Continuità ed eredità diplomatica della Prima Repubblica.



Da: Pierluigi Casalino <pierluigicasalino49@gmail.com>
 
A: Roby Guerra <astronave3000@hotmail.it>
Oggetto: Continuità ed eredità diplomatica della Prima Repubblica.
 
La pace nella sicurezza è sempre stato l'obiettivo, sancito tra le righe nello stesso dettato costituzionale, della classe politica italiana nel suo complesso e nella stragrande maggioranza e lungimiranza dei suoi grandi protagonisti fin dagli albori della Prima Repubblica. Circostanza questa che resta tuttora il principio vivo alla guida della politica estera del Bel Paese, garanzia essenziale degli equilibri interni ed internazionali nel quadro delle alleanze e dei comuni ideali di democrazia e libertà, condivisi con i Paesi che dalla fine della seconda guerra mondiale difendono le tradizioni, su cui si fonda la civiltà occidentale, dalle minacce  dispotiche e  totalitarie e da altri pericoli eversivi come il  fanatismo islamico. Grazie alla conservazione di tale status quo, l'Italia ha mantenuto e mantiene la propria condizione di prosperità, di progresso e di stabilità, aldilà delle crisi ricorrenti che hanno segnato e segnano le relazioni internazionali dal 1945 ad oggi. Va dunque a merito della classe politica della Prima Repubblica (e a coloro fra essa che ne scrissero pagine di intelligenza e di saggezza)il persistere di un solido apparato di comportamenti e di stile diplomatico che preserva l'Italia da rovinose degenerazioni e avventure nel contesto planetario. Un eredità questa che, di fronte all'innegabile decadimento  delle attuali élites in valore e preparazione politica, fa vivere di rendita la navigazione delle leadership che si stanno susseguendo al timone del Paese o che ne frequentano soltanto le aule parlamentari. Mario Draghi rappresenta, a dire il vero, l'ultimo e fedele interprete di quella linea aurea che da prova di spessore diplomatico a differenza di qualche estemporaneo soggetto non dotato di altrettanto seria intuizione politica e mosso solo da velleitarie e non ben meditate fughe in avanti di carattere strumentalmente sovranista capaci di far deragliare il treno della sicurezza nazionale, se pur oggettivamente destinate all'insuccesso.
Casalino Pierluigi