mercoledì 7 marzo 2018

Una rosa rossa alla nuova primavera_Antico Futuro di Vitaldo Conte e Giovanni Sessa su IL BORGHESE

 

Sono usciti su 'il Borghese' (marzo 2018) il mio testo Una rosa rossa alla nuova primavera / Arte occultata e a sud, Guttuso oblio e il testo di Giovanni Sessa (filosofo, saggista) Antico Futuro (Il richiamo dell'origine tra Tradizione e modernità) come attraversamento dell'omonimo libro (Solfanelli Editore, 2018) scritto da me e da Dalmazio Frau, Emanuele Ricucci. 

un cordiale saluto,

Vitaldo Conte

Notizie da "Rivista online Heliopolis" su: www.heliopolisedizioni.com

Da: giovannini.sandro

 

Notizie da "Rivista online Heliopolis"   su:    www.heliopolisedizioni.com

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Appena pubblicati su 'Rivista online Heliopolis'      (www.heliopolisedizioni.com),

* Nella sezione "Scuola Romana di Filosofia politica":
- "Brevissime note sulla memoria dell'origine "
di Giovanni Damiano.
- "Sull'utilità dell'invenzione storica" ,
di Gabriele Sabetta.
- "Generazione ERASMUS",
di Paolo Borgognone, recensione di Giovanni Sessa.


* Nella sezione "ARTICOLI/SAGGI /SEGNALAZIONI, Autori diversi indipendenti dalla Scuola Romana":
- "Due articoli sulla SIRIA",
di Autori Vari.
- "Il capitalismo struttura la psiche individuale",
di Adriano Segatori.


BUONE LETTURE...

Sandro Giovannini


Cultura/ Il docufilm su Caravaggio. Sgarbi solidarizza con il sindaco Accorinti: “Se in un film su una vita così drammatica non entra un periodo come quello di Messina, il film è certamente un fallimento”

 
 
Cultura/ Il docufilm su Caravaggio. Sgarbi solidarizza con il sindaco Accorinti:  "Se in un film su una vita così drammatica non entra un periodo come quello di Messina, il film è certamente un fallimento"
L'assessore: "A Messina il suo quadro più importante, sintesi di valori umani e religiosi: la "Natività" per la chiesa dei Cappuccini"
Il regista si è avvalso della consulenza dello storico dell'arte Claudio Strinati.

PALERMO – Vittorio Sgarbi, assessore regionale dei beni culturali in Sicilia, si schiera con il sindaco di Messina Renato Accorinti nella polemica seguita alla proiezione del docufilm "Caravaggio, l'anima e il sangue" del regista Jesus Garces Lambert, pellicola che ha avuto come consulente lo storico dell'arte Claudio Strinati.

"Ha ragione – osserva Sgarbi – una  ragione assoluta il sindaco di Messina: non si può immaginare un film su Caravaggio senza un'attenzione particolarissima all'epilogo della sua vita e della sua opera, che si compie, appunto, a Messina".

Ricorda Sgarbi: "Perché Caravaggio sul finire del 1608, in fuga da Malta, va a Messina? Una scelta rischiosa, dal momento che la città era sede della rappresentanza più importante in Sicilia dei Cavalieri gerosolimitani, e poteva quindi essere facilmente individuato, arrestato e rispedito a Malta, da dove era fuggito evadendo spericolatamente dal Forte Sant'Angelo.

"Messina – ricostruisce Sgarbi -  era, all'epoca, una città di centomila abitanti, grande quanto Roma, e Caravaggio vi trova successo e onore, e vi lascia, insieme alla teatrale "Resurrezione di Lazzaro", il suo quadro più importante, sintesi di valori umani e religiosi: la "Natività" per la chiesa dei Cappuccini. Una Natività povera e, singolarmente, pagata dal Senato di Messina mille scudi, tra i compensi più alti di Caravaggio. 

