La Conferenza di Cannes, svoltasi nella cittadina della Costa Azzurra
dal 6 al 13 gennaio 1922, sotto l'egida della Francia e
dell'Inghilterra, si occupò ufficialmente dei risarcimenti dei danni
di guerra dovuti dalla Germania. I rappresentanti dei paesi vincitori,
tuttavia, ebbero come principale obiettivo la riorganizzazione delle
relazioni inter-europee, segnate da profonde fratture e da una
indicibile scia di sangue e di rovine. Le situazioni scaturite da
quell'immane massacro che fu il conflitto del 1914-18 (e che un
intrepido Pontefice romano, Benedetto XV, definì "l'inutile strage")
non erano state, infatti, definite nella loro interezza al vertice di
Versailles e furono affrontate in successivi incontri diplomatici, non
sempre, peraltro, con esito risolutivo e felice. Gli strascichi di
tali conferenze si rivelarono, infatti, letali per il destino d'Europa
e del mondo, perdurando ancora oggi gli effetti negativi di decisioni
assunte spesso più in ossequio della logica di potenza che in vista di
soluzioni eque e lungimiranti. La Conferenza di Cannes fu seguita,
come inviato speciale del quotidiano Il Popolo d'Italia, da un
personaggio che qualche mese più tardi avrebbe assunto le redini della
politica italiana, con conseguenze rilevanti anche sui rapporti
internazionali: Benito Mussolini. Il futuro duce del fascismo, già
segnalato come soggetto pericoloso (da non ospitare da alcun albergo o
privato) dalle autorità di polizia del Regno durante i giorni della
Conferenza di Sanremo, contro la quale non si contavano le invettive
scagliate da Gabriele d'Annunzio da Fiume, si preparava a lanciare
l'assalto al potere nazionale con la marcia su Roma, evento che
contribuì al tramonto della democrazia parlamentare. Per tornare alla
Conferenza di Cannes, va ricordato che i lavori avviati dai delegati
subirono un rinvio sine die a causa dell'improvvisa crisi del
gabinetto francese di Aristide Briand, sottoposto a critiche crescenti
dall'opposizione parlamentare e dalla pubblica opinione.
Casalino Pierluigi, Cannes, 16.10.2015
dal 6 al 13 gennaio 1922, sotto l'egida della Francia e
dell'Inghilterra, si occupò ufficialmente dei risarcimenti dei danni
di guerra dovuti dalla Germania. I rappresentanti dei paesi vincitori,
tuttavia, ebbero come principale obiettivo la riorganizzazione delle
relazioni inter-europee, segnate da profonde fratture e da una
indicibile scia di sangue e di rovine. Le situazioni scaturite da
quell'immane massacro che fu il conflitto del 1914-18 (e che un
intrepido Pontefice romano, Benedetto XV, definì "l'inutile strage")
non erano state, infatti, definite nella loro interezza al vertice di
Versailles e furono affrontate in successivi incontri diplomatici, non
sempre, peraltro, con esito risolutivo e felice. Gli strascichi di
tali conferenze si rivelarono, infatti, letali per il destino d'Europa
e del mondo, perdurando ancora oggi gli effetti negativi di decisioni
assunte spesso più in ossequio della logica di potenza che in vista di
soluzioni eque e lungimiranti. La Conferenza di Cannes fu seguita,
come inviato speciale del quotidiano Il Popolo d'Italia, da un
personaggio che qualche mese più tardi avrebbe assunto le redini della
politica italiana, con conseguenze rilevanti anche sui rapporti
internazionali: Benito Mussolini. Il futuro duce del fascismo, già
segnalato come soggetto pericoloso (da non ospitare da alcun albergo o
privato) dalle autorità di polizia del Regno durante i giorni della
Conferenza di Sanremo, contro la quale non si contavano le invettive
scagliate da Gabriele d'Annunzio da Fiume, si preparava a lanciare
l'assalto al potere nazionale con la marcia su Roma, evento che
contribuì al tramonto della democrazia parlamentare. Per tornare alla
Conferenza di Cannes, va ricordato che i lavori avviati dai delegati
subirono un rinvio sine die a causa dell'improvvisa crisi del
gabinetto francese di Aristide Briand, sottoposto a critiche crescenti
dall'opposizione parlamentare e dalla pubblica opinione.
Casalino Pierluigi, Cannes, 16.10.2015