Lo spirito di Versailles e il mondo di oggi



Da: Pierluigi Casalino 

All'alba del 1º settembre 1939, l'esercito tedesco aggredì la Polonia. La Francia e la Gran Bretagna dichiararono guerra al III Reich. Erano trascorsi più di vent'anni dalla fine della prima guerra mondiale. I contemporanei considerarono il secondo conflitto mondiale la conseguenza inevitabile del primo. Questa tesi fu sostenuta ancor più dopo il 1945 dagli storici e dagli osservatori di cose internazionali. La responsabilità dei protagonisti di Versailles fu, secondo tale visione, direttamente proporzionale allo scoppio del conflitto del 1939 soprattutto a motivo della pace cartaginese imposta alla Germania sconfitta, evento che portò al potere Hitler e alla sua volontà di vendetta nei confronti dei vincitori della Grande Guerra. Altri studiosi, tuttavia, non mancarono di indicare nell'equilibrismo delle potenze occidentali tra Russia sovietica e Germania nazista un ulteriore elemento di responsabilità storica a riguardo della seconda guerra mondiale. Nel 2019 non pochi analisti hanno voluto, inoltre, indicare nel primo ventennio del Terzo Millennio molte analogie con quel periodo storico. Circostanza, quest'ultima, che ha,  peraltro, coinciso con il manifestarsi della pandemia di Coronavirus, che è apparsa una replica aggravata dell'influenza spagnola che imperverso' dagli ultimi mesi del primo conflitto mondiale al 1920. A rigori, tuttavia, per tornare all'eredità di Versailles, va riconosciuta la buona volontà prevalente di quanti stesero le linee del progetto di ricostruzione del mondo lacerato dalla guerra. Certamente molti dei diritti dei nuovi popoli che sorgevano dalle ceneri degli imperi smembrati non trovarono riconoscimento e la circostanza comportò l'avvio di rivendicazioni non ancora sopite ai giorni  nostri. Ad esse si aggiungono le scelte improvvide che anche dopo la caduta dell'ordine di Yalta hanno visto le democrazie rendere ancor più difficile la ricostruzione di un mondo più giusto e solidale. L'ansia idealistica di Versailles dovette giungere a compromessi che ci sembrano oggi inaccettabili, ma si dimostra, a posteriori, di ben più alto profilo della deriva del sistema internazionale negli anni seguiti alla fine della guerra fredda. Le stesse contestazioni a Versailles fatte proprie dall'avventura fiumana e dalle avveniristiche proposizioni della Carta del Carnaro testimoniano della fede nel riscatto e dell'eguaglianza dei popoli che si affermarono in quel momento e che ancora valgono come un tentativo indimenticabile e lodevole verso un ordine mondiale migliore.
Casalino Pierluigi