Riguardo all'intervista di Giuliano Amato comparsa ieri su la Repubblica, due mie semplici annotazioni e null'altro.
La prima: dopo 43 anni e numerosi incarichi svolti ai vertici istituzionali della nazione, l'ex leader socialista di allora accusa il governo francese di allora, e indirettamente la Nato di allora, della tragedia non soccorsa nei cieli di Ustica. Nel frattempo, gli eventi politici della storia, soprattutto recenti, hanno portato tutti i governi nazionali maggioritari di sinistra a stringere sempre più stretti rapporti di alleanza con i "cugini" transalpini, fino alla stipula del Trattato del Quirinale del 26 novembre 2021. Perché il presidente Amato non ha parlato prima?
Seconda annotazione: oggi, il quadro politico nazionale e internazionale è senz'altro mutato. Il governo nazionale è saldamente un governo di centrodestra e la crisi europea della sinistra è ovunque evidente. In teoria, l'intervista di Amato avrebbe potuto creare problemi ai rapporti governativi tra "cugini", ma - a giudicare dalle reazioni del giorno dopo - l'effetto è stato esattamente l'opposto. Infatti entrambi i governi nazionali, italiano e francese, hanno confermato il proprio reciproco impegno a una generale collaborazione d'azione e d'intenti.
E allora qui non resta che concludere: in Italia è tornata la vecchia sinistra anti-Nato, di nuovo accanto alla sinistra di sempre contraria all'interesse "nazionale".
Tra i tanti, Mario Bergamo lo scriveva già nella prima metà del secolo scorso: "nazionale è indigeribile a una sinistra apatride".
Angelo Giubileo
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Roberto Guerra