giovedì 7 gennaio 2021

Psicanalisi del futuro di Roby Guerra (La Zona Morta Magazine)

E' online per Tiemme Digitali (TED), a cura dello scrittore Riccardo Roversi, l'e-book PSICANALISI DEL FUTURO – L'HOMME MACHINE FUTURISTA di Roberto o Roby Guerra che dir si voglia, futurista, una analisi non a caso del futuro alla luce della psicanalisi culturale e dell'avanguardia italiana storica, e non solo, del Movimento rivoluzionario di Marinetti.
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PSICANALISI E CIBERNETICA…

Concludiamo con un "semplice" mind game specifico ancora psico-letterario: come captare certe mappe psichiche nella psicanalisi del futuro (senza alcuna pretesa, sia ben chiaro, tecnica), immaginandoci di incontrare Freud e Jung (e seguaci) magari nel bar alieno di Star Trek?

Per "l'alieno Freud": Eros e Thanatos, nella loro complessità, cosiddetto bene e cosiddetto male restano micropsicochip "binari" con la pulsione sessuale in senso sempre complesso ma "primaria".

Se si vuole l'Es, strizzando l'occhio ai seguaci creativi o anche paralleli storici, magari Groddeck e Lacan e Bion, rivalutato anche come potenziamento altrettanto creativo (come poi intendeva in realtà lo stesso Freud) e non solo regressione o subordinato all'Io e al Principio di realtà (come certa vulgata).

In ottica quindi coerentemente per intenderci almeno epicurea o relativamente "libertina", nello stesso tempo – pur importante e fondamentale certo ridimensionamento del Super Io (e anche del Super Es "matriarcale").

Molto succintamente, un relativo nuovo paradigma "culturale".

Nel gioco dell'Es soprattutto il cosiddetto Passato o Futuro anteriore, Arte, Filosofia o Religione o persino "scienze magiche" circoscritte e soprattutto all'Immaginario o l'Immaginale puri.

Per "l'alieno Jung": a ben vedere Jung a modo suo i suoi archetipi erano e sono comunque espressioni originarie di pulsioni del corpo o sensoriali, un gioco dell'Es elevato infatti al mito, come sublimazione e il Gioco del Sé un potenziamento del Gioco dell'Io nel e al di là del male e del bene.

Ovvio si parla di "semplici" mappe non del Territorio poi pragmatico che relativizza ogni mappa.

Poi magari, vano negarlo dopo decenni di politicamente corretto: il cosiddetto Irrazionale è anche razionalità simbolica e-semiotica positiva, l'Uomo (maschio) è quantitativamente e mediamente più intelligente della Donna (Femmina) e specularmente quest'ultima è mediamente più intuita e creativa dell'Uomo (Maschio) e più o meno così via…

Mentre tutti gli "alieni seguaci" più in gamba constaterebbero (al di là delle singole scuole conoscitive – e le gelosie o competizioni ancora presenti) la cosiddetta libido (per dirla con Lacan,) una megastruttura aperta e mobile o persino mutante, cibernetica simile al Dna, la Libido come Informazione.

…La Struttura di Lacan, l'Es di Groddeck, gli archetipi di Jung, i coinemi di Fornari, anche certa De-Struttura di Delo-Deleuze-Guattari e altri.

E ora a tutti uno psicospritz galattico per un brindisi sempre freudiano alla fine di ogni analisi, com'era il fondatore della psicanalisi.

E con Jung accanto… e magari anche il padre della cibernetica Norbert Wiener…

Buona lettura.

A cura della redazione


 

Pierluigi Casalino: Dante e Ulisse.

