Questo il senso profondo della fantascienza, che anticipa la scienza, ma anche la storia nel suo divenire con le sue conquiste e le sue speranze. La straordinaria intuizione di Luciano di Samosata e di tutti i suoi epigoni antichi e moderni ci ha fatto sempre riflettere sul domani dell'uomo e sugli scenari della civiltà, una civiltà che scelga di sopravvivere in ossequio al suo ardimento e non scelga il suicidio a causa della sua ricorrente e fatale tentazione all'autodistruzione.
D'altra parte Giambattista Vico, che era il sostrato filologico di autentico sapere, ci insegna che i corsi e ricorsi della storia sono all'origine della stessa fantascienza.
Non è un caso che il mito di Atlantide sia l'immagine di come l'umanità pervenga ad un vertice di onnipotenza poi declini inesorabilmente per poi risalire e recuperare l'antico splendore. In "1935" Jules Verne ci mostra come sarà il mondo del futuro.
Oggi la fantascienza non prospetta più le scoperte spaziali che di fatto sono in continua evoluzione, ma preannuncia tempi e società nuove pervase dallo spirito del futuro come dimensione di un orizzonte di grande apertura verso i valori di solidarietà e umanità ed unitamente ad essi il salto di qualità nella gestione dell'intelligenza artificiale.
In tale ottica il ritorno alla originaria rivoluzione futurista appare di straordinaria attualità a più di un secolo da quella esperienza culturale e multimediale. L'inno al futuro riecheggia nuovamente tra le nebbie di un presente che è segnato dal pessimismo e dall'incertezza, ma che, in ossequio alla sua tradizionale vocazione di anticipazione dei tempi storici, ci indica la via maestra del nostro destino. In questo senso il poeta e l'illustratore si automatizzano tra parole ed immagini.
Già oggi due esperimenti di intelligenza artificiale ci aprono grandi orizzonti per capire le queste frontiere di questa nuova tecnologia cambiare il modus operandi di molti soggetti, aziende, istituzioni politiche e scoperte scientifiche con un approccio inusitato ed inusuale di quello che si chiama verse by verse. E in inglese tutto ciò è un generatore di poesie, come è giusto che sia questa rinnovata fantascienza.
Piccoli passi per compiere straordinarie imprese con lo spirito antico dell'avventura e generare innovazione, quella innovazione che la tua vecchia fantascienza ci ha insegnato. Un esempio di questo è dato dal progetto di OpenAI, l'organizzazione non profit fondata da Elon Musk, e Sam Altman, che è appunto una sorta di illustratore automatizzato.
Una cosa veramente rivoluzionaria che va oltre la misura della normale fantascienza e della normale ricerca della robotica e della comune intelligenza artificiale. Si otterrà così un rallentamento della delivery, aumentando il backlog e riducendo il tempo impiegato nelle attività di innovazione richieste del proprio business. In altri termini un salto immenso verso il futuro, un futuro non più legato a sogni, ma a conquiste globali.
La fantascienza ci trasporta in un nostro ipotetico mondo e su alimenta di un genere letterario, il più delle volte ambientato certo nel futuro, che narra di una realtà in cui la scienza e la tecnologia hanno compiuto grandi balzi avanti. I racconti fantascientifici, infatti, hanno come temi principali: mondi iper-tecnologizzati, in cui la vita è a stretto contatto con la modernità di macchine sempre più all'avanguardia, viaggi spazio temporali, invasioni aliene o esseri metà uomo e metà macchina, detti cyborg.
Siamo affascinati da questo genere letterario, ma bisogna soffermarci a pensare al significato profondo e all'obiettivo che si nasconde dietro questo genere e queste invenzioni, mettendoci in guardia sui particolari scenari che ci potrebbero attendere in questo domani. Ci accorgeremmo allora che questo domani che ci immaginiamo potrebbe essere molto legato al presente.
Ci sono racconti che ci fanno vedere una società in totale sviluppo, ma al tempo stesso segnata da un consumismo sfrenato che alla fine risulta pericoloso, anche perché condizionato da pulsanti e robot fino ad una disarmante monotonia mista a cinismo e dominata dalla tecnologia al limite del distruttivo. Se il futuro ormai prossimo sarà riletto e recuperato nello spirito e con lo spirito avventuroso e pionieristico del primo futurismo avremo un 22 secolo di grande livello scientifico e creativo.
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