Lo strumento è la tecnologia, usata contro la «tirannia casuale dell'evoluzione», come dice Giovanni Stile, uno dei principali transumanisti italiani. Ciao Darwin, ci sei servito fin qua, da ora in avanti facciamo noi, grazie.
Immaginate il Transumanesimo come una casa a tre piani. Al primo i transumanisti veri e propri, teorici, entusiasti, pronti a fare l'upload della mente sul computer e vivere diversi secoli, metà uomo metà sistema operativo, messi a rischio solo dagli sbalzi di corrente elettrica. Di solito, sono umanisti senza formazione scientifica, consumatori di fantascienza, molti non saprebbero cambiare una lampadina. Al secondo piano ricercatori e scienziati. Rifuggono qualsiasi etichetta transumanista, ma sono loro che mandano avanti la baracca e i sogni. Al terzo piano i personaggi più strani: i biohacker, i cyborg fai-da-te che sperimentano piccole forme di autopotenziamento tecnologico. Visto che il discorso è complesso, partiamo da loro, il caso più semplice.
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