domenica 17 gennaio 2016

MAXXI: GRAN SERATA FUTURISTA | Massimiliano Finazzer Flory | 22gennaio

 
venerdì 22 gennaio 2016, 20:00 - 21:15

Gran serata futurista

Auditorium del MAXXi – ingresso 10 euro
il biglietto comprende la visita al museo, valido nei 7 giorni successivi all'evento

Un itinerario rigoroso tra il 1909 e il 1922 attraverso la voce, la musica e la danza futuriste.

Lo spettacolo esalta il valore dell'energia, del movimento, dell'immaginazione senza fili, delle parole in libertà, del bisogno di rinnovare partendo dai valori dei Futuristi: coraggio, temerità, velocità, originalità, audacia, libertà, trionfo della novità, sovranità della fantasia, accettazione completa della civiltà tecnologica, il senso della grande città.
http://www.fondazionemaxxi.it/events/gran-serata-futurista/

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Amore e Psiche, capolavoro nel capolavoro

di Pierluigi Casalino


Apuleio di Madaura fu intellettuale a tutto tondo dell'Antichità e certo uno dei più grandi geni dell'umanità. Personaggio di straordinari cromatismi culturali ed emotivi, Apuleio coniugò i momenti topici del pensiero classico con le sue formidabili intuizioni creative, esprimendo un neoplatonismo originalissimo che recepì i sentimenti di un'epoca di transizione, affidandone il messaggio alle generazioni future. Capolavoro nel capolavoro, nel contesto della produzione di Apuleio, si distingue la favola di Amore e Psiche, gioiello singolare e di stupefacente cifra sensuale nel quadro de Le Metamorfosi, opera di tutto rispetto nel lascito dell'Autore latino nordafricano. Basti pensare ai molteplici piani di lettura che questo racconto unico nel suo genere (che recupera una tradizione di elevato valore semantico del mito classico) ha offerto contributi ricchi di violenza, passione e di bellezza sensuale, oltre che una dimensione sentimentale commovente che ancora oggi fa testo nell'immaginario dell'amore, non solo profano. Quando si attraversa la Francia d'estate, durante la stagione in cui i campi di grano e di girasole, che Van Gogh ha immortalato con i suoi colori, ci coglie la stessa emozione che Apuleio ci ha raccontato e trasmesso nella sua ricerca dell'appassionato ed infinito stato di intreccio di sentimenti cosìsublimi proprio in Amore e Psiche.

Casalino Pierluigi, 4.09.2015

CHI VOLLE LA MORTE DI MORO. I COMUNISTI CHIUSERO LE PORTE. UN LIBRO SCIOCCANTE DI PIERFRANCO BRUNI RILEGGE LE LETTERE DELLO STATISTA E LA STAMPA DEL 1978

  sindacatoliberoscrittori/roma/gennaio2016//

CHI VOLLE LA MORTE DI MORO? DOPO QUATTRO LIBRI PIERFRANCO BRUNI PROTAGONISTA DI QUEGLI ANNI IN UNA ROMA DI FUOCO PUBBLICA UN TESTO SCIOCCANTE SUL PARTITO DELLA FERMEZZA CHE VIDE INSIEME I COMUNISTI E I DEMOCRISTIANI RILEGGENDO TUTTE LE LETTERE DELLO STATISTA E LE PAGINE DEI QUOTIDIANI DEL 1978
  
