domenica 10 luglio 2016

Ferrara-Italia- La Newsletter dell'8 Luglio

 
La newsletter dell'8 luglio - Il nostro sguardo sul mondo
Per questo quarto appuntamento con i nostri dossier settimanali estivi abbiamo pensato a delle proposte di lettura: non solo recensioni di libri, ma anche interviste con autori e racconti dei nostri collaboratori. Di seguito potrai trovare un estratto dell'introduzione e il collegamento diretto al Sommario con una selezione di articoli dal nostro archivio. Buona lettura!
Rimani aggiornato e continua a leggere i contenuti inediti che pubblichiamo nella sezione Comunicati stampa e sulla nostra pagina Facebook.

ATTENZIONE: LEGGERE NUOCE GRAVEMENTE ALL'IGNORANZA
di Federica Pezzoli
E' quasi un paradosso: è vero, i libri possono non essere reali, ma nello stesso tempo sono spesso strumenti per leggere, interpretare e persino assimilare la realtà e la vita, perché immaginare, in fondo, forse non è altro che leggere pagine di una realtà e di una vita futura.
Questa settimana vi proponiamo una selezione di articoli che riguardano i libri, i lettori e gli scrittori...
Continua a leggere
VAI AL SOMMARIO
 

Ferrara-Italy: INVITO E PROGRAMMA DI AUTORI A CORTE 2016

 http://www.autoriacorte.onweb.it/

https://www.facebook.com/AUTORIACORTEFerrara/



In attesa della "prima" del 12 luglio per la rassegna Autori a Corte 2016 con ospite d'onore Antonio Casanova e il suo Thriller dal titolo "21"

Vi inviamo l'intera programmazione con un invito particolare a tutti voi e a coloro che possono essere interessati

Vi aspettiamo  numerosi

 

Vincenzo Iannuzzo e Federico Felloni

 

Sgarbi : ANNULLATO SPETTACOLO SU CARAVAGGIO A FERMO - Comunicato Stampa

 
ROMA, SGARBI ANNULLA SPETTACOLO SU «CARAVAGGIO»
IN PROGRAMMA LUNEDI' 11 LUGLIO A FERMO
«Opportuno lasciare spazio al lutto e alla riflessione su quanto accaduto»
 
ROMA - Vittorio Sgarbi ha deciso di annullare lo spettacolo «Caravaggio» in programma lunedì 11 luglio, alle 21,30, a  Villa Vitali, a Fermo, nelle Marche.
 
«Credo sia opportuno - spiega Sgarbi - lasciare spazio al lutto per la morte di Emmanuel Chidi Nnamdi e alla riflessione su quanto accaduto. Sono giorni di grande turbamento.  Tra l'altro, lo spettacolo racconta, attraverso le opere d'arte di Caravaggio, episodi di vita estrema e di violenza che riguardano Caravaggio e Pasolini, e non voglio che qualcuno li accosti alle vicende del nostro tempo».
D'intesa con la «Promo Music» che produce «Caravaggio», nei prossimi giorni sarà comunicata una nuova data.

l'Ufficio Stampa
(Nino Ippolito)
+39 340 73 29 363
press@vittoriosgarbi.it

venerdì 8 luglio 2016

Sgarbi ‘riporta’ a casa la Monna Lisa. Sì, ma è un’automobile | estense.com Ferrara

Sgarbi ‘riporta’ a casa la Monna Lisa. Sì, ma è un’automobile | estense.com Ferrara: “Riporto a casa la Monna Lisa”, prometteva in un video di qualche giorno fa. Non che risultasse un'impresa credibile, ma di certo aveva solleticato la curiosità di tanti. Cosa andrà a fare al Louvre? Era solo una trovata, ben architettata, per una pubblicità, quella di auto della Citroen, una delle quali chiamata, appunto, Monna Lisa. Vittorio Sgarbi ha preso così in giro tutti, e tutti, come capre, ci siamo cascati. Dopo il primo annuncio, il critico d'arte aveva pubblicato altri video in cui raccontava il suo viaggio verso Parigi, in cui mostrava le capre del luogo: col senno di poi suona come un avvertimento, ignorato, preso come un classico show a la Sgarbi. La verità è arrivata con il video finale ambientato davanti al Louvre, ma senza il capolavoro di Leonardo. Solo due auto. Una pubblicità social. E funziona: al momento in cui scriviamo il video ha totalizzato circa 530mila visualizzazioni, oltre 4.500 condivisioni, 6.300 commenti (quasi tutti abbastanza divertiti) e 16mila



*nota di Roby Guerra  " Ma sempre troppo grande Vittorio! Per la piccola Ferrara, di cranio e
non solo. Un automobile spot soltanto? Grande l'automobile sempre
simbolo del futurismo, liberatrice di spazio e di tempo, altro che mini
gulag car e sharing sopravvalutati solidali!  Monna Lisa torna nel
registro di sistema con l'automobile 2.0  intanto, poi queste azioni
futuriste devono essere i Politicanti a concretizzarli, non gli
artisti!!!"

È scomparso Yves Bonnefoy. Un linguaggio scavato una poesia dell’essere Pierfranco Bruni

 




 È scomparso Yves Bonnefoy.

Un linguaggio scavato una poesia dell'essere

 

Pierfranco Bruni

 

 

 

 È morto Yves Bonnefoy. Un poeta, un critico delle arti. Un traduttore delle relazioni tra linguaggi e forme. Nella sua poesia il sentire il tempo  come scavo e poesia dell'essere. Si cammina con lui nella parola. La poesia come esperienza dell'anima, come vissuto di esistenze, come fuoco e metafora di un viaggio inesorabile e insondabile, ma anche come costante di una ricerca metafisica che coinvolge il taciuto e l'ombra della parola.

