Nelle casse dello Stato ci sono 8,4 miliardi di euro per la mitigazione del rischio idrogeologico. Potrebbero essere spesi subito. Ma dal 2018 sono fermi. Dallo stesso anno al ministero dell'Ambiente giace una bozza del Piano di adattamento ai cambiamenti climatici (Pnacc). Ma l'iter per il provvedimento è ripartito solo dopo la tragedia di Casamicciola. Il piano serve perché la frequenza e l'intensità delle alluvioni sono una conseguenza del riscaldamento globale. Ma l'Italia oggi ha solo una Strategia nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici, entrata in vigore nel giugno 2015. Che è solo un documento di principio. Ma c'è di più. Tra fondi nazionali ed europei sono 21 i miliardi di euro stanziati fino al 2030 per la difesa del territorio. Senza però controlli e regie.
I soldi
I soldi, spiega oggi la Repubblica, transitano da un capitolo di spesa all'altro da quando il primo governo di Giuseppe Conte ha cancellato la struttura di missione Italia Sicura voluta da Matteo Renzi. Da quel momento gli 11 mila progetti catalogati sono rimasti un elenco. I miliardi non sono stati spesi. E alla fine il governo Draghi li ha messi nel Pnrr. Giorgia Meloni aveva scritto nel programma elettorale della necessità di aggiornare e rendere operativo il Pnacc. A dicembre il governo aveva pubblicato una bozza aggiornata. Lasciando due mesi di tempo per le osservazioni. Da quel momento è tutto rimasto fermo
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