Ferrara, Donne in libertà contro le femministe silenti sullo strazio di Colonia

Estense com

La nostra dignità di donne da difendere"

Difendere la nostra dignità di donne e cittadine.
In questa Italia sempre pronta ad indignarsi per qualsivoglia motivo, a scendere in piazza, a manifestare e fare fiaccolate per difendere i diritti del singolo o di una qualche minoranza, stupisce e amareggia il quasi silenzio imbarazzato delle solite "anime belle" , e ancora peggio il balbettio e gli stentati distinguo di tante donne, femministe in testa, di fronte ad orribili fatti che ledono pesantemente la dignità della donna.
Ancora una volta si è persa l'occasione di affrontare un tema dirimente andando alla radice del problema senza infingimenti , avendo il coraggio di denunciare atteggiamenti e comportamenti, tralasciando il consueto rituale infarcito di vecchie abitudini e vecchi riti che, in nome del "politicamente corretto" ha da sempre bollato ogni tentativo di critica come un vergognoso attacco "fascista", "razzista", "xenofobo", e chi più ne ha più ne metta.
In questa Italia, dove da sempre un imperante manicheismo nutre la più arrogante delle faziosità, la classe politica e intellettuale, quasi in una sorta di pigrizia morale e culturale, mostra un desolante deficit di idee e progettualità.
La verità drammatica è che stiamo vivendo una crisi profonda, condivisa tristemente con una Europa percepita sempre più debole e meno autorevole.
Proprio in un momento in cui ci sarebbe bisogno di una Europa forte in grado di affrontare con voce univoca e grande fermezza le tragedie che si vivono ai suoi confini, vengono alla luce tutte le contraddizioni che nascono da quel mai nato senso di appartenenza che ha finora impedito di far crescere una coscienza europeista, condizione ineludibile per far grande un Paese.
Ma quale Paese?
Cosa unisce questi Stati che hanno deciso di condividere una moneta e delle regole di mercato prima di riflettere sulla necessità di ritrovarsi a parlare la stessa lingua, di avere la stessa idea di patria, di riconoscersi in una comune identità. Già, "identità". Parola "politicamente scorretta" , spaventosa fucina di grandi orrori passati e sicura ispiratrice di indicibili pericoli prossimi e futuri.
Quale destino si prepara a questa Europa che sbandiera ad ogni piè sospinto la parola "libertà ", usata troppo spesso come cortina fumogena per nascondere ed esorcizzare la propria impotenza. Ma è proprio in nome di quella libertà che da valore dello spirito si fa azione, che l'Europa deve assumersi la responsabilità di prendere decisioni forti che non configgano con un sano bisogno di sicurezza, salute, benessere dei propri cittadini, pur in un clima di rispetto e tolleranza. E nel far questo deve rivendicare il diritto di riconoscersi come baluardo a difesa di un patrimonio unico nella storia, nella cui forza rivoluzionaria possono riconoscersi tutti, credenti e non, e alle cui radici sta quel meraviglioso e vivificante incontro tra la cultura greco-romana e il cristianesimo. Nutro seri dubbi che senza tale substrato etico e culturale la rivoluzione francese avrebbe potuto promuovere così nobili principi.
Che futuro si prepara alle nuove generazioni se non avvertiamo la necessità impellente di riconoscerci come comunità?
Mentre cresce sempre più il timore che altri, che hanno ben chiari radici e tradizioni e sono portatori di valori per loro irrinunciabili, avvertano la nostra debolezza e stiano aspettando la nostra resa ingloriosa.
Fiorenza Bignozzi
Presidente A.N.D.E. FERRARA 
Associazione Nazionale Donne Elettrici