 

C'è una caratteristica fondamentale in tutta l'opera di  Yves Bonnefoy che è l'intrecciare l'immaginazione con le parole, ovvero con il linguaggio.

Nella sua poesia ci sono le "eternità del fuoco". Ma tale metafora è adottabile nella lettura dell'opera complessiva di Bonnefoy, nella quale sono rintracciabili i segni di una estrema consolazione – resurrezione. In fondo il suo approcciarsi iniziale alla letteratura, poi sviluppatasi in quel suo intrecciare la poesia – linguaggio alla critica – pensiero, ha avuto proprio come elemento di fondo il risorgere.

Far risorgere con la consolazione la parola dandole il linguaggio della resurrezione. Uso questi concetti non in termini necessariamente laici ma effettivamente cerco di dare al tutto un immaginario sacrale. Perché la poesia, la parola, il linguaggio sono le estreme coordinazioni di una sacralità.

La poesia ha il suo valore sacro ed è sacro il linguaggio in quanto è sempre espressione dell'anima.  Così in questi splendi versi di una poesia dal titolo, appunto, "Eternità del fuoco": "Fenice rivolta al fuoco, che è destino/E chiaro paese raggiante le ombre,/Sono, gli dice, colei che tu attendi,/Vengo a smarrirmi nella tua terra grave". La poesia ha una sua natura e questa sua natura ha un involucro le cui foglie sono malinconia e piacere. Può spegnersi.

Sogno – pensiero è un legame forte che diventa una trama di un viaggio immaginario e dentro il tempo della memoria. In suo articolo apparso su "Il Sole 24 Ore" (1999) ebbe a scrivere riferendosi al quadro della poesia del Novecento, ma non necessariamente del Novecento:  "L'immaginazione è la nostra facoltà di rappresentare delle immagini, in altre parole, delle forme o delle figure la cui esistenza è puramente mentale. Ma è anche l'atto durante il quale ci avvaliamo di questa facoltà immaginativa per sostituire a una situazione reale, quella in cui ci troviamo al momento, una situazione diversa, reale solo nella nostra mente. A questo fine facciamo appello alle nostre capacità di ideazione, anticipazione e memoria e se ci imponiamo questo sforzo è perché spesso il risultato di questa sostituzione ci fa piacere. Essa ci consente di realizzare, sia pure solo in forma di sogno, e spesso senza alcuna conseguenza diretta sulla nostra esistenza reale, un desiderio che non siamo in grado di soddisfare nella situazione in cui ci troviamo".  

La poesia come una "forma di sogno". Ma è sogno. Perché il sogno vince sulla realtà e la poesia non ha bisogno del reale in quanto Bonnefoy è convinto che  "il mondo immaginato ravviva il nostro desiderio di essere".  In lui insiste una caratteristica che forse si potrebbe definire meta-evangelica soprattutto quando parla della salvezza.

La salvezza è possibile toccarla dopo che tutto è distrutto. La salvezza nasce dalla distruzione: "E' vero che occorreva distruggere e distruggere e distruggere,/E' vero che la salvezza era a quel prezzo" (da "L'imperfezione è la natura"). Dentro questo labirinto di pensiero religioso – sacro, Bonnefoy pone l'importanza dell'imperfezione. L'opera d'arte non solo la si deve leggere e comprendere nel suo senso incompiuto, ma anche nella sua dimensione – valore di imperfezione. Come gli uomini che sono l'immagine dell'imperfezione. E in questo concetto la sua religiosità del linguaggio si fa sacralità della parola.

Ancora nella poesia appena citata il contrasto/conflitto/risoluzione si tematizza su un tale versante: "Amare la perfezione in quanto soglia,/Ma conosciuta negarla, dimenticarla morta,//L'imperfezione è la cima".

Qui sta forse il senso del suo camminare tra la vita e le parole. La sua poesia è in questo immaginario di pensieri che diventano scoglio di esistenze, già dicevo, ma anche  in un fuoco che "squarcia il giorno" nel giorno che rincorre l'alba e l'alba è sempre rincorsa per essere vissuta come luce. Ed è la lingua che si interiorizza come senso. Il senso dell'esistere.

La lingua occorre considerarla, ci dice Bonnefoy, come  "un materiale sottomesso a una operazione totalmente e radicalmente indenne dalla personalità dell'operatore. Quindi resta un'operazione sulla Forma, l'impostazione infine di una forma al flusso di parole che di per sé hanno perso un senso" (così scriveva sul "Corriere della Sera", 22 settembre 2001). È la metafora nella metafisica del vivere il peso e la profondità di una parola che è riassume la complicità dell'essere, del pensiero e della forma.

Nella sua poesia, ma si potrebbe dire nella sua scrittura e nel suo scrivere, il silenzio non è una parola taciuta, ma diventa un linguaggio del vivere: "… come nascere impaziente/Sconvolge il suolo,/Tu neghi con gli occhi/Il peso delle argille stellari".

Dunque, una scrittura scavata ma anche una scrittura dell'essere. Non solo dell'essere stato, e quindi un coinvolgere il tempo come immaginario perso nell'immaginario di un tempo conquistato, ma soprattutto della salvezza vissuta. In questo concetto della salvezza vissuta si vive, in Bonnefoy, la salvezza conquistata e da conquistare tempo dopo tempo. Un poeta nella scrittura del pensiero.

Yves Bonnefoy era nato a Tours il 24 giugno del 1923. E' morto a Parigi l'1 luglio del 2016.