Da: Angelo Giubileo <angelogiubileo6@gmail.com>
Abbiamo spesso sentito in questi ultimi tempi che mai si sarebbe potuto pensare o perfino immaginare che la guerra tornasse in Europa. Ma, evidentemente, così non è stato. Abbiamo vissuto decenni intrisi di ideologismo, a partire dalla fine della seconda guerra mondiale, nel corso dei quali sono riecheggiate quasi ovunque le parole di chi diceva "mai più". Ma, evidentemente, così non è stato.
Nel frattempo, la guerra o le guerre non hanno mai abbandonato la scena o le scene del mondo, che, sempre nel frattempo, è apparso assumere un diverso profilo, dicesi "globale" e comunque tale da non poter ignorare che quella che si stava combattendo fosse - in vero - "una guerra mondiale a pezzetti" (copyright by Francesco).
E tuttavia credo che, in realtà, deve essere in pratica sempre stato così, ancor prima della comparsa dell'homo che viene detto sapiens ma evidentemente sapiens non lo è affatto, al punto che alcuni umani hanno pensato di sostituirlo con le macchine che, tuttavia - in vero - loro stessi useranno.
E - in vero - dicevo, è stato sempre così, e cioè che in guerra a perdere è sempre la verità. Mentre, al contrario, non è affatto vero che "la guerra è sempre una sconfitta dell'umanità" (copyright by Francesco), salvo che non si voglia altresì sostenere che sconfiggere Hitler o altri consimili sia stata comunque una sconfitta dell'umanità o della parte degli uomini che lo hanno viceversa fronteggiato e sconfitto. Purtroppo, sono tempi in cui ancora molti credono nell'ideologia woke, politically correct o cancel culture.
Pensate infatti, per un momento soltanto, a cosa ha scritto il direttore di un quotidiano nazionale politicamente schierato, sin dall'inizio, con le idee belligeranti dell'Ucraina e d'Israele. Il direttore in questione, Alessandro Sallusti, ha scritto che: "domani (per chi legge: 22 novembre 2023) Putin tornerà a sedersi, sia pure in modo virtuale, tra i grandi della Terra", partecipa cioè al G20, fatto a cui fa seguito l'idea che "il ritorno di Putin fra i grandi è una vittoria Nato (…) perché l'Ucraina e l'Occidente non si sono piegati alla legge che chi ha più carri armati dispone a suo piacimento di chi ne ha di meno. Non è poco, anzi è già di per sé una vittoria".
Impossibile però negare che, anche in tal guisa, non sia stata e non è la legge del più forte a vincere! Qualcuno ha detto e scritto che laddove non sia la forza delle idee sia l'idea della forza a dominare, come dire che, nella realtà - in vero: è sempre la legge del più forte a prevalere. Il magistero di Qoelet ci ricorda che c'è un tempo per ogni cosa, e che al termine della guerra c'è sempre almeno un vincitore. E anche questo è vero. Angelo Giubileo
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