a cura di R. Guerra (a.. Direzione di Pensa Libero, Firenze, Direttore N. Cariglia, Vice Direttore per il Sud... A. Giubileo )
D- Pensalibero, come da presentazione, si caratterizza per uno stile ci pare libertario e antideologico; questa coerenza, spesso sbandierata anche dai giornali, in realtà non è la regola in Italia... per quale motivo?
R- Ringraziamo innanzitutto per l'attestazione di coerenza che ci attribuite e che ci vede impegnati a garantire almeno un'uscita settimanale, e che, piace ricordare, è stata promossa oltre dieci anni fa su iniziativa dell'attuale Direttore Nicola Cariglia insieme al Gruppo "I centouno". Gli autori degli articoli sono nella maggior parte, donne e uomini che si riconoscono nei principi della cultura laica, liberale e socialdemocratica, così che nessuno si sorprenda di leggere articoli che contengono giudizi e soluzioni differenti per gli stessi problemi. Il giornale non ha da imporre alcuna linea. E, per quanto possa interessare, non è in obbligo con alcuno che una qualsiasi linea possa o voglia imporgliela. A differenza di ciò che avviene di regola in Italia: a motivo, diremmo soprattutto, di una mentalità e una concezione in genere assai poco meritocratica.
D - La testata on line è di Firenze, tuttavia con focus diretto anche verso il sud (Giubileo è vicedirettore.ndr..): il Sud resta eterno problema italiano, ma lo Stato esiste davvero da Roma a Palermo o appendice delle varie mafie storiche dell'area?
R-Non solo verso il sud, ma anche verso il nord dove è comunque evidente che i problemi siano diversi e presentino quindi una diversa prospettiva di analisi e risoluzione. Ecco perché talvolta, come dicevamo, i giudizi e le soluzioni non solo appaiono ma devono e sono diversi. Con il trascorrere dei decenni, tuttavia, il problema della criminalità mafiosa si è piuttosto esteso dal sud al nord del paese, tanto che vorremmo ricordare quanto diceva l'ex Presidente Cossiga in un libro-intervista del 2010: "Se lo Stato italiano conserverà la sovranità sull'intero suo territorio sarà grazie all'Europa". Può sembrare tuttora assurdo, ma fondamentalmente è così.
D- Il pensiero radicale libertario appena pochi decenni fa sembrava il futuro desiderabile post Prima Repubblica e postpartitico? Secondo voi come mai invece quel che era stato seminato alla fine e con le indubbie ambiguità ha premiato i sovranismi vari di oggi?
R-Condividiamo l'impostazione della domanda sia per quanto concerne le origini del percorso europeo, ispirato all'utopia liberale e socialista degli Stati Uniti d'Europa e quindi del motto "uniti nella diversità", sia quanto ai diversi sviluppi, che oggi invece sembrano premiare quelli che lei definisce vari sovranismi. Ecco, quel che ancora oggi manca al progetto di costruzione europea è l'idea compartecipata di concessione della sovranità nazionale e condivisione non solo finanziaria, peraltro mai completata, ma soprattutto politica di una nuova sovranità europea di cittadini liberi e uguali.
D- A suo tempo, persino Pannella era bollato di fascismo! La sinistra storica, pare in via di estinzione o quasi, ha mai fatto vera autocritica verso il cosiddetto Altro non supposto progressista?
R-Negli anni, soprattutto più recenti, che hanno caratterizzato la Seconda Repubblica, la sinistra storica ha fatto comunque grandi passi avanti verso un orizzonte storicamente liberale e socialista, al punto che, parafrasando Croce, potremmo anche dire che non possiamo non dirci liberali. A nostro parere, più che giudizio, ciò che piuttosto è mancato è stata la realizzazione concreta di una progettualità viceversa quasi sempre asservita ai principi formali e a narrazioni ideali che si sono poi rivelate mere utopie. In pratica, è venuta meno quell'impronta pragmatica e realista inizialmente tipica in Europa dei partiti d'Oltremanica. Non a caso, la Terza Via di Giddens e poi altri in Europa non è stata mai perseguita in Italia, se non attraverso un assai sterile e più che assai timido tentativo che vide coinvolti nel 2006 i Socialisti di Boselli e i Radicali di Pannella dapprima con il progetto della Rosa nel Pugno e poi della Costituente Socialista.
D- Secondo voi, un progressismo libertario vero 2.0 è possibile nei prossimi anni in Italia?
R-A parere nostro, diremmo che possa trattarsi di una prospettiva realizzabile solo in un ambito che sia europeo e davvero europeista; ma ciò presuppone un notevole cambio di passo e quindi di strategia da parte innanzitutto degli Stati membri dell'Unione, non possono bastare di certo la Germania e la Francia soltanto. E tuttavia, un'altra occasione ancora potrebbe darsi in considerazione dei nuovi rapporti di forza che attualmente Stati Uniti, Cina e le altre maggiori potenze mondiali intendano realmente intraprendere e sviluppare; costringendo pertanto l'Unione stessa a consolidarsi al proprio interno e incrementare all'esterno le proprie e rinnovate possibilità competitive, sia politiche che di mercato.