Chi volle affossare le trattative per cercare di salvare Aldo Moro? Chi moralmente è responsabile? Chi giudico' lo statista rapito un uomo folle? Chi si affidò ad una seduta spiritica? Pierfranco Bruni, attento testimone e proragonista di quegli anni, in occasione del centenario della nascita di Aldo Moro (1916 – 2016) attraversa, in un nuovo romanzo – saggio, il destino tragico di una stagione di terrore tra le macerie degli anni di piombo e il rapimento e l'uccisione di Aldo Moro. Bruni rilegge le drammatiche ultime lettere dello statista ucciso nel 1978 in un testo dal titolo: "Il perduto equilibrio", editore "Il Coscile", Castrovillari (0981 22632), già in libreria. Con un sottotitolo preciso: "Nei giorni tristi di Aldo Moro". Al centro del libro c'è la storia d'amore e la passione di due giovani che si raccontano raccontando i giorni di fuoco in una città misteriosa, lacerante e devastata come Roma. Si incontrano a Piazza di Spagna, tra le vie di Roma, all'Università e si amano nella disperazione di capire il dolore che attraversava un tempo tragico.         Marika, una terrorista della quale si perdono le tracce (e si scopre, alla fine, che viene uccisa in uno scontro con le forze dell'ordine) e un io narrante che definisce una temperie di guerriglia in una meditazione non solo meramente politica ma anche umana e profondamente legata alla storia di un intreccio ideologico. Un libro, che fa riflettere anche per le proiezioni letterarie e culturali e per le metafore che fanno da sfondo al percorso narrante.       Bruni rimette in campo la metafora di Alice (Moro) nel Paese delle Meraviglie (un'Italia illusa e disillusa) in un contesto in cui il processo politico si disputava tra la "libertà" della fermezza e la "libertà" della trattativa. La disperazione che ha portato alla morte di Moro si intreccia con la disperazione di un amore che rivela un vuoto di coscienze e il senso del perduto tra due giovani che avrebbero potuto vivere oltre la stessa ideologia il loro amore come favola e incantesimo. Gli anni di piombo distruggono anche la fantasia degli amori.       Nel romanzo, che ricostruisce la stagione degli anni di piombo, Pierfranco Bruni sottolinea una precisa posizione che è quella che Moro si sarebbe potuto salvare se non fosse stata adottata la strategia della fermezza da parte di alcuni partiti politici. Il libro, nel ricostruire quella vicenda, pone all'attenzione anche uno stato d'animo che travagliava la generazione dei ventenni che allora discutevano di politica e frequentavano gli ambienti universitari.        Un libro che raccorda storia ed emozioni nel racconto stesso di due giovani che parlano di amore, passione e rivoluzione. Il  concetto di "rivoluzione" diventa la chiave di lettura sia sul piano politico – ideologico che su quello strettamente sentimentale – passionale.  Eros e morte sono costantemente in conflitto. Marika è eros ma è anche la bellezza infranta dall'ideologia della morte.       Bruni sostiene, tra l'altro, che la vicenda Moro non fu ben capita né a sinistra né a destra. Sia la sinistra che la destra tirarono in ballo la "ragion di Stato". Da questo punto di vista Bruni condivide la posizione di Leonardo Sciascia posta nel 1978 con "L'Affaire Moro". Il partito della fermezza non capì la vera questione.        Pierfranco Bruni aveva già affrontato questa problematica in altri romanzi. Già nel 1998 aveva pubblicato il romanzo  "L'ultima primavera. Aldo Moro, la tragedia di uno statista" che ha avuto  tre edizioni. Nel 2004 un altro importante romanzo, dal titolo "Quando fioriscono i rovi", filtra gli anni di piombo con la presenza di Moro all'interno di un contesto poetico – lirico, in cui l'amore è rivoluzione e l'ideologia resta la vera devastazione che ha colpito gli anni di piombo.        "Il perduto equilibrio. Nei giorni tristi di Aldo Moro" ritorna come riferimento fondamentale per riportare sulla scena il personaggio di Marika, la passione e la metafora di Moro – Alice nel Paese delle Meraviglie.       Ci sono capitoli molto duri nei quali si legge: "Si può morire al momento giusto? È un grido. Un urlo che non smette di farsi eco. Dalle grotte degli anni continua a farsi ascoltare. La morte giunge al momento giusto. La metafora è un agguato. Le metafore sono un agguato. Tra le parole creano ferite. Ma solo tra le parole si possono capire le metafore.       "Ci si perde e ci si ritrova tra le pieghe di un raccontare che non racconta perché le metafore non hanno il senso del narrativo. Restano fisse nell'oblò delle immagini. E questa morte che giunge al momento giusto è una morte ingiusta… Ma può giudicarsi giusta la morte, una morte… Questa morte…". Oppure: "Guardare al dopo domani. Mi pare che sia una osservazione profetica questa di Aldo Moro. Soprattutto negli anni successivi alla sua tragica morte si sono consumati nei viali della tristezza i valori di un umanesimo che doveva stare al centro di una politica testimoniata. Chi ha vissuto il tempo delle idee non può che testimoniarsi oltre ogni ideologia".       Il 1978 resta centrale, sostiene Bruni, e il libro va alla ricerca di alcune motivazioni che proprio nel corso del rapimento Moro esplosero. "Un anno terribile. --Dice Bruni.- Mentre si leggeva Il suicidio della rivoluzione di Augusto Del Noce c'era qualcuno che la rivoluzione si illudeva di farla realmente. Ma Moro rappresentava proprio la centralità di una situazione che stava per esplodere definitivamente. Moro era cosciente di ciò. Da allora, sul piano politico, sono cambiate tante cose. La fine della Dc è cominciata con la morte di Moro. E' tempo ormai non di interpretare i fatti ma di entrare dentro i fatti attraverso la lettura di una realtà sia di politica nazionale che internazionale".       Il testo di Bruni presenta alcuni aspetti di una marcata lirica tragicità e riporta sulla scena le lettere che Moro scrisse dal "carcere" delle Brigate rosse e che furono diffuse proprio nel corso dei cinquantacinque giorni della prigionia dello statista democristiano offrendo una incisiva meditazione attraverso un'ampia discussione problematica sia storica che politica stessa. Le lettere dello statista democristiano, sostiene Bruni, offrivano una precisa chiave di lettura.       Tra l'altro Bruni analizza il tempo di una generazione e, attraverso annotazioni di diario personale, ripercorre la storia di un giovane degli anni Settanta che si lascia alle spalle una madre cattolica e profondamente democristiana e un padre fascista e nostalgico del Mussolini regime. Tutto questo all'interno di una tragedia che accomunava una generazione. Ma è la storia d'amore con il personaggio di Marika, bella, sfuggente che ha gli occhi di "verde luna", che campeggia lungo i giorni tristi della tragedia di Aldo Moro.       Oggi, questo testo, nel centenario della nascita dello statista, si presenta di grande attualità ed emerge chiaro un preciso atto di accusa rivolto a tutti coloro che non capirono la portata tragica degli avvenimenti e non diedero ascolto al messaggio umano proveniente da quelle drammatiche lettere. La voce di Moro continua ancora oggi in un recitativo drammatico. Un libro che affronta con spirito critico e coraggioso una tragedia in una dimensione tra storia e letteratura.    

