Ferrara, Roberto Pazzi, La Doppia Vista

 
ESTRATTO... Questo per dire che nell'ultimo romanzo dello scrittore ferrarese le figure cruciali della sua vita si confondono con i suoi personaggi, tutti fatti della stessa sostanza, quella dei sogni. Non per niente, La doppia vista si apre con un breve Prologo che mette in campo il Signore e gli angeli, con quel loro «inconfessabile desiderio» che «non li abbandona mai». Perché questo è il punto: «L'immortalità della carne, la sognano sempre»...........................

" LA DOPPIA VISTA, La Nave di Teseo

L'autoritratto che Roberto Pazzi tratteggia, senza nulla concedere al microautobiografismo, mette in scena la possessione visionaria che lo ha ispirato in molti dei suoi romanzi di successo, dove la carne e la sua ombra s'inseguono e si compenetrano, fra sogno e memoria, finzione e realtà.

Un maturo scrittore si sveglia una mattina in uno stato di grande confusione, non ricorda più chi sia. Incomincia così a confondere i personaggi dei suoi numerosi libri già pubblicati e di quelli che medita di scrivere, con le persone che ha più amato nella sua esistenza. Re Ludwig II, Lucifero e san Francesco d'Assisi si mescolano con la sorella Emilia, il padre, l'amatissimo amico Sandro. La "doppia vista", proiettando la sua ambiguità su invenzioni letterarie e affetti privati, gli farà temere di essere in procinto di concludere la sua avventura terrestre, minacciata da una grave malattia, finita e pure aperta come quelle dei suoi personaggi di carta. Sarà una fra le più belle di queste figure, un'imperatrice romana del tardo impero, a venirgli in soccorso, aiutandolo a conciliare vissuto e immaginato, presente e passato.