Prima di tutto quanti sono i nipoti di Marinetti?
«Siamo 8 nipoti. Quattro sono figli di Vittoria, due di Ala e due di Luce, fra cui io. A proposito delle figlie di Marinetti posso dire sinteticamente che Vittoria ha avuto una galleria a Milano e che ha seguito in particolare la pubblicazione di tutti gli scritti di Marinetti da parte di un insigne studioso come Luciano De Maria. Ala ha tenuto diversi interventi pubblici per ricordare il padre, mentre mia madre Luce ha promosso lo studio del Futurismo negli Stati Uniti portando a pubblicazioni importanti e organizzando fra l’altro un simposio memorabile a Yale».
Ecco perché a sinistra ce l'hanno col Futurismo. Salviamo la mostra che unisce gli italiani
Che carattere aveva Marinetti?
«Era un inesauribile animatore, capace di trasmettere a tutti tanta
energia e passione, con il dono di fare rete, si direbbe oggi. Casa
Marinetti, a Roma, era aperta tutti i giorni dalle 17 in poi a chi
volesse conoscere Marinetti e il Futurismo, con l’idea soprattutto di
rivolgersi ai giovani che erano al centro dell’attenzione di mio nonno.
Era un grande comunicatore anche con le figlie, sapeva spiegare loro
anche le cose più complesse in modo comprensibile. Era un padre e marito
affettuoso, quando partiva per i suoi frequenti viaggi di lavoro, se
voleva dire qualcosa a sua moglie Benedetta le mandava due o tre
telegrammi al giorno, come oggi si usano i messaggi».
La figura di Marinetti oggi può piacere ai giovani?
«Sì, senza dubbio. Era un entusiasta per tutte le novità e non aveva
paura del cambiamento, per questo piace ai giovani. Era un grande
visionario, aveva la capacità di vedere meglio e oltre. Sapeva capire
come sarebbero cambiati gli esseri umani con l’entrata in gioco delle
nuove tecnologie, ha anticipato perfino l’idea di internet e di
comunicazione simultanea. Era guidato dalla forza dell’utopia, una cosa
che oggi manca. Era un grande patriota, per lui il bene nazionale veniva
prima di tutto e questo spiega anche alcune sue posizioni politiche
oggi discutibili».
Futurismo nel mirino: "Ecco la verità sulla mostra" alla Gnam
Che idea si è fatta della mostra che sarà presentata alla GNAM?
«Penso che sarà coinvolgente e popolare nel senso migliore del termine,
come sarebbe piaciuto a Marinetti. Aprirà uno squarcio sul Marinetti
visionario anche in relazione con le nuove tecnologie di oggi. Sono
molto contenta che alla GNAM si faccia finalmente una grande mostra sul
Futurismo, è un museo davvero importante e oltre tutto bellissimo, un
vanto della nostra cultura. Sono molto perplessa per questo ulteriore
tentativo, soprattutto da sinistra, di screditare un movimento così
significativo colorandolo di questioni non attinenti e facendone una
bandiera per la lotta politica. Non erano queste le intenzioni dell’ex
ministro Sangiuliano né tantomeno dell’attuale ministro Alessandro
Giuli. E apprezzo molto la scelta di coinvolgere Federico Palmaroli, in
arte Osho, perché è un grande comunicatore e un sincero appassionato di
Futurismo che saprà animare al meglio la mostra e il museo. Non capisco
tanto accanimento nei suoi confronti».
Dai blog
--