Vissuta solo 26 anni (mise volontariamente fine ai suoi giorni), Antonia Pozzi (1912-1938) ha con la passione vibrante e il linguaggio limpido delle sue poesie raccontato la bellezza e il dolore del mondo, il dramma dell'individuo e dell'umanità. «Guardami: sono nuda. […] / Oggi, m'inarco nuda, nel nitore / del bagno bianco e m'inarcherò nuda / domani sopra un letto, se qualcuno / mi prenderà». Eugenio Montale scrisse la Prefazione all'edizione Mondadori (postuma, 1948) delle sue Parole (Riccardo Roversi)
Ritorno.. di una grande poetessa italiana, del primo novecento, ingiustamente obliata, almeno relativamente, dai posteri italici accademici...Sebbene, come da sinossi, apprezzatissima dallo stesso Montale. Un altro esempio (quanti dispersi e disperse nel passato dei secoli scorsi?) di creatività femminile e letteraria nello specifico.
Stupenda e a dir poco provocante al 100% la poesia, anche, qua sopra "indicata" in trailer... Quante Mary Shelley, misconosciute in Italia? O Emily Dickinson o altre squisite penne rosa e rosa choc per i "contemporanei"?
E sempre i versi svelano, un erotismo dionisiaco, appunto perturbante e di rara nobiltà dei sensi, antelitteram.
Lateralmente e se si vuole con una curiosa iperbole e coincidenza, di Nome... Pozzi come Moana (ovvio in altro gioco linguistico), la Valentine de Sain Point del ...duemila. E Antonia Pozzi a suo modo una "antenata" sempre nell'oltre spazio tempo del mistero della parola.. cosmo anche sulla Terra... (R.G.)