Il rilancio dell'Occidente e dei suoi valori passa per la riorganizzazione della sua difesa contro le minacce esterne e la rinascita del sentimento della sicurezza collettiva.
Le crisi globali che attraversano in questi anni le relazioni internazionali promosse da soggetti che rifiutano gli equilibri emersi dal crollo dell' ordine di Yalta e dalle rivendicazioni del fanatismo islamico stanno cominciando ad aprire un grande dibattito sul senso d'identità della nostra civiltà democratica e sull'esigenza di alzare le difese contro la regia della disinformazione e del sovvertimento dei principi di tolleranza e di pluralismo. Da qualche tempo autorevoli osservatori militari, non ultimi quelli della Svizzera, mettono in guardia sul pericolo di in un conflitto devastante sul Vecchio Continente e nelle regioni limitrofe a causa delle minacce promosse da regimi, il cui DNA è quello della sopraffazione e del mancato rispetto dei diritti umani e civili. Studi approfonditi della congiuntura internazionale confermano l'esigenza di un brusco risveglio delle opinioni pubbliche, il cui sonno e la sua superficiale atteggiamento nei confronti del problema della sicurezza rischia di comportare un annebbiamento della coscienza civile e della vigilanza. I tempi sono gravidi di segnali e lo spirito di Monaco sembra rivivere sia nelle cancellerie che presso gli intellettuali. Anzi questi ultimi, come stiamo notando con il loro suicidio ideologico (vedi il dilagare dell'antisemitismo e il parteggiare, quali utili idioti, per i criminali di Hamas e i nemici delle nostre regole democratiche) rappresentano un momento di resa autolesionista. Ciò nondimeno le istituzioni più avvedute lanciano l' allarme e ripropongono il "si vis pacem, para bellum" prima che sia troppo tardi.
Casalino Pierluigi
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Roberto Guerra