- Ottieni link
- X
- Altre app
|
Henri Le Saux o.s.b. (Svāmī Abhisiktānanda), Nella caverna del cuore, a cura di Stefano Rossi, Le Lettere, 2022, pagine 300, euro 23. L'opera principale dell'uomo entrare al di-dentro, per incontrarvi sé stesso. Chi non ha mai incontrato sé stesso in sé stesso, ha mai incontrato Dio? E chi non ha incontrato Dio in sé, ha mai incontrato sé stesso? Non ci si incontra indipendentemente da Dio, non si incontra Dio indipendentemente da sé. Finché non abbiamo incontrato noi stessi, nella nostra nudità interiore, assai più cruda della nudità esteriore, viviamo in un mondo di nostra immaginazione, in un mondo di nostra fabbricazione, proiettato all'esterno dalla nostra mente. "Sé, il mondo e Dio", sono il sogno che sogniamo e non la loro realtà, la realtà. Penetrare nel silenzio e nell'oscurità delle fenditure nella roccia è solo l'immagine esteriore dell'immersione nel Sé, oltre i condizionamenti, oltre gli attaccamenti, oltre i particolarismi, in quel fondo dell'anima che è l'unico luogo ove è realmente possibile incontrare sé stessi e Dio. Colui che si avventura lungo questo cammino e gusta, anche solo una volta, l'esperienza del Reale, non può più fare ritorno. Tutto ciò che un tempo era fonte di gioia e consolazione, ora per lui non ha più sapore: egli è ormai guhāntara, colui che dimora nella guhā, la caverna del cuore. Nelle grotte della montagna sacra Arunācala, uno dei luoghi più sacri dell'India, Henri Le Saux comprese la verità dell'advaita (non dualità), essenza della spiritualità indiana, in tutta la sua sconvolgente portata. Ma come interpretarla sulla base della Rivelazione cristiana? Ci si può ancora definire cristiani dopo essere penetrati così a fondo nell'induismo? O forse ciò che si scopre è proprio l'essenza stessa del Cristianesimo? Le profonde riflessioni maturate durante gli eremitaggi ad Arunācala, che l'autore raccolse in alcuni saggi in vista di una pubblicazione, furono censurate in quanto ritenute troppo ardite. Questa è la prima edizione completa dell'opera, tradotta dal francese sulla base del dattiloscritto originale, e presentata con l'aggiunta in appendice dell'intenso saggio Isolamento, nel quale l'autore esprime la lacerazione e la profonda solitudine di chi si avventura nell'abisso del Sé. Henri Le Saux (Saint Briac-sur-Mer, Francia 1910 - Indore, India, 1973), monaco benedettino bretone, giunse in India nel 1948 ove fondò il Saccidānanda Āśram adottando il nome indiano di Abhisiktānanda e le vesti ocra, segno indiano della rinuncia. Esplorò le frontiere del dialogo tra cristianesimo e induismo ad una profondità ineguagliata, muovendosi sull'unico piano in cui questo è realmente possibile, cioè quello dell'esperienza interiore, e vivendo la lacerazione di sentirsi allo stesso tempo profondamente cristiano e profondamente hindū. Le sue opere, apprezzate sia in Occidente che in India, costituiscono un punto di riferimento per la ricerca spirituale nella sua essenza, al di là delle connotazioni religiose. Stefano Rossi è nato a Firenze nel 1973. Di formazione scientifica, ha sempre coltivato lo studio della filosofia indiana, traducendo e curando i racconti autobiografici di Le Saux: Ricordi di Arunācala (Messaggero, Padova 2004) e Gñānānanda (Servitium, Troina 2009). Tra i suoi lavori ricordiamo: Gli incontri indiani. Rāmana Mahāṙṡi, Gñānānanda e gli altri incontri di Le Saux (in P. Trianni, cur., Henri Le Saux, Cittadella, Assisi 2012), Bibliografia completa di Henri Le Saux (Rivista di Ascetica e Mistica, Firenze, 2, 2013), La notte di Brahmā. La fine del mondo secondo la visione hindū (Rivista di ascetica e mistica, Firenze, 3, 2013), Vangelo e Yoga (Mistica e Filosofia, Le Lettere, Firenze, 1, 2019) e Su L'altra Riva di Henri le Saux (Mistica e Filosofia, Le Lettere, Firenze, 2, 2021). |