Ferrara. Tiemme digitali (TED) "!Trilogia" eBook di Franco Mari (...Balbo Fiction, Il Dito di Dio e La Gilda)

 
Da: Riccardo Roversi  

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IL DITO DI DIO

Quante vite bisogna trascorrere per convincersi di non avere impiegato il proprio tempo inutilmente? Quanti sentimenti e quante priorità devono alternarsi, dentro l'animo di una persona, prima che sia davvero libera di decidere il proprio futuro? In questa storia, veramente accaduta, un uomo chiamato dalla vita a impersonare un ruolo ricco di grandi privilegi, viene improvvisamente privato di tutto e costretto ingiustamente in un campo di prigionia. Il protagonista viene travolto dalle vicende imprevedibili dell'esistenza senza mai riuscire, se non alla fine, a deciderne il ritmo o la direzione o l'epilogo. Solamente l'amore di una donna e i sentimenti dell'amicizia riescono a dare un senso alla sua esistenza e a impedirgli di affondare passivamente senza lasciare di sé alcuna memoria.

L'AMANTE DEL GOVERNATORE

La vicenda si svolge fra il 1934 e il 1940, periodo in cui Italo Balbo ricopre la carica di Governatore della Tripolitania, Cirenaica e del Fezzan. Un incontro rapido e occasionale fa sì che una ragazza berbera si innamori del Governatore e che venga destinata a diventare una delle sue concubine. I preparativi all'arrivo del Governatore si svolgono a Giarabub, una sperduta oasi del deserto libico, dove il Capitano Paride Pasini e Ghada - una ex prostituta berbera - istruiscono la ragazza ai suoi nuovi doveri. Sullo sfondo della probabile seconda guerra mondiale, all'angoscia di una continua attesa insoddisfatta si alternano per la ragazza momenti di limpida felicità sino al drammatico epilogo finale.

LA GILDA

«Era ormai finita la guerra e a Roma non c'erano mica tante altre occasioni per sbarcare il lunario. Mentre quello sconosciuto consumava la sua marchetta e il suo fiato sopra di lei, la ragazza con i capelli dorati si trovò a ripensare a qualche anno prima, nel 1937, quando sua madre le aveva proposto di andare a Roma a servizio come domestica presso i Bonfiglioli, una ricca famiglia ebrea che abitava in un signorile palazzo in Via del Corso...»