Casa editrice Il Coscile  Castrovillari (CS)    

 

QUARTO: SGARBI ABBANDONA DIRETTA "DOMENICA LIVE"

 

«Domenica Live», Sgarbi abbandona,  in silenzio, la diretta
dedicata alle presunte infiltrazioni mafiose
nel Comune di Quarto, guidato dai grillini
«I 5 Stelle - osserva il critico - non esistono
se non per indicare la qualità degli alberghi»
 
ROMA - Vittorio Sgarbi ha abbandonato, in silenzio, la diretta di «Domenica Live».
Lo storico e critico d'arte era stato invitato da Barbara D'Urso per commentare le presunte infiltrazioni mafiose nel Comune di Quarto, guidato da un sindaco del «Movimento 5 Stelle»
 
«Adesso che è stato depenalizzato l'insulto - spiega Sgarbi -  non vale nemmeno più la pena di usarlo. Così, invitato per discutere sul tema, inesistente, delle infiltrazioni mafiose nel Comune di Quarto, paese di cui nessuno, fino a ieri, conosceva l'esistenza, e in cui si manifestano, per ciò che riguarda i rapporti tra i cittadini e i politici, gli stessi fenomeni di qualunque altro luogo d'Italia, ho dovuto ascoltare, per circa un'ora, insensatezze sulla presunta diversità dei 5 Stelle, movimento di cui non si conosce un pensiero, un'idea, e che pensa di disporre degli eletti come fossero «cosa loro», come ha giustamente osservato il sindaco di Gela.
 
Non ci sono - argomenta Sgarbi - due posizioni: ce n'è una, ed è quella dettata dalla Costituzione (la presunzione d'innocenza), non certo quella delle intimidazioni dei Saviano e dei Grillo, ben più prepotenti della mafia e della camorra, delle quali occorre dire che, chi ha diritto al voto non può essere suo esponente. Quindi nessun voto camorrista, se non presunto.
Quando la magistratura, con una sentenza, lo riterrà tale, il camorrista non potrà votare. Discorso troppo semplice da fare in una trasmissione in cui ognuno parla senza sapere quel che dice. Mentre chi potrebbe dire qualcosa, è costretto a tacere perché ognuno pretende di essere più puro degli altri.
 
I 5 Stelle non esistono se non per indicare la qualità degli alberghi. Così me ne sono andato in silenzio e senza insultare. Anche gli insulti - conclude Sgarbi - occorre meritarseli»

 
l'Ufficio Stampa
(Nino Ippolito)
+39 340 73 29 363
press@vittoriosgarbi.it

Giornata della memoria 2016 ". . . BUT THE MEMORY REMAINS . . ."