 


Da: Pierluigi Casalino  


Dove Dante ha incontrato Ulisse? Ecco una domanda paradossale, ma che tale non è in quanto tra i poeti e i grandi della storia e del mito il rapporto fantastico e creativo si verifica sempre non casualmente, bensì all'interno di una identificazione, non di rado inconscia, di un'affinità profonda, di una misteriosa omogeneità di destino, di un comune richiamo dell'alto, comunque questo abbia poi a qualificarsi. Naturalmente è arduo rispondere a questa domanda, anche se è lecito tentarlo, sebbene ci obblighi a ripercorrere a tentoni, nella luce crepuscolare delle agnizioni segrete, i cammini più tortuosi ed affascinanti della genesi di alcuni dei più grandi miti poetici. Nel rapporto tra Dante e Ulusse probabilmente è da cogliere uno stimolo che travalica la cultura ed investe direttamente l'anima in una delle sue zone più profonde e quindi ineffabili. Dante fu autorizzato alla sua "visione" non soltanto dalla potenza della sua fantasia e  dall'incombenza di un drammatico destino: la radice più segreta d'essai stette, certo, nel presentimento mistico di essere un destinato a lei da un'investitura divina. Egli si sentiva misteriosamente scelto dalla volontà celeste ad essere strumento, in quell'alba del nuovo secolo, per ricondurre l'umanità, attraverso, l'iniziazione del giubileo- penitenza e la riconquista dell'autenticità del messaggio redentore di Cristo- nel solco del progetto di salvezza cosmica, disatteso e contrastato dalla molteplice peccaminosita' sia degli eredi di Cesare che degli eredi di Pietro. Ed è nello spirito di questa investitura mistica che Dante si è incontrato con Ulisse. A consegnarli alla sua fantasia è stata solo la sua paradigmicita' di eroe omerico che nella propria avventura per recuperare la patria deve fare, tra le altre esperienze respiratorie ed illuminanti, anche quella dell'Ade, ma l'eredità (filtrata fino a lui dal pensiero greco e della quale Plutarco sarà l'ultima grande voce) che esistono "uomini divini" come Socrate ed Epaminonda, nei quali si rivela  segretamente ed ambiguamente, un'attenzione particolare, quasi una designazione, dall'alto che equivale di fatto ad una sorta di predestinazione. Mistero che può condurre talora attraverso il male più atroce (come si vede nell'Esito di Sofocle), talaltra può condurre l'uomo a sfiorare il mistero delfino della giustizia divina. Ulisse è uno di questi predestinati e Dante dovette sentirlo fraterno in questa specie di investitura che, tramite un cumulo labirintico di esperienze, la divinità gli concedeva, reso esperto  dei "vizi umani e del valore", di poter fissare lo sguardo oltre il termine fisso dell'esperienza esistenziale e intravedere l'aurora della giustizia trascendente. Le visioni plutarchiane de "Il demone di Socrate" e di "I ritardi della punizione divina", riproposti di recente da penetranti analisi critiche, anche resti improbabile se non impossibile una dipendenza dantesca diretta, se pur possa essercene una indiretta, ci confermano però che alla scelta di Ulisse da parte della fantasia dantesca dovette corrispondere sia una necessità di segnare con esso il limite invalicabile da parte di un pagano di spingersi aldilà del confine della visione sia la celebrazione dell'eroe che, nell'ambito della grande civiltà e spiritualità precristiana, segna il culmine da parte degli dei dell'investitura dell'umano alla rivelazione del divino. Nell'umanità di Ulisse prescelta a sfiorare il mistero, Dante vide un lontano prototipo di umanità  che in lui veniva gratificata dalla pienezza della visione, dell'eroe pagano goduta solo come presagio e pallida immagine a conferma, se ce ne fosse bisogno, che per Dante veramente tutta la storia dell'umanità è da ricondurre, se pure a diversi livelli di trasparenza e di partecipazione, sotto la costellazione del sacro anche se la luce fondante di questo si sarebbe esplicitata nella autenticità ed integralità unicamente con l'Incarnazione che segna appunto il momento della pienezza dei tempi, nel quale un velo d'ombra si sarebbe squarciato e la carne del Figlio di Dio avrebbe svelato per sempre la fonte della luce rivelatrice e salvatrice. Ulisse quindi resta, fra tutte le grandi creazioni di Dante, quella probabilmente, che egli sentì più vicina profeticamente alla propria concezione profonda: fraterna ad inoltrare l'avventura mondana dal tempo all'eterno, sfiorata essa stessa dalla misteriosa e tremenda predilezione di Dio che Dante visse con tutta la sua drammaticità esaltante la sua travagliata esistenza. I dolori e le umiliazioni dell'esilio, le persecuzioni subite sia da uomini della spada che del pastorale, la sua morte lontano dal "bell'ovile" di Fiorenza...avevano corrisposto alla difficile e tribolata navigazione di Ulisse, ai pericoli cui volontariamente si offrono tutti coloro i quali accettano l'investitura di prediletti di Dio, sposando la giustizia e conferendo alla propria odissea personale un valore e un respiro che trascendono i confini meramente individuali in una sorta di coinvolgimento con il destino dell'umanità tutta. A lui però sarebbe stato sottratto il naufragio dell'eroe pagano in quanto sulla vetta di quella montagna ai cui piedi Ulisse conoscerà lo scacco ultimo, lo attendevano, guidate da Beatrice,  le tre sorelle che avrebbero sancito la investitura e avrebbero fatto ad essa il dono del suo oggetto finale ad essa il dono del suo oggetto finale: la visione beatifica. Dante e Ulisse si incontrano dunque allo zenith della confluenza di due grandi esperienze spirituali, quella pagana e quella cristiana, alla ricerca  sia l'una che l'altra  dell'aldilà, del mistero, attraverso il mare dell'essere attraverso le dure esperienze dell'intelletto e del cuore, tramite la risolutrice risposta del bene o del male alle domande infinite della problematica esistenziale. L'avventura oceanica dell'eroe ellenico e il viaggio oltremondano del pellegrino medievale saldano due spezzoni di conoscenza, saldano due itinerari del viaggio, dell'avventura dlle'uomo verso la conoscenza totale del suo destino, di cui il primo abbraccia la fase iniziale che è quella naturalistico scientifica, mentre il secondo la prolunga nella dimensione spirituale e metafisica.  Due dimensioni, due direzioni che possono ancora oggi integrarsi, armoniosamente sommarsi, così come repugnarsi e negarsi, perché la dimensione dell'uomo resta sempre quella drammatica. E Dante ha scritto una delle pagine più elevate della poesia di tutti i tempi, accompagnando Ulisse fino a quella "linea d'ombra" che divide il visibile dall'invisibile, l'esperienza sensibile dalla rivelazione trascendente, oltre la quale il mistero si fa luce.
Casalino Pierluigi 

