La scienza in scena nel futuro prossimo?

http://www.ferraraitalia.it/la-citta-della-conoscenza-i-fari-sulla-scena-collettiva-si-sono-spenti-151972.html

di Giovanni Fioravanti


di  R. Guerra- Nota sull'intervento articolo vedi link sopra


?  in realtà non il Futuro deve tornare, ma venire alla luce nelle menti limitate  di preti, politici, ma anche intellettuali e anche giornalisti che - plasmati per opportunismo o inconsciamente- collidono sempre con le stanze dei bottoni, economiche e meno e cementano  il regime più o meno orwelliano dominante: nelle periferie  e le capitali dell'impero, europeo soprattutto. Più complesso  e dinamico, piaccia o meno, il divenire contemporaneo, ancora in Usa, GB e paesi nordici,  Cina, Giappone, Canada, Australia ecc.  

Sempre non pervenute primavere o illusioni Green  ecc.  in Africa e Paesi Arabi.  In realtà nel linguaggio scientifico l'Uomo del Futuro è ben vivo ma per forza di cose - e anche scelta viste le scimmie politiche extrascientifiche  e anche culturali prevalenti  poco negoziabili- tutt'oggi  gli scienziati  in senso espansivo privilegiano laboratori e simili astronavi a circuito più o meno chiuso. E' l'umanesimo scientifico, anche radicale,  il linguaggio desiderabile e creativo del nostro tempo e del futuro, le masse gira e rigira optano ancora per religioni, politiche e  mass media tradizionali e  le varie caste anche culturali  poco inclini ai paradigmi scientifici anche psicologici, se non contrarie.

In realtà la scuola, ma una scuola ben diversa, può benissimo essere link fondamentale per la società scientifica del futuro, ma non è più un "monoteismo" : famiglia, mass media, internet in particolare hanno ruoli strutturali  inediti e a volte nuovi,  altrettanto se non più potenziati, proprio dopo la Rete e l'informatizzazione della vita quotidiana: la scuola intesa in senso stretto pedagogico è superata. In realtà abbiamo bisogno di una nuova educazione dinamica e anche ludica, non moralistica o troppo accademica- al mondo dopo il Web e che consideri religioni e politiche come archeocultura d'interesse essenzialmente storico ma roba d'altri tempi, di una nuova arte più condivisa del nostro tempo al passo con la tecnoscienza e nuovi tecnorituali pop.   E obiettivi minimali a livello sociale, epicurei al massimo, non utopici e fantasociali obiettivi virtuosi che interessano sempre solo a minoranze, anche più o meno fortunate, la vita non è facile...

Ovviamente "neoutopie" anche scenari creativi ma meno virtuosi; vero, siamo in decadenza e probabilmente per altri due/tre decenni  si vivrà l'inerzia regressiva e poco avveniristica: la storia è lenta,  anche i dinosauri non sono spariti subiti con l'asteroide, certamente quando comunisti, preti, ecoluddisti ideologici, new aggers vari, vecchi reazionari, non ultimo e fondamentale  anche il vero potere totalitario strisciante contemporaneo e semiorwelliano -  pseudoliberal tecnocratico in senso letterale, leggi Grande Finanza ecc- e tutto il suo immenso esercito di fans opportunisti o  semplici uomini comuni: il popolo è abc di ogni democrazia, ma siccome espressione anche della natura umana ambivalente, meglio inserire questo dato .. nel registro di sistema per ogni scenario alternativo. Prima o poi, ci auspichiamo, il mondo della scienza entrerà direttamente  nell'agorà della fu politica.... cambiando ovviamente anche certe regole abusodemocratiche che favoriscono non le città o i mondi della conoscenza, ma semplici ricambi dello status quo ancora essenzialmente primitivo, non conoscitivo e non meritocratico (sia ben chiaro riguarda eccome anche storicamente - certi supposti pseudoprogressisti politici in Italia e non solo).

Tempi virtuali quindi probabilmente ancora per 2 o 3 decenni con tutte le incognite del futuro che per forza hanno già defuturizzato le nuove generazioni "medie".

Salvo asteroidi in certo senso psicosociali che però la Storia a volte ha sempre in serbo. Cordiali Saluti  RG.