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mercoledì 23 agosto 2023
Il "Mito" del Granchio Blu?
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martedì 22 agosto 2023
Marinetti e D'Annunzio, alla ricerca della grande politica perduta...
Mi stupisce, dunque, che tra gli attuali esegeti del fondatore del futurismo e del Vate ascrivibili al campo della destra nessuno abbia ricordato che la difesa del salario minimo fu una battaglia politica proprio dei due poeti. Lo ha ricordato Claudia Salaris in un libro di una ventina d'anni fa (più volte ripubblicato) intitolato Alla festa della rivoluzione. Artisti e libertari con d'Annunzio a Fiume (Il Mulino).
Occhio alle date. Nel 1918 Marinetti lancia il manifesto del partito futurista, dov'è incluso l'obiettivo dei «minimi salari elevati in rapporto alle necessità della esistenza». Due anni dopo, nella Città di Vita, la Carta del Carnaro, redatta nelle linee generali dal sindacalista rivoluzionario Alceste De Ambris e passata al vaglio penna del Comandante, difende «il lavoro remunerato con un minimo di salario bastevole a ben vivere». Criteri che anticipano l'articolo 36 della nostra costituzione repubblicana.
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L'editoria campata per aria, destinata al cielo senza stelle!
In questi giorni ho letto gente – gente per cui tremila copie in tre mesi sono un obiettivo ambizioso – sbruffoneggiare dicendo che il generale incontinente le sue memorie se l'è dovute pubblicare perché non ha trovato uno straccio di editore. Gente che prende l'otto per cento di royalties da editori che ai suoi libri neanche tolgono i refusi si sente superiore a uno che ha fatto l'unica cosa ragionevole e non complessata che si possa fare scrivendo un libro oggi: darlo ad Amazon, che ti lascia il settanta per cento del prezzo di copertina.
L'ultima volta che ho fatto questa conversazione ho dovuto bloccare su WhatsApp un editore che mi voleva convincere, con tanto di apposite slide, che gli editori in realtà non guadagnino nulla dai nostri libri e siano generosissimi a concederci quelle miserevoli percentuali che arrivano al quindici nei casi più ricchi.........
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Ferrara, Buskers 2023, TO START, Parla R. Bottoni
Bottoni, come vi sentite? Saranno momenti frenetici.
"Esatto, frenetici. Sono gli attimi più intensi, ma anche i più emozionanti: tutto quello che si era solo pensato comincia ora a prendere forma. È la cosa più bella. Mi voglio gustare questi momenti, che a volte corrono via".
Ferrara sta già attirando l'attenzione del resto d'Italia?
"Ricevo telefonate, le radio parlano di noi. Gli amici che vivono in altre città mi chiamano, mi mandano messaggi dicendomi di averci visto in diversi servizi. Senza considerare il fatto che molti degli artisti che stanno arrivando provengono non solo dall'estero, ma da buona parte dell'Italia. C'è una bella congiuntura 'direzione Ferrara'".
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