Secolo d'Italia: Giovedi 7 Gennaio - Leggi le principali notizie



Da: Secolo d'Italia 

Adriano Autino: E SE AVESSE RAGIONE QUELL'ANTIPATICO DI RENZI?





Da: Adriano <adriano.autino 

E SE AVESSE RAGIONE QUELL'ANTIPATICO DI RENZI?

di Adriano V. Autino

Poiché la discussione che è in corso a livello governativo non è una quisquilia, ma riguarda l'investimento di 200 miliardi di euro, penso sia dovere di chiunque non limitarsi a starsene lì, infastidito e insofferente per la politica che "sa solo litigare" (e proprio in un momento cruciale per l'Italia), ma cercare di capire, e di prendere posizione.
Preciso subito che non sono particolarmente sostenitore di Italia Viva o di Renzi: il mio è un ragionamento sulle posizioni in campo, che reputo degne di maggior attenzione, rispetto al commentario standard dei media.
Se devo dirvela tutta, io stesso sono stato in queste settimane molto più interessato ai risultati dei test dei prototipi Starship di Space X, nonché molto preso dalla preparazione del 3° Congresso Mondiale di Space Renaissance.
Ma ad un certo punto mi sono chiesto: cosa diavolo prevede, nel dettaglio, o anche solo a grandi linee, il Recovery Plan del Governo? Cosa vuole invece Renzi? E la destra, che tutti i giorni dice di avere un piano alternativo, cosa propone?
Ammetto di spulciare poco i giornali. In genere ascolto vari giornali radio e telegiornali, comprese le rassegne stampa. Cosa si capisce dai media? Zero. Ci raccontano solo di chi vuole, forse, far cadere il governo, o ritagliarsi qualche poltrona in più.
 