 *da Biblioteca Gramsiana-Ales-Oristano

L'attività vuole ricordare con mostre convegni e proiezioni quello che fu uno dei più grandi drammi del così detto secolo breve: la Shoah. La Biblioteca Comunale "Antoni Cuccu" di Villa Verde e L'amministrazione Comunale svolgeranno l'evento in collaborazione con l'ISTASAC, l'ISSASCO, il Servizio civile del Comune di Villa Verde e la BGO. L'attività si svolgerà fondamentalmente su quattro ambiti: quello della mostra di carattere documentario-storico, quello artistico, quello della convegnistica e l'allestimento di una piccola biblioteca tematica . L'evento partirà mercoledì 27 Gennaio presso l'ex Frantoio Via Notaro Salis,10 a Villa Verde alle 15,00 con la performance alla Lavagna di Roberto Brundu. Alle 17,30 ci sarà l'apertura della mostra con la presenza di Maurizio Onnis.

APERTURA MOSTRA: 27.01.2016-27.02.2016
Lunedì, Mercoledì e Giovedì dalle ore 9:00 alle 12:00
Martedì e Venerdì dalle ore 15:00 alle 19:00
Per gli altri giorni non menzionati sopra solo su appuntamento per tutta la durata della mostra.

MOSTRA: L'Ebreo come diverso. La persecuzione antisemita in Italia.
I pannelli ripercorrono gli anni 1938 – 1945, dalla promulgazione delle leggi razziali in Italia alla Liberazione. La mostra si articola in cinque blocchi tematici: - la configurazione della comunità ebraica prima delle leggi razziali e il suo rapporto con l'Italia. - L'emanazione delle leggi razziali con i suoi 29 articoli il 17 novembre del 1938. - La persecuzione antisemita: dai campi di internamento sorti dopo l'entrata in guerra dell'Italia a fianco della Germania nel 1940 ai quattro campi di concentramento nell'Italia settentrionale. - I comportamenti della popolazione italiana. - Il problema della memoria attraverso la disamina del caso Priebke, il principale responsabile del massacro delle Fosse Ardeatine il 24 marzo 1944. La mostra, realizzata nel 1997 dall'ICSR, è stata curata da Gloria Chianese, Giulia Buffardi, Maria Ferrara, M. Teresa Iannitto. Significativo è il pannello sull'episodio della deportazione degli ebrei da via Tasso a Roma il 16 ottobre 1943, e quello dei bambini nei lager, che, con la vicenda di Sergio De Simone, il piccolo ebreo napoletano – a cui è dedicata la mostra – che insieme con altri 19 bambini fu sottoposto ad esperimenti medici e poi soppresso il 20 aprile del 1945, ci rimanda alle condizioni infantili all'interno dei lager.

27.01.2016-27.02.2016 Biblioteca tematica sui genocidi.
Sempre nei locali della mostra verrà allestita una piccola biblioteca tematica, dove i visitatori potranno approfondire le tematiche attinenti con l'olocausto e le ideologie e i governi che lo hanno generato. Inoltre sarà possibile vedere e ascoltare supporti audiovisivi che trattano dell'argomento.

27.01. 2016.ROBERTO BRUNDU Alla Lavagna artisti
Dalle 15 sino alle 19 Roberto Brundu artista Riolese disegnerà sulla lavagna nel tradizionale appuntamento de Alla lavagna artisti sul tema della shoah. Diplomatosi presso l'Istituto Statale d'Arte di Oristano, indirizzo legno si Laurea in Pittura presso l'Accademia Ligustica Belle Arti Partecipa a mosstre e collettive e Personali avendo anche dei riconoscimenti in alcuni concorsi quali il Terzo concorso nazionale di pittura. "Illustrare Manzoni", comune di Chieti, edizione 2008. 2° classificato. 4° Biennale dell'illustrazione, Renzo C. Ventura. "Tra secessione e Déco", comune di Colmurano (Macerata). 

27.01. 2016 H. 17,30 dialogo con MAURIZIO ONNIS sulla Shoah. Consulente editoriale, ha viaggiato nei paesi in via di sviluppo e studiato antropologia e storia delle culture. Nel 2013 è uscito per Piemme Il fotografo di Auschwitz, scritto con Luca Crippa e tradotto in diversi paesi. L'anno successivo, sempre per i tipi Piemme e sempre con Luca Crippa, viene Pubblicato L'archivista. Ha perso i genitori ad Auschwitz, ora deve inchiodare i medici nazisti. 
Segreteria organizzativa: bibliovillaverde@tiscali.it.it