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Fellini e il cortometraggio ispirato dal Sant'Anna di Ferrara (1993)
ESTRATTO
Ha parlato al mondo attraverso le immagini oniriche e le scene memorabili dei suoi film, da Amarcord a La dolce vita. Ma nell'ultimo lavoro che avrebbe voluto lasciare, il regista premio Oscar aveva un messaggio diverso da lanciare. Nel periodo di ricovero, nel 1993, confidò all'equipe medica ferrarese che lo prese in cura, l'intenzione di produrre un cortometraggio contro le «stragi del sabato sera», mostrando il dramma degli incidenti stradali. «La scena che ci aveva illustrato partiva con la salita di un ascensore al cielo. Poi, all'improvviso, la camera avrebbe inquadrato l'apertura dell'ascensore e l'immagine si sarebbe focalizzata sulla visione choc di un giovane su una carrozzina, ripreso in prospettiva centrale. Voleva rappresentare, con sequenze forti, il dramma degli incidenti stradali, creando negli spettatori l'occasione per riflettere sui rischi dell'alta velocità», spiega la professoressa Anna Cantagallo, neurologa e fisiatra che lo seguì nel programma cognitivo al Centro di Riabilitazione San Giorgio di Ferrara.