Però qui c'è una questione vitale di contenuti, di cui nessuno ci dice niente. Allora mi sento obbligato a fare una mia ricerca, come ho fatto altre volte, quando dovevo decidere per chi votare, e non riuscivo, in base alle sole campagne mediatiche. Ma…, se io pago il canone RAI (che mi viene estorto mensilmente con la bolletta dell'energia elettrica), non avrei diritto ad una vera informazione? Bah…
Abbiamo, in sostanza, due posizioni: quella di Conte, con la sua bozza di "Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza", e quella di Renzi, con i suoi 61 punti di critica e discussione. Leggo che esisterebbe anche un documento del PD, ma sul sito del partito non ve n'è traccia, e cercando con Google ho trovato solo articoli che fanno riferimento al documento, neanche uno straccio di link.
Di Della Vedova, Bonino e Calenda si sa poco o niente: già normalmente poco considerati dai media, nell'ultima fase sembrano completamente spariti. E, comunque, non mi pare abbiano pubblicato alcunché sul PNRR, a parte una più che condivisibile lettera di 14 ricercatori italiani al Presidente del Consiglio, che richiede il raddoppio dei fondi alla ricerca.
Salvini dice da mesi che ha un piano alternativo, e recentemente ha annunciato che lo pubblicherà a Gennaio. Meloni straparla tutti i giorni delle "idee e proposte" della destra, sempre disattese dal governo, ma non trovo niente di nero su bianco. Di Berlusconi si sa che ha idee diverse dagli alleati in merito all'impiego del MES. Di questi signori quindi non è dato sinora leggere alcunché di ufficiale.

 
Il piano di Conte (2° versione) inviato a Bruxelles: https://www.affaritaliani.it/static/upl2021/pnrr/pnrr-seconda-bozza-9-dicembre-2020.pdf
Le 62 (o 61?) considerazioni di Renzi: https://d3n8a8pro7vhmx.cloudfront.net/comitaticivici/pages/7016/attachments/original/1609411056/62considerazioni_-_documento.pdf?1609411056  
 

