Sandro Giovannini- Ipazia (ELOGICON)


 "… I veri rappresentanti d'uno spirito scientifico erano dunque loro, gli arcaici; non noi che crediamo di poterci servire delle forze naturali a nostro piacimento, e dunque partecipiamo d'una mentalità più vicina alla magia. Il coincidere col ritmo dell'universo era il segreto dell'armonia, "musica" pitagorica che ancora in Platone regola l'astronomia come la poesia e l'etica. Ma è anche il senso della necessità, quello che risorgerà in mutata forma  con Keplero, Galileo, Bruno, 'in cui l'intelletto si apre a fini che non son più limitatamente umani, e si sente di abbracciare e complèttere il tutto in uno splendido amor Fati'".

(Da: "Il cielo sono io" di Italo Calvino, recensione di: "Fato antico e fato moderno", Giorgio de Santillana, Adelphi).
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Questa citazione la considero una provocazione utile, proprio perché mi chiedo, comunque, perché molti amici, pur meravigliosamente dotati in campo logico ed intuitivo, abbiano ancora grande (ed a volte insuperabile) difficoltà a prospettarsi una ur-visione di una supponibile dimensione originaria ove, a livello alto e speculativo, era lasciato ben poco posto all'umano-troppo-umano..
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Ma l'Elogicon ne sarebbe, qui, un "correttivo" per la comprensione, più sottile, in quanto meno ideo-logica.