di serie B,

LA VIA DELLA MENZOGNA OVVERO IL TRIONFO DELLA DEMAGOGIA

Uno dei mali più gravi della democrazia, scriveva Tcqueville, è l'amore smodato verso di essa, un amore che genera menzogna e demagogia. Il problema è antico e complesso, ma ora diventa globale proprio per questo ancor più insidioso. I due clamorosi casi del 2016 sono le vittorie di Brexit in Gran Bretagna e quella di Trump in America. Tutto ciò deriva dall'uso spregiudicato ed artefatto della parola e specialmentwe della lingua politica, che esalta al ruolo di credibile la falsità ai danni della verità. Un difetto che contagia ormai anche i giornalisti che intellettualmente dovrebbero farsi paladini del vero per fornire un serrvizio di giusta informazione alla gente e non avvelenarla di menzogne periciolose. La retorica ha sempre utilizzato enfrasi, esagerazioni e magniloquenza a buon mercato. Ma ora si va oltre i limiti della decenza e ne emerge una rappresentazione del<mondo scorretta e persino disastrosa per l'intelligenza. E' il tronfo della demagogia senza fine, un mexxanismo che suscita rissosità e confusione. Nulla è più vero, tutto è virtualmente menzognero, pericolosamente distruttivo. Quella passione per la verità che predicava Aristotele è oggi smarrita in un nihilismo di maniera che deprime il pur minimo senso critico. Quando Habermas di sfera critica dell'opinione pubblica non pensava forse a che punto invece saremmo arrivati
Casalino Pierluigi

CARAVAGGIO SUPERSTAR

Conosciuto a lungo per essere un oucast ereticale della pittura tardo-rinascimetale e poi recuperato per una genialità di straordinario livello creativo e modernità, Caravaggio, Angelo Merisi detto il Caravaggio, trova uno spazio di particolare visibilità in una mostra d'eccezione che si svolge dal 18 marzo al 1° ottobre 2017, dal titolo Caravaggio-Experience, presso la reggia di Venaria Reale di Torino. Nelle grandiose architetture della Citroniera Juvarriana della Reggia di Venaria, il visitatore resta attratto e coinvolto in uno spettacolo di proiezioni, di immagini e di musiche della durata complessiva di 50 minuti circa, in funzione contemporaneamente lungo tutto il percorso, sdenza interruzioni e a ciclo continuo, in cui sono evocate 57 opere del grande pittore lombardo.  Caravaggio-Experience è evento speciale e suggestivo che propone l'opera dell'artista utilizzando un approccio contemporaneo: l'uso di un sofisticato  sistema di multi-proiezione a vastissime dimensioni, combinato con musiche suggestive e fragranze olfattive di elevata percezione qualitativa, porta il visitatore della mostra, ma anche la valutazione itinerante della critica a vivere una speciale esperienza, unica ne suo genere, anche sul piano sensoriale, attraverso una vera e propria "immersione" personale dell'arte del maestro del Seicento.
Casalino Pierluigi