Di mestiere non faccio il politico, e quindi mi guardo bene dal discutere punto per punto, sia Conte che Renzi.
Del Piano di Conte mi sono però saltate agli occhi alcune cose. Comincio da quella per me di gran lunga più importante. Noto che nel testo compare per la prima volta – bontà sua – la space economy, meglio tardi che mai. Nella "Missione 1 Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura (45,9 miliardi di euro)" "C2 Innovazione, competitività, digitalizzazione 4.0 e internazionalizzazione (32,4 miliardi euro)" leggo la voce: "Space economy, costellazione satellitare e INOT". Cosa sarà l'INOT? Ho diligentemente cercato su Google, ma non ho trovato traccia di spiegazioni dell'acronimo. Per conoscere la cifra dedicata all'aerospazio devo ricorrere ad un articolo del Fatto Quotidiano: 900 milioni di euro. Ridicolo!
Tanto per avere un'idea di che cos'è la space economy: è in corso di test il primo veicolo spaziale a due stadi interamente riutilizzabili, la Starship di Space X, che renderà obsoleto qualsiasi altro lanciatore, compreso il pur rivoluzionario Falcon 9, della stessa Space X. In Europa si stenta ancora a decidere se le prossime versioni dei razzi Ariane e Vega debbano o no essere riutilizzabili, e nella migliore delle ipotesi sarebbero solo delle copie dell'ormai vecchio Falcon 9…
Starship dovrebbe effettuare il primo volo orbitale nell'anno in corso, e proseguire a ritmo serrato con almeno un centinaio di missioni senza equipaggio umano, prima di portare su i primi (astronauti e forse passeggeri...).
Ci sono tre missioni automatizzate che a Febbraio arriveranno su Marte, si prevedono sei missioni lunari nel 2021.
Forbes prevede il boom degli investimenti nella space economy. Attualmente valutata poco meno di 400 miliardi annui, la cifra d'affari della space economy è ora prevista balzare ad 1 trilione in tempi molto brevi. Non più tardi di qualche anno fa i soloni dell'economia decretavano l'obsolescenza dell'impresa spaziale, quando fu rottamato lo space shuttle.
Oggi la musica è ben diversa, tanto che lo spazio irrompe persino nei piani del nostro retrogrado e sonnolento governo.
Da notare che ho citato solo alcune delle molte iniziative che riguardano il volo umano, lo sviluppo industriale o l'accelerazione dell'esplorazione dello spazio.
Ma la cifra che il PNRR punta sul settore aerospaziale – nel quale l'Italia vanta non poche aziende di eccellenza – è ridicolmente bassa: 900 milioni, molto meno dei 4,75 miliardi destinati a incentivare i cittadini a fare acquisti in modalità cashless!
Non che io sia contrario a combattere l'evasione fiscale, intendiamoci, ma puntare almeno altrettanto sui settori industriali più promettenti, per creare posti di lavoro qualificati e rilanciare l'economia dovrebbe essere una direttiva ben chiara, per un piano di rilancio di importanza superiore a quello che fu il piano Marshall nel dopoguerra.
Una cifra simile a quella destinata all'incentivazione dei pagamenti elettronici, 4,5 miliardi di euro, viene destinata alla "Economia circolare e gestione dei rifiuti". Anche qui, che i rifiuti siano un problema da trasformare in risorsa è evidente da tempo, e meriterebbe budget anche maggiori: ho menzionato questa misura solo per paragonare le cifre, che mi sembrano completamente buttate giù alla carlona, senza criterio, seguendo la moda del momento più che ragionamenti coerenti basati su numeri e business plan seri.

Della miseria del budget spaziale se ne accorge però Renzi che, nella sua considerazione n. 16, osserva: "Alla luce anche delle eccellenze italiane in campo industriale, andrebbero valorizzate le tecnologie per l'Aerospazio (satelliti, esplorazioni spaziali) che non possono limitarsi alla semplice enunciazione della partecipazione dell'Italia al lancio di una costellazione satellitare per il monitoraggio della Terra (p. 53)."
 
Cosa impedirebbe di sviluppare in Italia un veicolo orbitale completamente riutilizzabile? O anche solo un suborbitale per voli punto a punto, non solo a fini ludici? Di grande interesse sarebbe anche accelerare la ricerca di tecnologie abilitanti il trasporto e l'alloggiamento di passeggeri civili nello spazio: protezione dalle radiazioni cosmiche, gravità artificiale, ambienti verdi negli habitat, sicurezza e comfort, basse accelerazioni, rientro sicuro in atmosfera… Il nostro paese può eccellere in tutti questi campi, considerando la grande vocazione della nostra ricerca per le esigenze umane. E, in ultima analisi, cosa c'è di più verde che contribuire all'espansione della civiltà nello spazio, alleggerendo così il nostro pianeta madre dall'ingombro del nostro sviluppo?

Colpisce, infatti, che alla cosiddetta "rivoluzione verde" sia assegnata la parte di gran lunga maggioritaria del recovery fund italiano: 74.3 miliardi di Euro, quasi il 38% del totale (196 miliardi). Alla "digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura" solamente 48.7 miliardi, meno del 25%. Le cenerentole, come al solito, istruzione e ricerca, cui vanno 19 miliardi, meno del 10%, e la salute, che riceve le briciole: 9 miliardi, pari ad un misero 4.6%.
Ma... è possibile che non vi rendiate conto (parlo a Conte e ai suoi) di come la gente, in piena emergenza pandemica, abbia toccato con mano lo sfacelo della sanità pubblica e si aspetti urgentissime azioni riparatrici??! Va bene il green, vanno bene le transizioni verso energie rinnovabili, ma ridateci le infrastrutture sanitarie territoriali, gli ospedali, i medici di base!

