In questi giorni il nostro ministro Dario Franceschini con orgoglio ha lanciato la piattaforma ITsArt, "il nuovo palcoscenico virtuale per teatro , musica, cinema, danza e ogni forma d'arte, live e on-demand": nei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri, inventore della lingua italiana, il nostro Ministro della Cultura lancia un nome inglese per promuovere gli artisti in Italia…geniale! culturaidentita.it |
Basta con questi inglesismi nelle comunicazioni ufficiali del Governo: parlate in italiano, vi prego, fatelo almeno per rispetto del Sommo Poeta. Franceschini ha ribattezzato questa piattaforma "la Netflix italiana" e il paradosso è che, per lanciarla, usa la Cassa Depositi e Prestiti insieme a una società privata, dimenticandosi però della Rai e dei suoi sterminati archivi! Lo Spettacolo, sia chiaro, ha bisogno delle vibrazioni degli interpreti dal vivo e dell'energia del pubblico: il rischio è che in questo nuovo esperimento sociale, nato con la pandemia, le poche comunità che ancora resistono nelle sale teatrali o cinematografiche siano completamente scardinate dagli interessi economici dei nuovi padroni del web. Capiamo che il nostro ministro all'inglese non ami molto gli artisti, visto che sta facendo morire un settore così importante in Italia, dove la Cultura è semplicemente chiusa, insieme ai suoi lavoratori e alle sue imprese: è stato loro chiesto, giustamente, di mettersi in sicurezza con le norme anti Covid ma, una volta fatto, cinema, teatri e musei sono stati richiusi, malgrado i dati indicassero un solo contagio su più di 350 mila spettatori. ....................