"Il trucco è l'arte di mostrarsi dietro una maschera senza portarne una", scrive Charles Baudelaire. Nel suo Éloge du maquillage (1863), indica, infatti, la necessità di utilizzare i mezzi della trasfigurazione per ricercare una bellezza che possa diventare artificio della mente.
L'esigenza di abbellire il corpo è propria dell'essere umano sin dall'antichità. Il trucco risulta praticato in tutta l'area della Mesopotamia e del Mediterraneo, come dimostrano le statuette con gli occhi decisamente segnati di nero scoperte nell'antica città sumera di Ur. Questa esigenza raggiunge un sicuro vertice presso gli Egizi: "La maschera, il segno tatuato, il trucco depositano sul corpo tutto un linguaggio, un linguaggio enigmatico, cifrato, segreto, sacro che chiama su questo stesso corpo la violenza del dio, la potenza sorda del sacro o la vivacità del desiderio" (Michel Foucault).
Come scrive Paul Valéry, "quel che c'è di più profondo nell'essere umano è la pelle". Soprattutto quella femminile costituisce un percorso-racconto affascinante di creazione. Una ricca produzione di opere d'arte evidenzia il perturbante riflesso della cosmesi sui diversi modelli di bellezza nel corso dei secoli.
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