ARRIVEDERCI ROBERTO CALASSO
Anche Roberto Calasso ha deciso di lasciarci, in questo periodo folle che sembra portarci sempre più nel buio, sempre più in quel medioevo culturale (e sapete quanto io ami il Medioevo storico ma quella era tutta un'altra cosa).
Roberto Calasso era (orrore a dirsi in questo periodo di cafoni, analfabeti funzionali e ignoranti supponenti...) un vero intellettuale, uno dei più grandi del 900 italiano. Anche chi lo ignora (e si tratta della maggior parte degli italiani, purtroppo) gli deve qualcosa di importante. Si perchè la vera cultura, in modo invisibile, percorre l'intera nostra società e modifica in mille piccoli modi il nostro modo di vivere, di sentire e di pensare.
Purtroppo da qualche decennio sono molte ma molte di più le manifestazioni visibili e invisibili dell'imbarbarimento; e i risultati si vedono tutti.
Con Balzen e Foà nel 1962 elaborò l'idea di una nuova casa editrice: l'anno dopo nacque niente meno che Adelphi, di cui diventa direttore editoriale nel 1971 e consigliere delegato nel 1990. Dal 1999 ne ha rivestito anche la carica di presidente.
Ha tradotto, tra l'altro, "Ecce homo" di Nietzsche (1969) a "Aforismi di Zürau" di Franz Kafka (2004). Dal 1983 mi e ci ha deliziato (per chi l o ha letto ma come dicevo prima per tutti, anche per gli inconsapevoli) con una sfilza di volumi, uno più intenso , arricchente, profondo e soave dell'altro, tra cui "La rovina di Kasch" (1983), "Le nozze di Cadmo e Armonia" ( 1988), "Ka" (1996), "K." (2002), "Il rosa Tiepolo" (2006). "La Folie Baudelaire" (2008), "L'ardore" (2010), "Il Cacciatore Celeste" (2016), "L'innominabile attuale" (2017).
A me mancherà molto, lo confesso.
Inizio a sentire sempre meno l'ossigeno che personaggi come Calasso sono riusciti ad infondere nella società, permettendoci una crescita sana, autentica e vivace della coscienza, e sempre più l'anidride carbonica inquinante provocata dagli sfiati rumorosi e odorosi provenienti dagli orifizi fisici e mentali degli "uomini insapiens", che sempre più ci circondano e che primeg giano, scelti da masse incolte incapaci di ragionare con la propria testa e, soprattutto, col loro cuore.
Ormai, sono gli intestini a dominare.
E' letteralmente ormai un mondo di feci. E se "feci" è anche un passato remoto, significa che un futuro sano e maturo è ancora lontano dall'iniziare.
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