Testimoni di una storia che non può essere cancellata- la newsletter di oggi di Società Libera

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Anno XXIV - n. 526 - 07 febbraio 2024

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Testimoni di una storia che non può essere cancellata

di Angelo Giubileo

A molti, e a Noi di Società Libera tra questi, è sembrato che dopo il 7 ottobre scorso, giorno dell'attacco di Hamas a Israele, il mondo potesse precipitare in un abisso. Esattamente a un mese di distanza, il 6 novembre scorso, il Pontefice della Chiesa cattolica apostolica romana, Josè Maria Bergoglio non legge il discorso all'udienza con i rabbini europei perché dice di "non stare bene in salute", ma - date le circostanze di allora e attuali - l'atto è inteso come un gesto di dissenso nei confronti dell'intera classe sacerdotale e quindi nei confronti dell'intera Tradizione d'Israele.

Da quel 6 novembre sono passati tre mesi - un tempo relativamente lungo, anzi lunghissimo dato che il conflitto a Gaza non ha accennato e non accenna a fermarsi -, un tempo in cui gli appelli alla pace si sono moltiplicati giorno dopo giorno.

Per parte nostra, abbiamo rivolto anche un appello alla politica, alla cultura, agli organismi istituzionali e alle gerarchie ecclesiastiche affinché, rinnovando un'eredità storica plurimillenaria, si fermi la corsa degli almeno ultimi trent'anni a un vuoto modernismo. A questo fine, abbiamo organizzato l'iniziativa del prossimo 1 marzo ore 19 vicino al sagrato della Basilica di S. Maria del Popolo in piazza del Popolo a Roma.

Nel frattempo, in risposta a una lettera recapitatagli dai rabbini e studiosi del dialogo ebraico-cristiano, il 2 febbraio scorso Josè Maria Bergoglio ha inviato una lettera alla teologa Karma Ben Johanan rivolgendosi "ai fratelli e alle sorelle ebrei di Israele", già da tempo riconosciuti dalla Chiesa di Bergoglio quali "fratelli maggiori" nella fede. In modo significativo, dice nella lettera che "non posso che ribadire che (…) il rapporto che ci lega a voi è particolare e singolare, senza mai oscurare, naturalmente, il rapporto che la Chiesa ha con gli altri, e l'impegno anche nei loro confronti".

 A Noi è sembrato che con questo gesto, contrassegnato da un'evidente testimonianza storica, Bergoglio non abbia esitato a riconoscerela Tradizione della Chiesa e i doni di Giacobbe, nella speranza che - secondo la legge - ebrei, cristiani e musulmani collaborino affinché "si eliminino odio e violenza" (Karma Ben Johanan).


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