Nelle sue considerazioni, Renzi sottolinea puntualmente tutte queste incongruenze e molte altre, senza mancare di citare situazioni virtuose che si riscontrano in altri Paesi europei, ad esempio in Germania, per quanto riguarda una rete di istituti di ricerca che fungono da organo di collegamento tra ricerca, industria e istruzione.

Renzi nota anche come l'occupazione giovanile sia il grande assente dal piano. Più che lecito aspettarsi, vista la quantità di risorse assegnate alla "rivoluzione verde" e suoi generici sotto-insiemi, che chiunque infiorerà il proprio abstract di progetto di termini chiave come "verde", "ecologico", "ambiente", "cambiamenti climatici"… riceverà finanziamenti – in modo ahimé troppo simile ai tristemente noti finanziamenti a pioggia – mentre poco o niente sarà dato a progetti di inclusione di giovani, disoccupati intellettuali, imprenditori rovinati dalla crisi del 2008 e da quella causata dal Covid19.

Nella considerazione n. 28 leggiamo anche che "(…) la quantità di denari per il superbonus 110% è eccessiva e immotivata. Spendere per il superbonus più di quanto si spenda per ospedali, carceri, case popolari, scuole è moralmente ingiusto e politicamente sbagliato."

Oltre a tutte le critiche puntuali nel merito, Renzi dissente su due criteri di ordine generale.
È decisamente a favore dell'utilizzo dei fondi del MES: 36 miliardi da destinare al risanamento globale della sanità, della rete ospedaliera, della rete dei medici di base e dell'infrastruttura territoriale distrutta (soprattutto in Lombardia) da una dissennata politica di privatizzazione.
In secondo luogo Renzi sostiene che i fondi del Recovery Plan debbano essere interamente dedicati a progetti aggiuntivi, rispetto a quelli già finanziati da precedenti piani governativi.
Il piano di Conte destina invece ben 88 miliardi al rifinanziamento di progetti che erano già stati finanziati dallo stato. A causa di questa posizione, Renzi viene accusato di voler far esplodere i conti dello stato… Ma probabilmente i conti dello stato sarebbero da considerare "esplosi" da tempo, se si volessero trarre le conseguenze – però in un'ottica puramente monetarista stile XX secolo -- del mostruoso debito pubblico italiano.
Dovrebbe tuttavia essere ormai chiaro che il modello economico fin qui utilizzato non riesce che in minima parte a mettere a frutto l'enorme patrimonio umano esistente.
Vi è infatti una discrasia crescente tra la grande ricchezza potenziale rappresentata da otto miliardi di intelligenze e l'economia reale, che non riesce più a fungere da motore di sviluppo: il motore è ingolfato, l'intelligenza si riversa fuori e si disperde...
Quello che occorre: connettere questa grande ricchezza umana con le enormi risorse del sistema solare.
Cosa che altri Paesi sembrano avere finalmente compreso, mentre nella patria del Rinascimento ancora si fatica a capire.
Un'ultima considerazione. Ricordo che Conte intendeva consultare le parti sociali, sindacati, organizzazioni imprenditoriali, ecc… Per caso si ha notizia che siano stati ascoltati i vertici dell'agenzia spaziale, e magari altre personalità detentrici di esperienza e capacità di consiglio nel settore spaziale? Non sarebbe il caso che, ad esempio, il Presidente dell'ASI, o uno dei nostri astronauti, rilasciasse qualche intervista, diciamo, un po' dirompente?
Perché i "nostri" rappresentanti non si fanno mai sentire? Intendo i rappresentanti dei molti che, anche nel nostro paese, comprendono l'importanza fondamentale della space economy, e della new space economy in particolare.
 

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