Scrivo t,amo di Maria Marchese: Madonna, uomo e amplesso

Redazione

D'Annunzio sprimaccia i cuscini perché Lei possa lasciare l'impronta del proprio corpo, i tappeti addirittura l'aspettano per essere calpestati dal suo piede e l'aria poi… la Marchese la incensa e la incendia l'aria, stende lenzuola di seta e serve il vino in calici di cristallo — il vetro "…", ma il cristallo tinne —.

È architettura gotica, leggera, verticale, con figure complesse la poesia di Marchese, è ga – rēdan (dal gotico) ossia "aver cura" del dettaglio.

Poi finalmente arriva Lei —"Il viso della bruna donna e Madonna, alfine, gli appare.

Da tacchi a spillo – "Scrivo t, amo"

Ma chi è la donna della Marchese?

È Madonna, nobile e devota, geisha, Fiore di Kadupul che sboccia ogni notte per il proprio uomo, è fanciullina, ilare, Sherazade, è cura… ma è anche demone, lunatica, felina, sensuale, instabile, salace, misteriosa;

lei stessa chiede — Ange or demon?— prendendo per mano l'uomo e provocandolo.

La donna di Maria Marchese indaga in primis l'"amplexus" insito in sé; l'amplesso è una tra le parole di grazia più vertiginosa e dolce che esista nella nostra lingua, perché esclude la stupida mescolanza, il qualunquismo, e esplora l'universo diadico, nel caso di Maria Marchese spesso ossimorico. In quello spazio assistiamo a continue osmosi, a sistole e diastole, in cui la figura femminina si trasforma , repentinamente, o all'opposto, in maniera riflessiva, fugge — mai definitivamente — e torna —tum, tum, tum — così il cuore batte: lei è viva.

Lui risponde — Qu'est-ce que c'est important! Le paradis est ici. —.

In "Scrivo t,amo", l'amplesso uomo/ donna stravolge i sensi, frantuma l'egemonia di vista e udito, scuote il tatto profondo e sottile dal torpore, l'olfatto - sensi antichi che col capo affondato fra una testa e una spalla tornano pulsare -, ammaglia tutti gli elementi - luci, suoni, cure, occorrenze, coincidenze… - in atmosfere che escludono ogni appuntamento col dovere che non sei tu e in cui sei polverizzato: l'amplesso è ri-trovarsi e raggiungere l'interezza.

In tutto ciò, il gaudio passa attraverso la perlustrazione e la gustazione delle carni e dello spirito, dove il mistero della perfetta affinità di due corpi lacera i veli, i segreti, i tabù.

Un bacio li prostrava più d'un amplesso.

G. D'annunzio

L'incontro tra labbra è quindi la sintesi, il senso sesto, il luogo in cui lui non esiste senza lei e viceversa, il ri-conoscersi, nel bacio esiste questa memoria sinestetica fatta di odorosi e saporiti consensi ma anche l'oro che impreziosisce "amare e grigie crepe".

La Marchese dipinge un immaginario reale in cui il voyerismo, la pioggia dorata —un esempio sfrontato, nell'arte, è rappresentato da " La Pisseuse " di P. Picasso — la sodomia, il rapporto orale… perdono ogni pragmatismo, spiritualizzati dalla sua poesia elegante e ricercata.

Lungi dall'essere un "all you can eat", conferma e garanzia di ciò è la prefazione dello Chef stellato milanese Tano Simonato

  • Cibo e Sesso.

"Una cosa, a cui ho sempre fatto caso è guardare la donna, che sta pranzando o cenando, con me, per la prima volta. L'eleganza, la movenza, l'essere suadente, nell'atto di portare il cibo alla bocca, sono già, di per sé, gesti erotici.

Il pasto è un preludio d'amore: il cibo rilassa, il vino disinibisce, si 'gusta' l'altro.

Se associamo l'atto del nutrirsi di cibo all'amore, ci nutriremo, anche, d'amore e di afrodisiaco.

"Qualcuno ti aspetta per mangiare insieme.

Sta tutto lì il segreto"

Sono poesie eleganti, quelle di Maria Marchese, che si insinua, quale poetessa dalla cifra scrittoria raffinata, con voluttuosa leggiadria, nella mente del lettore.

E perché no… anche con i suoi tacchi a spillo. — la raccolta di Maria Marchese è una lettura per gourmand.

Era ferma volontà della scrittrice annichilire il concetto di fine e di resa, perciò ha deciso di inserire, nel centro, la poesia "Annuire pallido e assorto", scritta a 4 mani con l'artista sinestetico e intellettuale Angelo Orazio Pregoni , mentre le poesie vanno crescendo e decrescendo numericamente per condurre il lettore a due inizi. Sono infatti due le copertine interne e due i prefatori di eccellenza: lo chef stellato milanese Tano Simonato, di cui abbiamo riportato un estratto della prefazione, e lo storico e critico d'arte Valeriano Venneri. Tra le 58 poesie, 6 sono state tradotte in lingua straniera da docenti, artisti e critici d'arte: Arjan Kallco, autore, poeta e docente dell'Università di Korca, Khira Jalil, autrice, poetessa, artista e critica d'arte marocchina, Maribel De Alba Fernández, artista spagnola.

La copertina, minimale e elegante, riporta la foto che ritrae la poetessa, con indosso una delle opere in seta dell'artista di Assisi Nino (Nino Palazzo).

Vi invitiamo quindi a leggerle con piacere.