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Da: Pierluigi Casalino <pierluigicasalino49@gmail.com>
Dopo la prima guerra mondiale il tedesco medio credette di trovarsi male perché Danzica era città libera, perché il Corridoio staccava la Prussia orientale dal Reich, o perché la Germania aveva perduto le colonie. Persino l' intelligente banchiere Schacht attribuiva le difficoltà finanziarie della Germania alla perdita delle colonie - opinione che continuerà a sostenere, certo sinceramente, anche dopo la seconda guerra mondiale. Non era egoismo, né grande stupidità, da parte tedesca, vedere le cose a quel modo: quella veduta era condivisa da liberali inglesi illuminati come Keynes, da quasi tutti i dirigenti del partito laburista, da quasi tutti gli americani che pensavano ai problemi europei. Eppure è difficile intendere come la perdita delle colonie e dei territori sul Vecchio Continente potesse compromettere economicamente la Germania. Dopo il secondo conflitto mondiale la Germania ha avuto ben più gravi perdite territoriali, e tuttavia ha raggiunto una prosperità mai vista nel corso della sua storia: non potrebbe esserci dimostrazione più chiara che le difficoltà economiche della Germania fra le due guerre dipesero da insufficienze della sua politica interna, e non dall' ingiustizia delle nuove frontierle.Ma la dimostrazione è stata vana, e tutti i libri di scuola continuano ad attribuire quelle difficoltà ad l tratto di Versailles . E il mito andò, e continua andare, oltre. Prima si diede al trattato la colpa dei problemi economici tedeschi; poi si osservò che tali problemi perduravano: per cui si credette di dover inserire che nulla avesse fatto per conciliarsi la Germania o per modificare il sistema stabilito nel 1919. Si suppose che l'appeasement fosse stato tentato solo nel 1938, quando era ormai troppo tardi. La verità è ben altra. Anche le riparazioni furono di continuo rivedute, e sempre per ridurle, se pur trascinandole nel tempo. Per altri versi l'appeasement fu tentato più presto e con successo. D'altra parte le diverse iniziative che si promuovevano erano rivolte a creare un mondo migliore. Una buona occasione si presentò alla conferenza di Genova del 1922, ma la Francia rimase immobile di fronte ad un' offerta britannica di garantire la frontiera orientale della Francia e il rappresentante francese si recò a Genova solo per insistere sul pagamento delle riparazioni. Gli americani non vollero partecipare. I tedeschi e i russi parteciparono con il sospetto che li si volesse imbrogliare. Tuttavia le due parti si accordarono con l' intenzione di aggirare gli ostacoli posti dalle altre potenze e per avviare una cooperazione tra Mosca e Berlino, anche se l' intesa non era sincera come sincera non sarà neppure quella del 1939 tra Molotov e Ribbentrop. I russi consentirono ai tedeschi di installare in territorio sovietico scuole di volo per l' uso del gas, ma anche per collaborazione militare. I russi portavano l' obiettivo leninista di stringere la mano per poi stringere la gola. La conferenza di Genova e soprattutto l' accordo Tedesco Sovietico di Rapallo dimostrò che era più facile un' intesa negativa tra Mosca e Berlino che un' intesa positiva tra gli Alleati che portava a pagare un duro prezzo per l' amicizia dell' una o dell' altra.
Casalino Pierluigi
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Roberto Guerra