ILFUTURO INCOMBE-LABIRINTI CEREBRALI-Scudo edizioni-2024/2025
Nessuno si sarebbe più annoiato o non ci sarebbero state più guerre. È questa la speranza che, al fondo del vaso di Pandora, il cronista Roby nutriva e nutre intimamente.
Questione di noia o di vendetta, in ogni caso ribellione a una condizione "umana" che non lo soddisfa e sembra non ci soddisfi.
Ma è così da millenni e millenni, che si perdono nella notte dei tempi. Semplicemente è e non è possibile che non sia. In un modo o nell'altro, salvo che tutto davvero finisca. Abbia una fine e non un fine.
Ma finché non arriva la fine, tutto ha una speranza e un fine, sia pure quella è quello di farla finita con se stesso e costruire un uomo e un mondo nuovo, che diremmo "postumano".
E allora, scrive Roby: (XXI fine secolo) "Era bastato un chip intelligente e intellettuale, senza scimmie balbuzienti e in via di estinzione".
Ma, tutto questo nuovo mondo sarebbe bastato a superare la separazione, l'alienazione e il vuoto di una nuova esistenza, a colmare quel residuo che, secondo tradizione, da Prajapati in poi era stato riassunto, appena un secolo e poco più prima, nel teorema d'incompletezza del matematico, per antonomasia, Kurt Godel?
Forse si, forse no...
Anche se, come direbbe ancora Jon Koenig, capitano dell'eterno navicella spaziale, ora in rotta verso Marte: "Ognuno crede in ciò che vuole credere".
E allora, perché non credere anche al futuro? Se è questo che vuoi, allora non resta che credere a ciò che accadrà, magari nel
2500: "Gli umani in certo senso si erano estinti: trasformati dalle IA, al
potere nel mondo per libere elezioni democratiche, in postumani,
dodici ore al giorno connessi in arcobaleni cyberquantici con tutto
quanto, ormai la Via Lattea intera, body mutanti e biotech, gli
abiti per chi li voleva in fondo per arte o gioco...
Come tutta la Terra: villaggi (le città abolite già da secoli),
strade levitanti per passeggiare quasi volendo alla velocità
della luce sospesa per godersela, teletrasporto e altre mirabilie
inimmaginabili".
Chi vuol esser lieto sia, del doman non v'è certezza.