Il Burattinaio di Angelo Giubileo


Da: Angelo Giubileo  

"L'idea del Fato prende forma quando l'uomo non subisce come le bestie, ma cerca di rendersi conto e non accetta il dono d'origine, le grand don de ne rien comprendre a' nostre" (Giorgio de Santillana). 

Nel corso della propria storia evolutiva, l'"umano" ha imparato a smontare, montare e rimontare - figurativamente e in letteratura - ogni singolo elemento o parte dell'intero, così come un bambino gioca con i mattoncini del Lego. Nell'arte simbolica e letteraria, volendo fare un esempio, abbiamo che Lucifero, da portatore di luce, astro che precede la luce del giorno, diventa Satana, e cioè l'avversario. Ciò che attualizza un processo e quindi un modello narrativo che inneggia alla separazione dell'Essere-che-è. La storia della separazione è però una storia fatta di inganni. A partire dall'inganno per così dire originario di Eva. Il Serpente - erede della diversa cultura ofidica e uroborica, che condivide l'immagine unitaria e in misura paritaria della luce e della tenebra "divina" (cfr. Parmenide) - diventa pertanto il "Costruttore": colui che simboleggia e argomenta la possibilità di una "teoria del Tutto", che risale agli albori dell'Antropocentrismo. Milioni di anni fa. Da costruttore, mediante l'inganno della simbologia e della letteratura cristiana, il Diavolo, esattamente "colui che divide", diventa quindi il "Distruttore". E Dio, all'opposto, "colui che unisce" mediante l'atto di creazione. Dio diventa così il Deus-Faber, il Dio-costruttore: ma non dell'Essere-che-è, quanto invece il Dio-costruttore della Teoria dell'essere, così come non Intero ma diviso in Parti. E cioè il creatore-artista di ciò che esiste come separazione, la manifestazione dell'atto creativo e quindi la creazione stessa, che Anassimandro definisce puntualmente "ingiusta, secondo l'ordine del tempo". L'unità originaria, in qualche modo appartenuta anche al popolo degli sciamani, sembra pregiudicata in maniera definitiva. Ma: così non è mai. Infatti: ciò che nell'umano appare secondo l'ordine separato del tempo, è tuttavia sempre preceduto, consapevolmente o inconsapevolmente, dall'ordine originario "naturale" o "divino" dell'Essere-che-è, tutto intero. L'ordine medesimo che, anche dopo la teoria delle idee di Platone, intende il "divino" e il "naturale" nel senso etimologico originario e quindi unitario e non divisivo dei termini stessi; termini viceversa "confusi", come dice Plutarco (cfr. adversus Colotem), e quindi, come si diceva, frutto sempre di un inganno e quindi ingannevoli così come fatti propri sia dalla politica come "opinio" che dalla religione come "superstitio". 
In sintesi, discutiamo pur sempre dell'Intero e delle Parti, di ogni sua singola parte; così come, corrispondentemente, di un Burattinaio e dei burattini. Ma: obietterebbe e con ragione Plutarco: "non bisogna predicare qualcosa dell'intero, dato che si entra in contatto solo le parti". E gli farebbe eco Wittgenstein: "di ciò di cui non si può parlare si deve tacere". In vero, siamo tutti burattini, giocati dal Fato (cfr. Giorgio de Santillana, Fato antico e fato moderno).

Angelo Giubileo