Rinascimento? La rivoluzione del Ferraresi (Avvenire)


estratto.....

Quella che Ferrara visse fra metà Quattrocento e la metà del Cinquecento, fu a tutti i livelli una parafrasi dell'"addizione erculea" che fece della capitale estense un centro propulsivo dell'arte rinascimentale. Se quell'estensione e ristrutturazione urbanistica ispirata da Ercole I ed eseguita da Biagio Rossetti, è oggi considerata un frutto della stessa immaginazione del principe prima ancora che del suo architetto, nondimeno il ruolo che Ferrara seppe giocare sul fronte delle arti – col mecenatismo di quella dinastia – va visto all'interno di una politica di governo e di affermazione del ruolo sulla scena italiana ed europea rinascimentale che ebbe soprattutto in Alfonso I, terzo duca estense dopo Borso e Ercole, il suo mentore in quanto figura di principe che tenne il potere in pugno attraverso un controllo delle immagini, come dimostrò lo storico Vincenzo Farinella qualche anno fa in un ponderoso studio.

A questo ruolo, che rappresenta una sorta di completamento del programma avviato a Ferrara con la trasformazione urbanistica, considerata da Bruno Zevi una espressione "anticlassica" rispetto alla stessa prospettiva rinascimentale, le date di nascita e di morte di Alfonso I – 1476-1534 – disegnano l'arco ideale che comprende e completa l'"addizione" voluta da Ercole, in quella della grande pittura ferrarese. A questa, nel 1933 venne dedicata la prima retrospettiva che, pur con grovigli non ancora districati, esaltava la capitale estense come centro di elaborazione di una lingua che arriva fino alle terre patavine e a quelle emiliane romagnole, e collabora a definire ciò che ormai genericamente chiamiamo Rinascimento ben sapendo che sono esistiti molteplici rinascimenti, tanti quante sono le accentuazioni regionali, che fanno parte, a loro volta, di aree geoculturali e macroregionali.

La mostra che il rinnovato Palazzo dei Diamanti dedica a Ercole de' Roberti e Lorenzo Costa è il sontuoso atto di inaugurazione dei nuovi spazi

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