TRIBUNALE CONDANNA MINISTERO A RIASSUMERE SGARBI - martedì 8 marzo 2016

 

VENEZIA, VITTORIO SGARBI RIAMMESSO IN SERVIZIO
NEI RUOLI DELLA SOVRINTENDENZA
Lo ha deciso il Tribunale della città lagunare accogliendo il ricorso
degli avvocati Giampaolo Cicconi e Claudio Baleani di Macerata .
 
VENEZIA - Vittorio Sgarbi è stato riammesso in servizio nei ruoli della Sovrintendenza di Venezia. Lo ha deciso la sezione lavoro del Tribunale di Venezia (Presidente dottor Luigi Perina) che, accogliendo il ricorso presentato dagli avvocati Giampaolo Cicconi e Claudio Baleani (difensori dello storico e critico d'arte) ha dichiarato la «invalidità delle dimissioni, siccome irrituali»,  e la «inapplicabilità del decreto ministeriale di cessazione del rapporto di lavoro tra le parti»,  condannando, altresì, il Ministero a riammettere in servizio Sgarbi.
 
Il critico d'arte si era dimesso nel settembre 2014 per evitare una procedura di licenziamento minacciata dal Ministero per via di una controversia legata alla sua aspettativa in qualità di ispettore della Soprintendenza di Venezia, incarico ricoperto dal 1974 (e dal 1989/1990 in poi in aspettativa senza assegni per mandato elettorale).
 
Le dimissioni di Sgarbi, in realtà mai formalizzate, furono una reazione all'onta del procedimento disciplinare minacciato dal ministero dei Beni Culturali; quest'ultimo avviò il procedimento perché Sgarbi presentò la richiesta di aspettativa con dieci giorni di ritardo.
 
Questa la lettera scritta nel settembre 2014 da Sgarbi a Franceschini:
«Caro Ministro, non avrei mai pensato di arrivare a questo giorno. Sono stato, con convinzione e determinazione in atti, prima ispettore, poi direttore, poi soprintendente speciale del nostro ministero. Ne ho anche, con i poli museali, riformato le strutture. E non mi è ancora stato revocato l'incarico di consigliere del ministro, che ho esercitato anche con te. In questi anni ho combattuto battaglie memorabili per la tutela del paesaggio e del patrimonio artistico, affiancando, consigliando e difendendo funzionari meritevoli di sostegno e contrastando pigri e ignavi. Mi sono sentito sempre parte di quel ministero che da giovane ho visto nascere, mantenendomi, tra mille altri incarichi e mandati, in aspettativa senza assegni e ho rinunciato a tutte le opportunità di andare in quiescenza con relativo stipendio. Per restare simbolicamente in servizio, ho rinunciato a vent'anni di pensione. Ora, mentre attendevo la nomina ad assessore alla cultura di Urbino, ho con qualche logica evitato di presentarmi al mio ufficio per comunicare che non avrei ripreso servizio attivo continuando la mia aspettativa senza assegni, disponibile, come ho sempre fatto anche con il nucleo tutela patrimonio artistico dei Carabinieri che oggi ha completamente perduto la sua efficienza, a prestare la mia collaborazione a titolo gratuito, una commissione ministeriale applica sanzioni alla mia inottemperanza non onerosa, meditando il mio licenziamento di assenza senza frutto. Trovo così stridente e offensivo questo atteggiamento che, per non subire l'insulto di un tale assurdo provvedimento, sono costretto a dimettermi, a malincuore, piegato da un formalismo burocratico che ignora anche i suggerimenti e i contributi che tu stesso hai accolto».

 
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(Nino Ippolito)
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