In Italian Rose... La nuova parola femminile, autrici varie, a c. di R. Guerra, prefazione di G. Scanavini (La Carmelina) si segnala Ada Cattaneo, transumanista. Di seguito una breve intervista e un estratto dal volume, che include, tra altro, anche una intervista all'autrice di S. Vaj.
D -Ada Cattaneo, il transumanesimo artistico, una sorta di anello di congiunzione?
R - In virtù del suo spirito libero ed irrequieto, il transumanismo artistico gioca un ruolo fondamentale nei profondi cambiamenti in atto. Può essere un anello di congiunzione ma anche un wagneriano anello del Nibelungo.
Lo gnomo Alberich, personificazione della grettezza bottegaia che si impossessa dell'anello magico per divenire padrone del mondo, rappresenta i burattinai della globalizzazione, dell'omologazione e dell'egualitarismo. Di contro si pone il magico Wotan, gli artisti, i poeti (ποιητής) che con la loro opera contribuiscono a preparare il Ragnarok, lo strappo futurista (Umbruch), tramite il quale emergerà un nuovo ordine cosmico e l'uomo supererà se stesso, ergendosi a faber sui e divenendo ciò cui deve incessantemente tendere: l'Ubermensch. Questo è il ruolo che tendo ad attribuire all'arte, alla poesia ed alla narrativa di orientamento transumanista
L'ULTIMO ELFO E LA STIRPE UMANA
Nel tempo dei tempi, i boschi erano aree sacre che custodivano meravigliosi e terribili segreti: misteri celati, per millenni, da un impenetrabile intrigo di alberi e creature magiche, talvolta fatate, talaltra diaboliche. Perciò la gente aveva imparato ad evitarli e, poi, persino, in certi casi, ad obliarli.
O, forse, furono proprio essi stessi a farsi dimenticare dall'avida ed insulsa stirpe umana, in virtù dell'arcano potere che il divino ha di nascondersi per manifestarsi soltanto a chi ne è degno.
Di fatto, dunque, nelle foreste, di giorno, si addentrava al massimo qualche vecchia strega a prendere le erbe per pozioni, filtri e decotti. Di notte, invece, le frequentava soltanto lo scemo del villaggio di turno che, proprio in quanto tale, non conosceva paura. Tutti gli altri ne rimanevano più che volentieri lontani, limitandosi a bazzicare per gli aperti spazi erbosi. A dissuaderli c'era anche una strana creatura immortale, o, per la precisione, un elfo. Era il Salvarèl, che abitava proprio nel cuore più profondo e tenebroso della macchia ed aveva una congenita allergia nei confronti dei mediocri umani. Così, ogni volta che ne incontrava uno, si agitava all'inverosimile, continuava a starnutire ed a grattarsi ovunque.
Sino ad allora era riuscito a tenerli lontani dal suo regno incantato con ingegnosi stratagemmi e raffinati espedienti, ma, stavano diventando sempre più spudorati ed arroganti, dimenticando il rispetto per il sacro ed ignorando le ataviche paure. Per ciò era convinto che prima o poi, avrebbero messo in pericolo il suo tesoro più prezioso: l'oro della sapienza e della saggezza del quale era rimasto l'unico custode.
Ed il fatidico giorno, non tardò ad arrivare. Il Salvarèl si stava aggirando nei pressi di una limpida polla di cristallina acqua sorgiva allorché udì l'immota e tranquilla aria dilaniata da sordi tonfi, cupi rumori e colpi tremendi. Qui vide l'incredibile. Stavano sradicando le sacre querce, i fatati faggi, gli eterni pini custodi della memoria ed incubatori della speranza per costruire un centro commerciale, con un grande parcheggio, dove smerciare stupidi gadgets di plastica a basso prezzo...
"Assassini, assassini", gridò con il poco fiato in corpo.
Il rumore assordante delle macchine copriva la sua vocetta. Tentò, allora, di lanciare contro quei violentatori il più potente degli anatemi. Provò e riprovò, senza esito alcuno.
"Ma come" pensò, "non l'ho mai usato per non sprecarlo; ed ora che serve, non funziona?"
Sconvolto ed abbattuto, pestò i piedi per terra, si strappò i capelli, saltò di tronco in tronco, di valle in valle. "Delinquenti, delinquenti", continuava ad urlare inutilmente.
Ma nessuno lo stava a sentire. O era egli stesso che non riusciva a farsi ascoltare?
Si voltò e vide cadere, una ad una, le antiche e venerate legnose essenze, ferite a morte proprio come lo era lui. Spergiurò, protestò, invocò tutte le forze antiche che regnavano con lui, da sempre, nel bosco. Ma nessuna rispose. Nessuna si presentò alla chiamata: non c'era più nessuno.
"Dove sono finiti?" disse disperato. "Come è possibile che io sia l'unico a restare? E perché sono andati via, proprio ora che c'è da combattere la più importante delle battaglie, quella per salvare il nostro mondo magico?"
Salvarèl era forse l'ultimo rimasto? Era l'unico che aveva capito? L'unico che aveva avuto il coraggio custodire le radici, la memoria, il passato perché sapeva che erano sacri, che erano l'unica speranza di un futuro?
"Pagherete, pagherete per questo", gridò con le lacrime agli occhi.
Il suo urlo soffocato invece di propagarsi con l'eco, si frantumò tra i rami morti. Nemmeno un amico era rimasto. Persino il sordo eco aveva sentito il Tempo Nuovo avanzare ed era fuggito.
Ma che tempo era quello? E chi lo aveva evocato? Erano stati loro, i mediocri umanuncoli. Allora Salvarèl capì il motivo della sua innata antipatia per quella stirpe… Comprese che la sola speranza di salvezza non sarebbe mai potuta venire da loro, ma solo da qualcuno o qualcosa che avesse la forza di superarne le meschinità, le grettezze, le ipocrisie, che osasse andare oltre… da un Oltreuomo che sappia re-incantare il mondo.
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Web ed Eye Tracking: per una comunicazione più efficace. A cura di Olivero N., Russo V. in Psicologia dei consumi, McGrawHill, Milano, The origins of the Multisensitive Society. Lambert, Saarbrücken Postmodern aesthetization: homo holisticus's sensorial and emotional experience. In Mele V. (ed). Sociology, Aesthetics & The City, Pisa: Pisa University Press; Fantasmagorie dal futuro? La città polisensoriale. In Paone S. (acd) Alla ricerca della città futura. L'ambiente nella dimensione urbana. Pisa
In ambito letterario, L'incantata Terra dei Draghi. Leggende e Tradizioni Lombarde; Incanti dei Natali Lombardi. Le nostre leggende e tradizioni. Associazione Padre Monti, Saronno Magie e misteri del quotidiano. Leggende lombarde. Nicolini, Gavirate.
INFO
http://www.psicologiadeiconsumi.it/chi-siamo/team/ada-cattaneo/