La sindrome russa



Da: Pierluigi Casalino <pierluigicasalino49@gmail.com>
 
Il tentativo russo di voler recuperare terrori non suoi, solo perché in passato appartenuti all'impero zarista o sovietico non è  nuovo ed è profondamente inaccettabile. Le sanzioni sono quindi sacrosante per ricondurre alla ragione Putin e i suoi seguaci e preservare l'umanità da guai peggiori. Le manovre del Cremlino rappresentano gravi violazioni del diritto internazionale, in quanto attentano alla indipendenza e alla libertà di stati sovrani e di popoli che chiedono solo di vivere in pace e difesi nella loro esistenza civile di soggetti giuridicamente riconosciuti. Si tratta di stati che si sono affrancati dal dominio russo e si sono resi indipendenti dopo un lungo tempo di asservimento a potenza straniera, quali sono stati l'impero zarista e quello sovietico e non intendono ritornare nuovamente sotto il tallone del nazionalismo moscovita. La deflagrazione dell'ordine zarista (al pari di quello austroungarico) ha generato stati nuovi nel Vecchio Continente, mentre il crollo dell'Urss ha sanato le ferite della guerra fredda e della cortina di ferro su popoli che amano la loro libertà. Non è pertanto accettabile la pretesa del Cremlino di voler riscrivere a suo uso e consumo la Storia, basandosi su menzogne spudorate e su operazioni di disinformazione e destabilizzazione delle democrazie occidentali. L'invasione dell'Ucraina e le precedenti azioni contro la Georgia costituiscono gravi attentati alla giustizia tra i popoli. Analogamente le minacce alla Polonia e ai Paesi Baltici e ad altri paesi costituiscono scellerate prese di posizione da condannare duramente. La guerra russo polacca del 1920, e' da celebrare per la schiacciante vittoria polacca dell'Armata Rossa, che pretendeva con la scusa della propaganda bolscevica di occupa re uno stato ex zarista, ma è anche da ricordare per spingere la comunità internazionale a tutelare l'indipendenza ucraina. Oggi Putin parla di nazismo, ma Stalin si alleò con Hitler per spartirsi la Polonia nel 1939, sempre a vantaggio dell'allargamento dei confini della Russia sovietica. La divisione dell'Europa del 1945 non può più tornare, ma neanche la linea della libertà del Vecchio Continente può essere valicata dall'irresponsabile despota del Cremlino che intende riprendere l'antico sogno messianico della Terza Roma riveduto e corretto sia nelle forme internazioniste panrusse ex sovietiche che in quelle neo zariste di oggi.
Casalino Pierluigi