* Sandro Battisti. scrittore di Sci Fi e connettivista
di Roberto Guerra
D- Fare fantascienza oggi, negli anni '20 del Duemila?
(S.B.) SF, weird, horror, fantastico a tutto tondo, è sempre importante forgiare l'immaginario di genere perché genera realtà, è un modo per sfuggire alle catalogazioni non di genere, occorre sempre rendere alternative le possibilità di vita, fossero pure psichiche; nella fattispecie, è chiaro che in questo momento che si avvia verso la metà degli anni XX del XXII secolo, c'è bisogno di rendere il genere SF svincolato dalle logiche di mercato, che annichiliscono la creatività per asservirla al ruolo di vassallo del business, e quindi alla morte termica: c'è bisogno che gli autori scavino a fondo delle idee, indipendentemente dai giudizi del marketing e dell'ufficio vendite, sennò tanto varrebbe scrivere la lista della spesa.
D- E nello specifico letterario, la fantascienza, forse la più interessante a livello psicosociale?
(S.B.) Credo che tutto il settore del fantastico possa raccontare il disagio sociale, come ha fatto il weird in "The others", per esempio; certo, la SF può partire da una posizione privilegiata, avere la mente già allenata alle distopie e utopie di ogni sorta, ma è tutto il comparto di genere che dovrebbe sentire come obbligo morale quello di ergere bastioni e alternative contro il pensiero unico comune.
D- E' possibile un Rinascimento cibernetico nel futuro prossimo?
(S.B.) La vedo dura, sempre per i motivi che ho espresso sopra. Servirebbe autonomia, consapevolezza, volontà di andare sempre controcorrente al pensiero dominante, certo è che il caos riemerge carsico in ogni tempo e ovunque, e questo è un po' il fondamento ideologico che rivolgiamo verso le generazioni future; caos, quindi, non ordine: nell'ordine non germina nulla, è l'entropia il seme del cambiamento.
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Roberto Guerra