di Roby Guerra
Compagni! (Inizio come Charlie Chaplin nelle sue famose conferenze americane durante la seconda guerra mondiale...). Ficcatevelo in testa una volta per tutte: la sinistra in Italia è morta e sepolta perchè non ha mai fatto, la nostra sinistra di matrice comunista (poco importa in certo senso e nella contingenza odierna se storicamente anche positiva, eccezione anche mondiale il PCI, ma prima della caduta del muro, dopo doveva logicamente sparire sul serio e non riciclarsi in OGM venuti anche male...) autocritiche radicali sul serio sulla sua natura storica e non ha captato prima delle destre, come dovrebbe fare la sinistra, il futuro venuto alla luce negli ultimi decenni.
1. Come già accennato, al di là dei risultati peculiari italiani, storicamente parlare ancora di comunismo o postcomunismo non ha più senso dopo la caduta del muro di Berlino. Piaccia o meno, in un sistema turbocapitalistco, basato però su democrazie imperfette ma ineludibili, sul piano concettuale andava salvata la memoria progressista e socialista pur presente nel fu PCI, ma finalmente separata dal mito della lotta di classe e dall'utopia dell'alternativa comunista, per forza di cose e anche di necessaria dialettica con il liberalismo o capitalismo (unico sistema che bene o male funziona in democrazia...) relativizzate e rilette in un mondo complesso... che è venuto alla luce, alla luce della rivoluzione elettronica e il progresso scentifico contemporaneo (non solo Internet e la Tecnologia ma il senso sistemico e psicosociale di tali mutazioni nel divenire sociale che hanno rivoluzionato tutto, la mente inclusa..., mentre nella fu sinistra li si vede ancora come meri strumenti...).
2. Tale memoria progressista del fu PCi andava connessa con la storia globale del socialismo e del pensiero liberale italiano e le nostre radici umanistiche cristiane, come captarono Berlinguer e Aldo Moro stessi: il post PCI non è andato in questa direzione... ha scelto l'ecologismo, il terzomondialismo ideologici, non ha scelto l'umanesimo socialista neoprogressista possibile, su basi conoscitive tecnoscientifiche e aperto laicamente al sacro, ma un umanismo debole neoluddista e persino schizofrenico: catto in superficie e filo quasi islamico. Per quello immigrati e ancora operai e dipendenti pubblici, nell'era della robotica e dell'informatica, sono oggi i nuovi prolet fittizi e discutibili, quando invece il soggetto prolettronico è l'uomo elettronico e di massa in sè, al di là delle obsolete categorie sociali, in un mondo diventato Rete anche per il mondo del lavoro e dei bisogni e della giustizia sociale, piaccia o meno.
4. La sinistra è incapace di pilotare, per gli errori gravi concettuali di cui sopra, di pilotare, come dovrebbe fare una sinistra 2.0 e neoprogressista, la fine del lavoro alienante, in fabbrica e nella pubblica amministrazione, la liberazione dal lavoro, oggi possibile grazie alle nuove tecnologie e alle computer sciences; di pilotare la crisi epocale leggi Immigrazione, discernendo tra "popoli" compatibili con le democrazie occidentali e "popoli" storicamente troppo arretrati e per giunta a volte anche pericolosi. Quest'ultima dinamica presuppone una sinistra con anche posizioni molto dure e chiare contro l'inettitudine dell'Unione Europea e dell'Onu fondamentali per nuovi scenari geopolitici inrinviabili per innestare non il mondo multietnico, ma inter etnico. In un'ottica neoglobale di turbocapitalismo umanizzato... consapevoli di scelte anche radicali in Italia o in Occidente, perchè i tempi storici sono lenti, ma almeno con un quadro sistemico geopolitico, basato non sull'illusione mutietnica oggi dominante, ma sul REALE! Necessario hardware per a medio lungo termine, sviluppare un turbocapitalismo diversamente globale capace di riformattare il terzo quarto mondo appunto in senso democratico e umano, oltre i medioevi strutturali attuali. (Le vecchie analisi sull'imperialismo di ieri o di oggi sono inutili o solo secondarie, alternative forti e sistemiche al turbocapitalismo non esistono, forse tra un secolo...).
5. La sinistra italiana, non ha ancora legittimato sul serio, in democrazia, la legittimità del pensiero conservatore cosiddetto: piaccia o meno, la necessaria dialettica, come avviene in Usa ad esempio tra Repubblicani di destra e Democratici di sinistra..., è sempre stata in Italia subalterna al mito dell'ideologia rivoluzionaria anticapitalistica, sconfessata da ogni esperimento in tal senso storico, sempre peggio dell'orrido capitalismo. Ancora si giudica il pur fallimentare ventennio di Berlusconi con l'espressione Berlusconismo, mentre invece bisognerebbe parlare di Travaglismo per intenderci, unica o quasi arma dialettica contro la fallita rivoluzione liberale cibernetica del Cavaliere (ma fallita per infiniti motivi estranei alla persecuzione giudiziaria come arma politica appunto...), anzichè- mai fatto in 20 anni- contrapporre una visione appunto di sinistra evoluta e del nostro tempo, assimilando già e da un pezzo i nuovi linguaggi progressisti possibili venuti alla luce dalla rivoluzione elettronica e del nuovo progresso scientifico su cui riassumendo la possibile sinistra attuale resta in ritardo fatale.