martedì 16 maggio 2017
Andrea Pagani presenta ‘Le idee vengono di notte’ | estense.com Ferrara
Andrea Pagani presenta ‘Le idee vengono di notte’ | estense.com Ferrara: Cloister Galleria d’Arte ospita l’Aperitivo Letterario “Le idee vengono di notte”. In occasione della mostra di Gianni Guidi, giovedì 18 maggio alle ore 18.30, si terrà la presentazione del libro 'Le idee vengono di notte' di Andrea Pagani (editrice Il Ponte Vecchio, Cesena, 2016). Ne parlerà insieme all'autore Davide Bassi. 'Questo racconto, che per certi aspetti richiama la tradizione delle short stories di Edgar Allan Poe e Robert Louis Stevenson, ci immerge in una dimensione che esercita una tenera seduzione, a metà strada fra sogno e realtà, magia e verosimiglianza. La ricerca di un libro perduto in un immaginario paese del Sud Tirolo (un po’ come la Balbec di Proust o la Valois di Nerval), diventa motivo di una investigazione colta che allarga i propri confini in una geografia misteriosa, alla caccia delle intramontabili questioni dell’uomo: la ricerca dell’identità, il grumo di esperienze sepolte nell’infanzia, una storia d’amore intensa e di elusiva sensibilità medioevale. Un
‘LibrinFabula’ apre le porte alla casa editrice Este Edition | estense.com Ferrara
‘LibrinFabula’ apre le porte alla casa editrice Este Edition | estense.com Ferrara: Mercoledì 17 maggio alle ore 18 FabulaFineArt Gallery apre le porte alla casa editrice Este Edition con la rassegna “LibrinFabula”. In questa occasione verranno presentati al pubblico due libri di preziosa sensibilità stilistica:'Le ali di seta' di Rita Marconi e '50 letterati ferraresi' di Riccardo Roversi. Riccardo Roversi, direttore editoriale della stessa casa editrice coordina l’incontro. Si tratta di un appuntamento volto a creare un percorso riflessivo e trasversale tra la pittura e la letteratura, nello spirito esplorativo che FabulaFineArt vuole tracciare nel panorama culturale della città.
AFRODITE OVVERO L'ETERNO FEMMININO
Casalino Pierluigi
Dea greca della bellezza e dell'amore, identificata dai romani con Vennere, rappresenta la femminilità nel senso lato. Già nell'antichità si cercò di farne derivare il nome, coolegandolo alla castrazione di Urano, dal termine greco aphros, "schuma": la dea, pertanto, è "colei che è nata dalla schiuma" o, come dice un altro nome, Anadyomene, "colei che sorge dal mare". Il suo culto è infatti di origine pre-ellenica, sicuramente di derivazione orientale: certi riti, come la prostituzione sacra (a Corinto, per fare un esempio), ricordano Astarte. E' stata chiamata anche Cipride e Citerea, dai suoi principali luoghi di culto sulle isole di Cipro (Kypros) e Kythera. Nelle località costiere era adorata come Euploia (che dona un buon viaggio). Nell'inno omerico ad Afrodite la dea appare come signora degli animali selvatici, che si accoppiano al suo cenno. Platone e altri distinguono tra l'Afrodite celeste (urania) e la divinità appartenente a tutto il popolo (Pandemos). Secondo Omero, Afrodite è figlia di Zeus (il Giove dei latini) e di Dione e fu concessa in moglie ad Efesto, ma anò Ares (il Marte dei latini) e dall'unione con quest'ultimo nacque Eros (o Cupido). Afrodite amò il bel Adone. L'attributo della dea era la colomba. Sotto l'aspetto della fertilità era adorata ad Atene, anche come dea dei giardini; fra le piante a lei associate il mirto e la rosa. Ad Amatunte, a Cipro, la dea era conosciuta con il nome maschile di Aphroditos e raffiugrata con la barba. Un suo aspetto oscuro, ma legato alla tenebrosa seduzione di virago seducente, è indicato dal soprannome Melainis (la nera) e Andrphonos (che uccide gli uomini ovvero mangiatrice di uomini). Il motivo iconografico della della che guarda dalla finestra ha un signoficato erotico. Il dono di Afrodite a Paride, la donna più bella del mondo, Elena, fu all'origine della guerra di Troia e rappresenta il messaggio eterno della bellezza femminile che crea e che perde. Il mito di Afrodite (o Venere) è ricorrente nella storia.
Dea greca della bellezza e dell'amore, identificata dai romani con Vennere, rappresenta la femminilità nel senso lato. Già nell'antichità si cercò di farne derivare il nome, coolegandolo alla castrazione di Urano, dal termine greco aphros, "schuma": la dea, pertanto, è "colei che è nata dalla schiuma" o, come dice un altro nome, Anadyomene, "colei che sorge dal mare". Il suo culto è infatti di origine pre-ellenica, sicuramente di derivazione orientale: certi riti, come la prostituzione sacra (a Corinto, per fare un esempio), ricordano Astarte. E' stata chiamata anche Cipride e Citerea, dai suoi principali luoghi di culto sulle isole di Cipro (Kypros) e Kythera. Nelle località costiere era adorata come Euploia (che dona un buon viaggio). Nell'inno omerico ad Afrodite la dea appare come signora degli animali selvatici, che si accoppiano al suo cenno. Platone e altri distinguono tra l'Afrodite celeste (urania) e la divinità appartenente a tutto il popolo (Pandemos). Secondo Omero, Afrodite è figlia di Zeus (il Giove dei latini) e di Dione e fu concessa in moglie ad Efesto, ma anò Ares (il Marte dei latini) e dall'unione con quest'ultimo nacque Eros (o Cupido). Afrodite amò il bel Adone. L'attributo della dea era la colomba. Sotto l'aspetto della fertilità era adorata ad Atene, anche come dea dei giardini; fra le piante a lei associate il mirto e la rosa. Ad Amatunte, a Cipro, la dea era conosciuta con il nome maschile di Aphroditos e raffiugrata con la barba. Un suo aspetto oscuro, ma legato alla tenebrosa seduzione di virago seducente, è indicato dal soprannome Melainis (la nera) e Andrphonos (che uccide gli uomini ovvero mangiatrice di uomini). Il motivo iconografico della della che guarda dalla finestra ha un signoficato erotico. Il dono di Afrodite a Paride, la donna più bella del mondo, Elena, fu all'origine della guerra di Troia e rappresenta il messaggio eterno della bellezza femminile che crea e che perde. Il mito di Afrodite (o Venere) è ricorrente nella storia.
lunedì 15 maggio 2017
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