*intervista a cura di R. Guerra
D- Renata, il tuo blog Senza Fine- Arte e Cultura a 360 gradi, uno zoom veloce sul tuo blog, da diversi anni costantemente attivo?
Ho iniziato a tenere un blog molti anni fa, forse, quindici o più, per avere uno spazio personale dove esprimere la mia passione per la scrittura. Nel tempo, poi, il blog Senzafine: Arte, Cultura e Società di Renata Rusca Zargar si è molto modificato e, oltre ai miei post, sono approdati articoli, recensioni, notizie, disegni, storie, di altri che, però, io approvo e voglio condividere con il pubblico che mi segue. Non credo di dover rispettare la "par condicio" delle opinioni perché il blog rappresenta me e nessun altro. Sono anche molto soddisfatta della sua diffusione all'estero, oltre che in Italia. Ad esempio, è consultato a Hong Kong dove io non conosco nessuno! Poi, nelle Americhe, oltre che un po' in tutta Europa. Evidentemente, gli autori dei post che pubblico lo divulgano, magari tra gli italiani all'estero, parenti, amici, conoscenti… È la pubblicità "passa-parola" che, in fondo, è sempre la più sincera.
D- Renata, interviste anche a psicologi, critici d'arte e scrittori, a memoria quali secondo te le più significative?
Come ho detto, tutto ciò che pubblico è, per me, significativo, dato che lo scelgo. Prediligo, comunque, quanto riguarda l'Arte, la letteratura e la storia. Ad esempio, adoro i racconti surreali di uno scrittore argentino, Ferdinando Sorrentino, e, se me li manda tradotti in italiano, li posto subito. Poi, ci sono i lavori che mi permettono di promuovere i diritti di tutti gli esseri umani. Ad esempio, pubblico volentieri brani e commenti di un giornale, Kethane, di rom e sinti, anche perché l'Olocausto, di cui si parla frequentemente, non è stato solo degli ebrei ma anche di rom e sinti, di omosessuali, disabili, testimoni di Geova. Io penso che noi dobbiamo smettere di aver paura di altri esseri umani. Basta con i fili spinati contro altre etnie, altre religioni, altre culture… Dobbiamo, finalmente, riconoscere i diritti di tutti, cioè integrare, accogliere, rispettare. Gli individui devono essere valutati singolarmente e non per stereotipi o presunte appartenenze.
Un altro fiore all'occhiello del blog sono i brani scritti da persone che sono entrate nel carcere, non solo come detenuti, ma come operatori e volontari. Oppure le sintesi dei webinar scientifici dell'Associazione Luca Coscioni, gli appunti sulla newsletter di un sito di fantascienza (La zona morta), o di un editore (Il Foglio Letterario) che, appena la posto, ottiene subito centinaia e centinaia di visualizzazioni…
Infine, ci sono gli articoli riguardanti la Pesca; anzi, consiglio di guardare questo filmatino: PESCHIAMO A DISTANZA PER STARE INSIEME da L'Amo di Capri (senzafine.info).
Insomma, tantissimi soggetti diversi, per tutti i gusti, e mi pare che sia una ricetta indovinata.
Quello che non avrei mai voluto inserire sono, invece, le poesie. Io amo tantissimo la poesia e, nella mia attività lavorativa, l'ho promossa in tutti i modi possibili (e persino impossibili!). Però, sono consapevole che non interessi alla gente cosiddetta comune. Forse, perché siamo stati obbligati da piccoli a studiare le poesie a memoria, non so. Però, tempo fa, avevo cominciato a introdurre qualche lirica di una signora che ha seguito i miei corsi gratuiti di Scrittura Creativa per anziani (Marina Zilio). Allora, altri Poeti mi hanno mandato i loro versi, creazioni molto belle, ed è stato un successo. C'è un Poeta, Vincenzo Simbari, le cui poesie sono così popolari che, a distanza di mesi dalla pubblicazione, continuano a essere tra i post più visualizzati in assoluto!
D- Renata, anche scrittrice e saggista, qualche notizia su questo tuo percorso personale parallelo?
Prima di tutto, io sono stata insegnante per tutta la vita e questa è l'identità nella quale mi riconosco. La scuola è stata il più grande amore che abbia vissuto (le mie figlie non se la prendono perché, se non fossi stata felice al lavoro non sarei stata felice a casa). Ma ho conservato, da quando avevo 11 anni, la passione per la scrittura. Per esperienze di vita, conosco, poi, alcuni soggetti (l'India e l'Islam) che hanno dato origine a saggi (in collaborazione con mio marito Zahoor Ahmad Zargar) e racconti. Infine, prediligo i racconti storici oppure sociali, specialmente sulla questione femminile, e, quindi, ne ho scritti parecchi. Da giugno, ho felicemente scoperto di poter pubblicare da sola, gratuitamente e come voglio, su Amazon. Infatti, ho pubblicato, da allora, 10 libri che avevo nel cassetto (uno, però, l'Astronave degli Dei, un romanzo fantaecologico, l'ho scritto durante il lockdown dello scorso anno). Mi sembra di aver ottenuto una grande libertà! Potete curiosare nella mia Pagina Autore su Amazon
RENATA RUSCA ZARGAR su Amazon.it: libri ed eBook Kindle di RENATA RUSCA ZARGAR
D- Renata, nell'era purtroppo del virus, quale ruolo può avere la cultura?
Non so proprio. La cultura in Italia è sempre stata disprezzata. Quello che conta è il denaro. Se il 50% della popolazione ha conseguito solo la terza media, se i laureati sono appena il 19%, in un paese che si definisce evoluto, mi sembra che siamo peggiori non solo di altri stati europei ma persino di paesi in via di sviluppo dove lo studio è visto (giustamente) come un riscatto per una vita migliore.
Credo che il Covid abbia ancora aggravato la situazione peggiorando le condizioni economiche delle famiglie che non potranno, quindi, mandare i figli a scuola.
Invece, essere più colti ci renderebbe più competitivi nell'economia, non farebbe fuggire tutti i cervelli brillanti provocandoci un grave danno economico, ci renderebbe più liberi (i governanti hanno sempre desiderato "sudditi" ignoranti per poterli ammaestrare), più consapevoli e con una qualità di vita cosciente decisamente più alta.
Senza contare che il nostro paese non destina sufficienti risorse alla Ricerca! Proprio oggi, in tempi di Covid, ci rendiamo conto che, se avessimo finanziato degnamente il nostro vaccino, non saremmo obbligati a sentirci dire da altri che non ce ne mandano abbastanza. Inoltre, la produzione di qualsiasi bene ottenuto dalla Ricerca è un lucroso affare economico e aumenta i posti di lavoro.
Quando penso che, un tempo, un Ministro (!) ha detto che "con la cultura non si mangia" mi sento male. L'Italia, il paese più ricco al mondo di resti delle antiche civiltà, dovrebbe vivere in gran parte proprio con la cultura e con la bellezza. Pensiamo solo a Pompei, ad esempio, dove ancora oggi si fanno scoperte sensazionali! Ma non c'è città, in Italia, dove non ci sia qualcosa che attirerebbe turisti da tutto il mondo. Se solo noi ce ne rendessimo davvero conto!
ZARGAR & ZARGAR (famigliazargar.com)