"Francesco Susinno, autore de "Le vite de' pittori messinesi" – ricorda ancora Sgarbi -  lo definisce «uomo di cervello inquietissimo, contenzioso e torbido», e che temeva di essere tradito e consegnato alla giustizia. Tanto che «molte volte andava a letto vestito e col pugnale al fianco che mai lasciava; per l'inquietudine dell'animo suo più agitato che non e' il mare di Messina»

"Se in un film su una vita così drammatica – conclude Sgarbi - non entra un periodo come quello di Messina, il film è certamente un fallimento"

l'Ufficio Stampa
(Nino Ippolito)
+39 340 7329363



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E ora?

  di Angelo Giubileo


L'Aula della Camera in una foto d'archivio (ANSA)


E ora? Occorre prima una breve premessa. Con la caduta della politica dei due blocchi, statunitense e sovietico, e l'avvento dell'Unione Europea, gli stati membri nazionali europei devono fare i conti innanzitutto con L'Ue e grazie all'Ue.

La storia, invece, di quanto è accaduto ieri in Italia, con il voto politico, inizia all'incirca quasi dieci anni fa con la crisi del debito pubblico degli stati sovrani. Ufficialmente, è l'autunno del 2009, e sappiamo tutti com'è inizialmente andata e andrà poi a finire in Grecia. Uscita parzialmente dalla crisi economica - in particolare per quanto ha riguardato la situazione di Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia e Spagna (PIIGS) -, per l'Unione si è aperta immediatamente una nuova crisi incentrata sui temi dell'immigrazione. Le crisi dell'economia e dell'immigrazione hanno portato, in rapida successione, alle questioni dell'uscita del Regno Unito dall'Ue (Brexit), dell'alleanza di Visegrad tra Polonia Repubblica Ceca Slovacchia e Ungheria che osteggia le politiche migratorie della Commissione Juncker, dell'indipendenza della Catalogna in Spagna, degli esiti delle elezioni politiche in Europa e, ultime in ordine di tempo, oggi in Italia.

Come se ne esce da tutte queste crisi? Inevitabilmente, promuovendo accordi con l'Unione e nell'ambito dell'Unione. E così toccherà fare da oggi anche in Italia, all'esito delle elezioni. Innanzitutto, il dato generale stabilisce che:

1) in Parlamento saranno presenti soltanto 6 partiti - di cui 3 in coalizione di centrodestra (Lega, FI e FdI), 2 di centrosinistra (Pd e LeU) e il M5S -, effetto cercato per l'intera durata della seconda Repubblica su base maggioritaria, ma al momento raggiunto invece con un sistema per 1/3 maggioritario e 2/3 proporzionale;

2) in base alla proiezione dei seggi, per Camera e Senato, e ipotizzando che la coalizione di centrodestra non si divida, una maggioranza di governo potrebbe ragionevolmente formarsi in base a 3 ipotesi concrete e alternative di accordo:

2.a) un governo di centrodestra-Pd (probabilmente, senza LeU) con una maggioranza che oscilla tra 355 e 395 seggi alla Camera e tra 168 e 208 seggi al Senato. Un'ampia maggioranza alla Camera, ma nient'affatto al Senato, in cui presumibilmente dovrebbero essere la Lega e il Pd ad assumersi la responsabilità di guidare le altre forze di governo. In pratica, quasi impossibile che possano replicare l'accordo politico maturato in Germania, dopo sette mesi circa dalle elezioni, tra CDU e SPD.

2.b) un governo di centrodestra-M5S con una maggioranza che oscilla tra 464 e 504 seggi alla Camera e tra 226 e 266 seggi al Senato. Una maggioranza qualificata superiore ai 2/3 in entrambi i rami del Parlamento, tuttavia con la presenza al governo di 2 forze-guida considerate dagli ambienti Ue, antisistema, e per giunta in possesso di una maggioranza rappresentativa del voto pari a circa il 50% dell'elettorato.

2.c) un governo Pd-M5S (probabilmente, con l'aggiunta di LeU) con una maggioranza che oscilla tra 334 e 384 seggi alla Camera ma incerta al Senato con una forbice compresa tra 152 e 196 seggi.

E quindi, per sondare gli scenari di governo più plausibili, occorre necessariamente attendere l'ufficializzazione dell'attribuzione dei seggi.

3) occorrerà infine attendere eventuali ma probabili smottamenti politici che seguiranno all'interno sia della coalizione di centrodestra che del Pd, LeU e, dopo più di 25 anni, all'interno di FI, ininterrotti, a guida Berlusconi.

Unica certezza, al momento, è che l'apertura di ogni trattativa avvenga nell'ambito dell'Unione europea.

                                                                                                                      Angelo Giubileo