D- Pensalibero, come da presentazione, si caratterizza per uno stile ci pare libertario e antideologico; questa coerenza, spesso sbandierata anche dai giornali, in realtà non è la regola in Italia... per quale motivo?
R- Ringraziamo innanzitutto per l'attestazione di coerenza che ci attribuite e che ci vede impegnati a garantire almeno un'uscita settimanale, e che, piace ricordare, è stata promossa oltre dieci anni fa su iniziativa dell'attuale Direttore Nicola Cariglia insieme al Gruppo "I centouno". Gli autori degli articoli sono nella maggior parte, donne e uomini che si riconoscono nei principi della cultura laica, liberale e socialdemocratica, così che nessuno si sorprenda di leggere articoli che contengono giudizi e soluzioni differenti per gli stessi problemi. Il giornale non ha da imporre alcuna linea. E, per quanto possa interessare, non è in obbligo con alcuno che una qualsiasi linea possa o voglia imporgliela. A differenza di ciò che avviene di regola in Italia: a motivo, diremmo soprattutto, di una mentalità e una concezione in genere assai poco meritocratica.
D - La testata on line è di Firenze, tuttavia con focus diretto anche verso il sud (Giubileo è vicedirettore.ndr..): il Sud resta eterno problema italiano, ma lo Stato esiste davvero da Roma a Palermo o appendice delle varie mafie storiche dell'area?
R-Non solo verso il sud, ma anche verso il nord dove è comunque evidente che i problemi siano diversi e presentino quindi una diversa prospettiva di analisi e risoluzione. Ecco perché talvolta, come dicevamo, i giudizi e le soluzioni non solo appaiono ma devono e sono diversi. Con il trascorrere dei decenni, tuttavia, il problema della criminalità mafiosa si è piuttosto esteso dal sud al nord del paese, tanto che vorremmo ricordare quanto diceva l'ex Presidente Cossiga in un libro-intervista del 2010: "Se lo Stato italiano conserverà la sovranità sull'intero suo territorio sarà grazie all'Europa". Può sembrare tuttora assurdo, ma fondamentalmente è così.
D- Il pensiero radicale libertario appena pochi decenni fa sembrava il futuro desiderabile post Prima Repubblica e postpartitico? Secondo voi come mai invece quel che era stato seminato alla fine e con le indubbie ambiguità ha premiato i sovranismi vari di oggi?
R-Condividiamo l'impostazione della domanda sia per quanto concerne le origini del percorso europeo, ispirato all'utopia liberale e socialista degli Stati Uniti d'Europa e quindi del motto "uniti nella diversità", sia quanto ai diversi sviluppi, che oggi invece sembrano premiare quelli che lei definisce vari sovranismi. Ecco, quel che ancora oggi manca al progetto di costruzione europea è l'idea compartecipata di concessione della sovranità nazionale e condivisione non solo finanziaria, peraltro mai completata, ma soprattutto politica di una nuova sovranità europea di cittadini liberi e uguali.
D- A suo tempo, persino Pannella era bollato di fascismo! La sinistra storica, pare in via di estinzione o quasi, ha mai fatto vera autocritica verso il cosiddetto Altro non supposto progressista?
R-Negli anni, soprattutto più recenti, che hanno caratterizzato la Seconda Repubblica, la sinistra storica ha fatto comunque grandi passi avanti verso un orizzonte storicamente liberale e socialista, al punto che, parafrasando Croce, potremmo anche dire che non possiamo non dirci liberali. A nostro parere, più che giudizio, ciò che piuttosto è mancato è stata la realizzazione concreta di una progettualità viceversa quasi sempre asservita ai principi formali e a narrazioni ideali che si sono poi rivelate mere utopie. In pratica, è venuta meno quell'impronta pragmatica e realista inizialmente tipica in Europa dei partiti d'Oltremanica. Non a caso, la Terza Via di Giddens e poi altri in Europa non è stata mai perseguita in Italia, se non attraverso un assai sterile e più che assai timido tentativo che vide coinvolti nel 2006 i Socialisti di Boselli e i Radicali di Pannella dapprima con il progetto della Rosa nel Pugno e poi della Costituente Socialista.
D- Secondo voi, un progressismo libertario vero 2.0 è possibile nei prossimi anni in Italia?
R-A parere nostro, diremmo che possa trattarsi di una prospettiva realizzabile solo in un ambito che sia europeo e davvero europeista; ma ciò presuppone un notevole cambio di passo e quindi di strategia da parte innanzitutto degli Stati membri dell'Unione, non possono bastare di certo la Germania e la Francia soltanto. E tuttavia, un'altra occasione ancora potrebbe darsi in considerazione dei nuovi rapporti di forza che attualmente Stati Uniti, Cina e le altre maggiori potenze mondiali intendano realmente intraprendere e sviluppare; costringendo pertanto l'Unione stessa a consolidarsi al proprio interno e incrementare all'esterno le proprie e rinnovate possibilità competitive, sia politiche che di mercato.