Andrea Selvatici, intervista per il Ciclo di Heldor (presentazione Biblioteca Ariostea)

Presentato recentemente alla Biblioteca Ariostea il giovane scrittore di talento ferrarese Andrea Selvatici (tra i più interessanti delle nuove generazioni, già segnalato a livello nazionale dalla Zona Morta, ecc.). Una fantasy squisitamente nordica, una appunto trilogy e deliziosamente iperborea..., 3 sequenze affini, connesse come infatti una suite, scritte in questi anni.

D- Andrea, presentata recentemente alla Biblioteca Ariostea l'intera tua trilogia, sempre La Carmelina edizioni, ora completata..sei molto giovane e già ben "lanciato" ma quando è nato, hai iniziato a scrivere, "Il Ciclodi Heldor" ?
R - Il Ciclo di Heldor è cresciuto con me, iniziai a soli quindici anni e si è sviluppato sino all'età adulta, sono molto soddisfatto di come è venuto.

D- Selvatici, fantasy nordica, norrena e vichinga, il tuo genere letterario, lucido e convincente, quell'immaginario perché secondo te è sempre affascinante? 
R - Secondo me è affascinante perché riporta le persone alle loro radici passate di popolazioni guerriere e al contempo le fa volare lontano, in mondi che possono esistere solo nella leggenda

D- Andrea, da Ferrara, come vedi il futuro in questi tempi, gravi per forza, per le nuove generazioni?
R - Per le nuove generazioni? Credo ci sarà da "lottare", ma sono sicuro che un giorno l'Umanità cambierà e potremmo, dopo un processo di evoluzione vivere davvero come fratelli-